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Mò l’insalata la produrremo noi in casa …

E’ l’idea della startup tedesca di Hannover, neoFarms, che vuole introdurre l’idroponica nelle cucine domestiche e professionali, grazie a un apparecchio che cresce automaticamente le verdure preferite.

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Gli ideatori sono Maximilian Richter e Henrik Jobczyk, studenti rispettivamente di design industriale e biotecnologia. Iue ragazzi prendendo la verdura dal frigo, si sono domandati:  “Perché non combinare l’ idroponica, rendendola più efficiente, l’ agricoltura verticale e gli orti urbani in un’unica soluzione completamente automatica?” Ed ecco una  serra completamente automatica per la cucina.
Sfruttando la tecnologia dell’aeroponica, uno speciale metodo di coltivazione di piante senza terreno e senza uso di acqua (viene estratta l’umidità dall’aria), utilizzato dalla Nasa, hanno costruito un apparecchio, a forma di frigorifero, completamente automatizzato, per ottenere una mini coltura verticale. Il vantaggio sta nelle dimensioni, nella modularità e nel risparmio idrico: l’apparecchio non necessita di serbatoi di acqua, ma solo di vapore acqueo nel quale vengono disciolti i nutrienti che servono alle piante per crescere; non è pesante e quindi può essere spostato con facilità; e può essere ampliato a piacimento – da 80 cm a 2 m -, poiché la struttura è composta da tanti vassoi quante sono le piante che vi si vuole impiantare.
E’ così possibile crescere colture diverse contemporaneamente. “Grazie ai vassoi removibili – spiegano – il consumatore può prendere il prodotto che gli interessa, aromi o verdure, e riporre poi il vassoio. Come si fa quando si prendono i cibi dal frigo, solo che qui le verdure sono più che fresche, sono vive”. Secondo i loro calcoli, una struttura media riesce a produrre in un anno circa 30-40 kg di insalata, il fabbisogno di una famiglia. “Inoltre – proseguono –, le piante crescono in modo ottimale, senza subire gli stress del clima. Ma soprattutto non perdono nutrienti durante le fasi di trasporto e stoccaggio come avviene oggi”. Semplicità di utilizzo, pareti trasparenti e design accattivante fanno il resto.
La startup è nata nel 2016 ed è stata presentata a gennaio all’acceleratore StartupBootCamp FoodTech di Roma, dove da novembre sono entrati a far parte del programma di accelerazione. Prossimo step sarà partecipare al Demo Day di Startupbootcamp FoodTech il 10 marzo.
Al momento l’apparecchiatura di neoFarms è solo un prototipo, anche se i due studenti hanno già formato un team aziendale e preso contatti con i maggiori produttori di cucine professionali italiani ed europei, con l’obiettivo di aggredire questi due mercati entro un anno. “Per quest’anno – spiegano – vogliamo implementare maggiormente la nostra tecnologia in modo che possa essere pronta per il mercato. Il nostro obiettivo è arrivare in primis alle cucine dei grandi chef, che potranno avere ingredienti freschissimi e di qualità ogni giorno. Saranno anche i nostri testimonial per raggiungere in seguito le case dei consumatori. Il nostro sogno è che questa tecnologia diventi diffusa e comune come oggi sono i frigoriferi. Cibo più locale di questo non si può”. Il lancio sul mercato è previsto per il 2018.
(sole24ore)
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Bene! Questo significa che ognuno potrà crescere in casa propria il fabbisogno personale di insalate ed ”erbe” varie. Quindi addio coltivatori di insalata. Addio anche il concetto di ”km zero” in quanto più ”zero” di così cosa possiamo pretendere?
Quindi ora resta da vedere quanta gente servirà per produrre frigoriferi simili … quanti per pubblicizzarlo … quanti per commercializzarlo … quanti per consegnarlo. Se, e dico se, saranno in numero maggiore di chi coltiva in maniera tradizionale avremo posti di lavoro in più, anche se resta da vedere ”dove” saranno ‘sti posti di lavoro.
Secondo me avrà un gran successo … se non altro perché coltivare insalata in terra è veramente faticoso! Togliere erbacce, difendere le piantine dalle lumache … e poi siamo onesti, la terra ha il difetto di essere ”bassa” e noialtri abbiamo avuto la cattiva idea di evolverci diventando bipedi eretti!
Unico neo in tutto ciò è che … e se mancasse l’energia elettrica?

