Avete presente coloro che ”ereditano” l’azienda di famiglia? Alcuni di loro, pochi, dentro l’azienda si fanno il cosiddetto ”mazzo”, ci lavorano iniziando dalle mansioni più umili, il che significa che capiscono che cosa significa lavorare, ”sudare”, per un obiettivo comune. Alla fine ”amano” quell’obiettivo!
Ci sono altri che invece vivono come dei ”nababbi”, mantenuti nell’agio e senza aver sprecato troppe energie né dal punto di vista ”fisico” né da quello ”mentale”, comprese le lauree ”pilotate” … vita facile insomma!
Bene, secondo voi questi signori che cosa vogliono dall’azienda ereditata e che cosa sono in grado di ”donare” alla stessa? Che genere di valore aggiunto possono portare simili personaggi? In compenso i ”rampolli” in oggetto pretendono che l’azienda dia loro gli stessi ”frutti” che ha dato a chi l’ha fondata, amata, curata come un bambino …
Noi abbiamo ”ereditato” l’Italia da chi ha combattuto due guerre per ”costruirla” … ebbene? Quanta fatica abbiamo fatto noi per questo Paese?
Quanto lo abbiamo amato, rispettato, voluto? Quanto ci siamo interessati all’evoluzione, o meglio, all”involuzione” politica di questo Paese?
Ora stiamo raccogliendo i ”frutti” del nostro disinteresse e della nostra mancanza di amore nei suoi confronti!
Quanta ragione aveva Paolo Borsellino quando diceva: ”Palermo non mi piaceva … per questo ho imparato ad ”amarla” … perché solo amando qualcuno o qualcosa puoi pensare di cambiarla e/o migliorarla …
Forse oggi, grazie alla ”rete”, che è una sorta di ”coscienza collettiva” abbiamo la possibilità di cambiare il nostro atteggiamento e con esso l’intero Paese, portandoci in questo modo al livello mentale di cittadini ”evoluti”.
Alla prossima
Elena