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FORTUNATA – film di Sergio Castellitto

Ieri al cinema Vox di Frejus, nell’ambito della rassegna del ‘’cinema italiano’’ gestita da Jerome Reber e dal Club Italianiste de Provence, c’è stata la proiezione del film ‘’Fortunata’’ diretto da Sergio Castellitto e scritto da Margaret Mazzantini, sua moglie.

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Il film è ambientato principalmente a Tor Pignattara nella periferia di Roma, mentre alcune altre scene sono state girate in Liguria.
Credo di dover dare, a beneficio degli spettatori francesi, qualche notizia su Tor Pignattara, che è un quartiere un pò … ‘’speciale’’ di Roma.
Dunque vediamo un pò … prima di tutto bisogna dire che Tor Pignattara è una specie di ‘casbah'”.
E’ infatti uno dei quartieri più multietnici della capitale e soffre di un degrado notevole. La convivenza obbligata tra i pochi italiani rimasti e la variegata popolazione extracomunitaria si fa ogni giorno più difficile. Un recente reportage televisivo di Rainews24 ha raccolto informazioni destabilizzanti, come ad esempio il fatto che gli extracomunitari lascino ad essiccare sui balconi pesci e carne di manzo, infischiandosene delle più elementari norme igieniche. Ed è proprio l’igiene molto spesso al centro dei problema. Dice un intervistato: “Un giorno sono dovuto entrare nell’appartamento dei signori che vivono al piano di sopra perché c’era una infiltrazione d’acqua in casa mia … non le dico la sporcizia che ho trovato. Vivono ammassati, non è colpa loro ma di chi affitta le case e che non controlla”.
Il ‘’business’’ infatti ruota proprio attorno al mercato immobiliare: i vecchi residenti del quartiere pur di andarsene svendono le proprie case e chi le compra lo fa con l’obiettivo di ammassarci dentro il più alto numero di extracomunitari così da massimizzare i profitti.
Ovvio che in un posto simile droga, prostituzione e malavita organizzata la facciano da padroni. Ed altrettanto ovvio che ‘’alzare la testa’’ in posti simili non sia facile.
Fatta questa premessa … parliamo ora del film:
La protagonista, interpretata da una brava Jasmine Trinca, si chiama ‘’Fortunata’’ ma di fortuna nella sua vita, questa creatura, ne ha avuta proprio poca.
Fortunata è la madre della piccola Barbara (Nicole Centanni ), si sta separando da un marito ‘’difficile’’ e sogna di aprire un negozio di parrucchiera.
Per questo ‘’sogno’’ lavora come ‘’parrucchiera a domicilio’’ sperando di raggranellare il denaro sufficiente per aprire ‘sto benedetto negozio che potrebbe renderla autosufficiente.
Siamo nel mese di agosto, non c’è scuola e Fortunata, dal momento che è orfana e non può quindi nemmeno contare su dei ’nonni’’ a cui affidare la bimba,  è costretta per lavorare a mandare la figlia in un asilo frequentato soprattutto da extracomunitari.
A condividere il sogno di ‘’aprire il negozio’’ c’è ‘’Er Chicano’’ (Alessandro Borghi) un amico di infanzia di Fortunata, ma anche un tossico disperato, costretto ad occuparsi della propria madre, una ex attrice di teatro malata di Alzheimer, che va controllata 24 su 24. ‘’Er Chicano’’ fa tatuaggi ed insieme a Fortunata coltiva la  speranza di aprire questo negozio, un sogno che potrebbe dare una svolta alla loro disperazione.
Fortunata usa il denaro che l’ex marito da per il mantenimento della bambina per pagare l’affitto. L’uomo che fa la guardia giurata (Edoardo Pesce) è un violento che la critica di come si occupa della bambina, che la umilia insultandola e che, forte del fatto di pagare la pigione, la violenta regolarmente, sostenendo di essere ancora lui il ‘’padrone di casa’’.
La bambina, a sua volta, vive con la madre un rapporto conflittuale, sia per la difficile separazione in atto, sia per il lavaggio del cervello che il padre le fa per metter in cattiva luce la mamma.
Questa conflittualità sfocia in un atteggiamento aggressivo da parte della bimba e le assistenti sociali obbligano la famiglia a sottoporre la bambina ad una terapia presso uno psicologo della ASL – Patrizio, interpretato da Stefano Accorsi.
Fortunata inizialmente vive male questa ‘’imposizione’’ … le sedute dallo psicologo portano via tempo prezioso al suo misero lavoro di parrucchiera. Senza lavoro il sogno del negozio diventa sempre più lontano.
Ma … tra Fortunata e lo psicologo nasce una simpatia che si trasforma presto in un rapporto più ‘’impegnativo’’ e che fa sperare a Fortunata di aver trovato finalmente una persona con cui condividere una ‘’vita migliore’’.
Sicura di questo ‘’rapporto’’, chiede denaro in prestito ad una usuraia cinese ed apre il negozio. Nel frattempo accetta di passare un weekend assieme allo psicologo a Genova durante un fine settimana in cui la bimba avrebbe dovuto stare con il padre. All’ultimo momento il padre non si presenta e lei, piena di rimorsi, lascia la bambina all’amico di infanzia ‘’Er Chicano’’.
Purtroppo la bimba sfugge alla custodia di quest’ultimo, sale su una scala, cade e viene ricoverata con una commozione celebrale.
La madre, avvertita dell’incidente, torna immediatamente a Roma e va all’ospedale. Il padre chiede l’affidamento unico della bambina facendo passare Fortunata come ‘’madre indegna’’.
Distrutta dal dolore … cerca aiuto e conforto presso Patrizio che però, a lei chiede soprattutto ‘’sesso’’, senza darle un sostegno reale. Nel frattempo ‘’Er Chicano’’, rinuncia a combattere con la madre malata e la spinge nel fiume facendola annegare.
Le cose precipitano … Fortunata va in commissariato a cercare l’amico e prova a giustificarlo, sostenendo che ha semplicemente aiutato la madre ad ‘’andarsene’’; che in fondo si è trattato solo di un gesto d’amore! Patrizio è esterrefatto dagli eventi e accusa Fortunata di essere pazza e di non rispettare le regole basilari dell’esistenza, come ad esempio quella di non ‘’uccidere’’!
Fortunata, al limite della disperazione, gli confessa di aver, lei stessa da bambina, lasciato morire annegato il padre che, in preda alla droga era caduto privo di sensi sul bagnasciuga … e le onde lo avevano portato in mare aperto.
Nei giorni seguenti Patrizio riesca a far ricoverare ‘’Er Chicano’’ in una struttura per malati mentali evitandogli, almeno in questo modo, il carcere.
Non ho capito se Patrizio ha guadagnato al lotto, giocando i numeri datigli proprio da Er Chicano, ma in ogni caso non ne parla a Fortunata e la lascia sola. Nemmeno lui vuole ‘’impegnarsi’’ in un rapporto più concreto con una donna tanto provata dalla vita e quindi, nonostante faccia lo psicologo, sente di non avere gli strumenti per vivere con una come lei.
Fortunata restituisce le chiavi del negozio all’usuraia cinese, non avendo ormai né i soldi per ripagare il debito, nè la forza per lottare.
A salvare questa situazione miserabile sarà sua figlia che, rifiutandosi di stare con padre, preferisce tornare dalla mamma. Fortunata quindi, assieme alla sua bambina, continuerà a vivere e sperare.