Alla prossima

Elena

Terremoto – si è creata una nuova faglia …

 I giornali riportano le notizie sul  recente terremoto e parlano di ”nuova faglia”.
Che cosa significa ”nuova faglia”? Non sapendo un gran che in proposito sono andata a cercare in rete, ed ecco cosa ho scoperto. 

Quake_epicenters_1963-98Questi i siti considerati ”sismici” come possiamo notare non è che l’Italia sia proprio ben messa! 🙁 

Un portavoce dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv) conferma quanto le violente scosse di ieri alle 19.10 di 5.4 della scala Richter e quella ancora più forte delle 21.18 di 5.9/6 siano ”figlie” del tragico sisma del 24 agosto (6 gradi della scala Richter).
Da allora si erano registrate ventimila repliche in un’area di soli quaranta chilometri, 15 delle quali di magnitudo tra 4 e 5 e 250 tra 3 e 4. Finché non è arrivato lo scossone di ieri uguale nell’intensità a quello che si era manifestato un’ora dopo il sisma più grave. L’epicentro della prima era tre chilometri da Castel Sant’Angelo sul Nera e a dieci chilometri a sud di Norcia, sul confine tra Marche e Umbria, e la seconda poco più a Nord, si sono originate entrambe a 8-9 chilometri di profondità (ipocentro), la stessa di agosto.

terremoto-oggi-26-ottobre-2016-3.4Epicentro dell’ultimo terremoto registrato 26.10.2016

In seguito al terremoto di agosto la zona aveva subito un abbassamento verso il Tirreno di ben venti centimetri mentre l’Appennino si ”allargava” sui due versanti, quello tirrenico e quello adriatico.

Proprio a causa dello sprofondamento, misurato dai satelliti dell’agenzia spaziale italiana Asi, dalla faglia principale si creava un sistema di faglie che si diramavano nel sottosuolo influenzandosi a vicenda e mantenendo il persistere delle repliche di diversa intensità. In questo modo si duplicava la situazione del sisma dell’Aquila quando nei sette mesi seguenti i pennini dei sismometri sobbalzavano per 64 mila volte!
Naturalmente lo scenario di base che continua a muovere la terra rimane lo stesso e cioè la placca africana che spinge verso quella euroasiatica. (Inutile fare ‘sto ponte che tanto l’Africa si attacca alla Calabria da solo!)

Secondo i sismologi quest’ultimo terremoto non va affatto sottovalutato perché avviene proprio al limite del margine settentrionale del sistema di faglie creatosi nella zona già colpita in passato.
Non si tratta della stessa prima faglia agostana ma di qualcosa di nuovo … capace di testimoniare quanta energia sia ancora nascosta nel sottosuolo e che ha bisogno, sfortunatamente, di trovare via d’uscita scatenando nuove fratture. Purtroppo il volume della crosta terrestre che si era fratturato in quei giorni era ampio e non si poteva escludere che si aprissero altre nuove faglie come quella di ieri. Anzi ora si è aperta una nuova zona di fratture più a nord che potrebbe innescare ulteriori movimenti.

Insomma, per farla breve,  il ripetersi costante di sciami sismici e terremoti induce i geologi a pensare che, in seguito alla spinta lenta ed inesorabile della placca africana verso l’Europa,  si sia creata lungo la dorsale appenninica una nuova ”faglia” cioè una frattura/spaccatura della crosta terrestre, spaccatura soggetta ad ulteriori terremoti.

Morale della favola … noi siamo delle ”formiche” alla mercè del Pianeta che, volenti o nolenti, fa esattamente quello che vuole!

Alla prossima

 

Elena

 

Buoni a Nulla …

Domenica e lunedì, al Cinema Vox di Frejus, per la serie ”film in italiano” in collaborazione con il CIP (Club Italianista di Provenza) hanno proiettato il film  ”Buoni a nulla”.

Questa è la locandina:

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Il regista ma anche attore e sceneggiatore è il romano Gianni Di Gregorio qui alla sua terza prova da regista. I precedenti film, che non conosco sono:  ”Pranzo di Ferragosto” e ”Gianni e le donne”.

L’attore principale, come nella realtà, si chiama Gianni, ed è un impiegato statale che, dopo aver passato una vita tra casa e ufficio in centro a Roma, ed è ormai prossimo alla pensione, si ritrova  costretto a continuare a lavorare per altri tre anni! Non solo, ma per peggiorare ulteriormente la situazione, viene anche trasferito dall’ufficio nel centro di Roma, a lui tanto comodo,  alla periferia della città.

Abituato ad andare al lavoro a piedi … sbaglia  i tempi del trasporto, ed  il primo giorno di lavoro nel nuovo ufficio, arriva in enorme ritardo, alle undici e mezza di mattina anziché alle 8.30! Iniziando subito male il suo rapporto con la Direttrice del Reparto.

Gianni è un personaggio mite … che subisce ingiustizie da parte di tutti!  Dai suoi capi e dai suoi colleghi in ufficio, dai condomini nella casa in cui abita, dai vicini di casa che parcheggiano il loro SUV in maniera selvaggia, da sua figlia e dalla sua ex moglie, che insistono per fargli lasciare l’appartamento in centro città, per andare a vivere nella periferia sud della Capitale.

Gianni non riesce mai a dire di no a nessuno … non è capace di ribellarsi … non sa far valere le sue ragioni.  Un giorno si sente male e viene visitato dal compagno della sua prima moglie. Non è proprio un medico, è solo un dentista, ma sarà proprio lui, quello che lo aiuterà a cambiare.

Il dentista in questione , trova simpatico  ed è affezionato a Gianni, gli farà quindi da ”amico psicologo”  e gli consiglierà il giusto comportamento. Quello cioè di diventare un po’ più egoisti e di imparare a dire di NO!

Nel nuovo ufficio Gianni fa amicizia con il collega Marco (interpretato da Marco Marzocca).  Marco è l’unico capace di fare bene il proprio lavoro, ma è altrettanto buono come Gianni, quindi tutti approfittano di lui.  Tutti gli danno del lavoro da fare e tutti gli chiedono dei favori.   Gianni si innamorerà della sorella di Marco, e aiuterà quest’ultimo a reagire ai soprusi di tutti i giorni.

Un film carino, abbastanza divertente, educato, mai sopra le righe.  I due personaggi, Gianni e Marco, sono l’esatto contrario degli individui aggressivi considerati ”vincenti” dalla società di oggi.

La cosa che più mi ha dato da pensare di questo film, non è stata tanto la ”gentilezza” del personaggio che, grazie o a causa della sua educazione, subisce la maleducazione altrui, ma piuttosto è stata la denuncia nei confronti degli impiegati statali!

Gianni lavora in un Ministero. Roma è la sede dei Ministeri e questi uffici forniscono probabilmente lavoro all’80% dei romani.  Il film denuncia la totale incapacità ed inutilità della maggior parte dei dipendenti. Il loro tempo passa, non lavorando, ma cercando di entrare nelle ”grazie”  dei ”gradi superiori” per ottenere dei benefici. Nel caso del film una ”direttrice” alla quale portavano persino a spasso il cane.   Oppure passano il tempo leggendo il giornale, telefonando,  prendendo il caffè, facendosi gli affari propri. Insomma … un quadro poco edificante nei confronti dei numerosissimi impiegati dei nostri Ministeri, che paiono più un gravoso onere per noi contribuenti,  piuttosto che un servizio.

Comunque … nell’insieme il film non è male.

Alla prossima

 

Elena