E’ un film davvero ‘’duro’’. Fortunata non voleva stare con un uomo che la umiliava e la picchiava, si era sposata ‘’giovanissima’’ immaginandosi chissà che cosa, ma fin troppo in fretta i suoi ‘’sogni’’ si erano spezzati. Il problema è che gestire una separazione tra persone ‘’incivili’’ e ignoranti diventa complicatissimo per tutti.
I film del neo-realismo italiano degli anni ’60, confrontati a questo, sembrano film di Walt Disney. Allora c’era un mondo ‘’povero’’ ma era un mondo ‘’pulito’’, che nonostante la mancanza di cibo aveva dei valori di riferimento, una sensibilità umana e soprattutto una ‘’speranza’’ di riscatto.
Oggi la realtà è ben peggiore. Nelle città, anche nei quartieri degradati, non si muore di fame … ma … non si ha più nulla.
Questo film mi ha fatto venire in mente quei quartieri malfamati di New York, quartieri prede dei clan dello spaccio, dove violenza e sopruso la fanno da padroni. Dove collaborazione ed aiuto sono sempre più rari, dove ognuno vive nel ‘’proprio orticello’’, dove l’aiuto che trovi è quello di ‘’un border line’’ come ‘’Er Chicano’’, buono come il ‘’pane’’, ma talmente fuori di testa da diventare pericoloso.
Abbiamo finalmente anche noi raggiunto lo standard di vita della ‘’Grande America’’ … tra un pò, se andiamo avanti così, la polizia inizierà a sparare ad altezza uomo, anche a Tor Pignattara.

Alla prossima
Elena

TIMBUCTU’ … e l’occupazione jihadista …

Ieri siamo andati al Vox a vedere Timbuctù. Considerato il successo che ha ottenuto a Cannes più o meno ne conoscevo il contenuto, ma mi intrigava il fatto che il regista, Sissako, non fosse il solito ”occidentale” che interpreta a modo suo, l’esistenza di esseri umani sottoposti alla legge della Sharia.

Abderrahmane Sissako è nato Mauritania nel 1961, subito dopo la nascita la famiglia si stabilì in Mali, paese di suo padre. Ha frequentato le scuole nel Mali, poi è andato a Mosca dove ha studiato cinematografia al Federal State Film Institute dal 1983 sino al 1989.  Dal 1990 vive in Francia.

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Abderrahmane Sissako

Il film è girato a Timbuctù – antica città del Mali nell’africa Sahariana, considerata, data la sua bellezza,  patrimonio dell’Unesco. Era una città ricchissima nel periodo in cui i trasporti erano fatti con le carovane di cammelli … era la ”porta” di comunicazione tra Africa ed Arabia.

Timbuctù  pare sia l’unica città dell’Africa nera che ha avuto un’università non influenzata dalle scuole di pensiero formatesi in nord Africa o nel Golfo persico. Egitto, Marocco, Algeria, Arabia saudita, sono tutti Stati in cui le università hanno ”manipolato” l’interpretazione dell’Islam a seconda dei propri interessi.

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Timbuctù

I musulmani di Timbuctù vantano invece un’indipendenza storica e religiosa che ha permesso loro di seguire la propria strada moderata … quindi è impensabile che venga loro imposta la versione della sharia voluta dagli integralisti.

Ma le cose invece sono andate purtroppo in modo diverso. La legge del Kalashnikov … quella cioè che utilizzano i fanatici islamici Jihadisti … la fa sempre da ”padrona indiscussa”!

Il film mostra i jihadisti non come degli stereotipati demoni, ma come degli esseri abbastanza insulsi, che trovano la propria affermazione personale, inquadrando la loro misera esistenza nella rigida ed ”ottusa” interpretazione del corano.

Un’interpretazione che annulla l’essere umano, e che è particolarmente ”cattiva” nei riguardi delle donne.

Queste povere creature, sono considerate dagli integralisti dei veri a propri ”diavoli tentatori” , vengono quindi obbligate ad indossare oltre al niqab anche i guanti e calze neri  quando escono di casa.

Inoltre è vietato cantare … è vietato divertirsi … è vietato fumare … è vietato bere … è vietato giocare a pallone …

Commovente la scena in cui giovani pieni di entusiasmo si ritrovano in un campo a giocare a pallone … senza pallone!  E, quando i ”controllori armati di mitra” arrivano attirati dal movimento, fingono di fare ginnastica.

Naturalmente questi ”divieti” non valgono per tutti quanti …  a ”qualcuno” tra i membri delle jihad ”qualche cosa”  è ”permesso”.

Il film ha come filo conduttore la tragedia che ha colpito famiglia di Kidane, un tuareg che vive in tenda nella periferia di Timbuctù  con la bella moglie e l’incantevole figlia. Kidane è un pastore e possiede un piccolo gregge di capre e 8 preziosissime mucche. Il lavoro di guardiano delle mucche è svolto da un ragazzino orfano assunto da Kidane per questo compito.

Un giorno portando il branco di mucche a bere al fiume, una di queste sfugge al controllo del ragazzo, rimanendo impigliata tra le reti tesi del pescatore Amadou che, furioso, la uccide.

Kidane va per discutere la questione, portando, in tasca, avvolta in un panno una pistola,  più come ”minaccia” che con l’intenzione di usarla. Nella foga della discussione però, vengono alle ”mani” e nella colluttazione parte un colpo che uccide il pescatore.

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Kidane litiga con il pescatore Amadou …

La legge della Sharia (o legge del taglione) si applica immediatamente … quindi Kidane viene condannato, senza nemmeno farlo parlare ancora una volta con la moglie. Lei ,avvertita telefonicamente, lo raggiungerà nel momento dell’esecuzione e verrà uccisa con lui, lasciando la loro unica figlia dodicenne orfana.

Intorno alla storia di questa famiglia, ruotano altre situazioni, con le relative reazioni dei fondamentalisti.

Alcuni giovani sorpresi a suonare la chitarra e canticchiare delle canzoni, cosa che avveniva tra le proprie mura domestiche, vengono catturati e frustati pubblicamente. 80 colpi di frusta ciascuno …

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Una coppia di giovani che vivevano assieme senza esser sposati … vengono condannati entrambi alla lapidazione …

Una giovane ragazza viene rapita da un jihadista e costretta a sposarlo senza il consenso né della ragazza né della sua famiglia. Decide la legge coranica!  Legge che mette in questo caso, il volere dell’uomo prioritario nei confronti di quello della donna.

Vedere questo film è un po’ come fare un viaggio a ritroso nel tempo, ci si trova in pieno Medio Evo, tra le classi meno abbienti della popolazione.

E’ drammatico per noi occidentali … anche solo ”immaginare” una vita così ”misera” al giorno d’oggi.

Anche se in Mali nel 2013 un intervento francese, su richiesta dell’allora presidente Dioncounda Traoré, aveva cacciato i fondamentalisti islamici che avevano preso potere in alcune zone, sono ancora troppe le zone del mondo in cui la popolazione soffre, suo malgrado,  il fondamentalismo religioso.

Quando due sassi vengono sbattuti l’uno contro l’altro è inevitabile vi siano delle ”scintille”.

Secondo me la globalizzazione agisce proprio in questo senso,  ”sbatte” una contro l’altra, due civiltà completamente diverse.

Mette a contatto un occidente che,  pur con tutte le sue colpe ed i suoi difetti, considera comunque l’uomo al centro del sistema, gli estremisti islamici mettono al ”centro del sistema” il corano e la parola del profeta.

E’ inevitabile che le scintille continuino a lungo …

Alla prossima

 

Elena

 

ECCO UN AEREO CONVENIENTE! ”SOLO” 70 MILA EURO A BIGLIETTO !

Il sogno del Concorde ritorna e si reincarna non in un velivolo di linea, ma  … pensa tu … in un business jet privato!

Questo la dice lunga su chi ha denaro e come lo investe. La ”collettività che conta”  pare ridursi sempre di  più … a noi faranno un’elemosina mensile, tanto per ”tenerci buoni” .

Comunque il nuovo ”mostro” si chiama Aerion AS2 e vola alla velocità di 1.906 chilometri orari, il che  tradotto in modo becero, significa per esempio: tre ore da Washington a Parigi !

Aerion-AS2

L’AS2, al momento, è solo un progetto ma potrebbe vedere la luce nei prossimi tre anni grazie anche ad un accordo di collaborazione tecnologica siglato tra l’americana Aerion  e il gigante dell’aeronautica europeo Airbus.

Il prezzo di listino è fissato in 100 milioni di dollari (ma aumenterà in corso d’opera, specie se dentro ci mettono le mani in molti…)  ed è destinato a multimilionari e alle flotte aeree delle compagnie di chartering privato che effettuano viaggi superbusiness.  Un volo da Londra a New York per un uomo d’affari ”importante” costa tra i 50 e i 70 milia euro a cranio!

Noialtri invece, ammesso e non concesso,  che potremmo continuare a viaggiare, lo faremo in low cost … in piedi … con un sacchetto di nylon per bagaglio … ed il passaporto tra i denti, e questo al fine di facilitare il riconoscimento dei nostri ”resti” in caso di incidente!

D’altronde fino a quando la distribuzione del reddito è quella che è … non ci sono speranze.

Non dimentichiamo che chi possiede  il petrolio (quattro gatti)  fa soldi a palate … ma a palate davvero! Piacerebbe tanto a quelli dell’ISIS aver anche loro il loro staterello in zona petrolio.

Forse non ci rendiamo conto ma quelli guadagnano milioni di dollari all’ora! E noi ci preoccupiamo delle superpensioni italiche … come siamo ridicoli!

Tornando a ‘sti ricconi che guadagnano più soldi loro in un mese, del prodotto annuale di uno Stato … dove crediate che li mettano ‘sti quattrini? Forse che investano nei ”voli low cost” … o che migliorino le ferrovie per i pendolari da Brembate a Milano?

Naaaa …  i Signori del petrolio si affidano ai Signori della Finanza per investire i ”loro dindi” … e tutti costoro ”volano alto” … alla faccia nostra! E non esiste nessuna forma di governo al mondo che li può fermare se non la volontà comune di tutti gli stati esistenti al mondo, di imporre a costoro delle regole.  Primo fra tutti il prezzo politico del petrolio!

Sarà dura … altro che il TAV! Che tra l’altro sarebbe stata l’unica cosa che ad un ”super ricco” di questi avrebbe potuto interessare. Ma il vecchio progetto TAV, quello che andava da Kiev a Lisbona … adesso, ridotta com’è non interessa più a nessuno. Tranquilli  Val Susini … non la faranno … avete vinto ”voi” …

Mah …

 

Alla prossima

 

Elena 

 

Fonti:

http://www.viagginews.com/2014/09/26/londra-new-york-in-3-ore-aerion-as2/

http://www.ilsole24ore.com/art/impresa-e-territori/2014-09-26/il-sogno-supersonico-ritorna-superjet-100-milioni-144317.shtml?uuid=ABg6xUxB