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PER LA SERIE: ‘’LE DISGRAZIE NON VENGONO MAI SOLE’’ …

Che il 2020 fosse un anno di ‘’M’’ lo sapevamo tutti da tempo ma, in questi giorni si sta proprio accanendo!
Dunque mercoledì mi sono rotta il polso, frattura scomposta e, il giorno dell’Ascensione, mi hanno operata mettendomi anelli di ferro che dovranno togliere a luglio.
Mi stavo riprendendo quando martedì, nel pomeriggio inoltrato, mio marito, torna dall’orto zoppicando in modo pietoso.
Un attacco dolorosissimo di tendinite al ginocchio destro.
Il medico ha prescritto riposo assoluto con arti inferiori allungati e, ovviamente, divieto di carico minimo per 5 giorni, antidolorifici, antinfiammatori e ghiaccio sulla parte dolente. Ecco!

Quindi a chi tocca far tutto? Alla sottoscritta! Che ha, tanto per render la cosa più interessante, solo una mano.
Manco riesco a pettinarmi e devo aiutarlo a vestirsi. Figuriamoci che efficienza posso avere. Non riesco nemmeno ad aprire la bottiglia del latte!

La foto non rende una gran che ma i ”colori” sono interessanti … 🙂

Sarà anche vero che la Costa Azzurra è un magnifico posto e chi lo nega, ma cribbio sembra di essere in Florida! Qua vivono e spendono i pensionati di mezza Europa! Tanto per cambiare l’Italia, nonostante i milioni di chilometri di costa nel Mediterraneo che si ritrova, è riuscita a farsi fregare pure questo ‘’introito’’! Ma stendiamo un velo pietoso sull’Italia, altrimenti mi vengono ancora più i nervi!

Tornando alla Costa Azzurra … la realtà è che qui siamo tutti vecchi.
Faccio parte di alcune associazioni ed ogni volta che c’è un Consiglio di Amministrazione o un’Assemblea qualunque, bisogna fare alcuni minuti di silenzio per coloro che se ne sono ‘’andati’’.
I nostri amici, hanno tutti degli acciacchi, chi più chi meno gravi, e quando ci si ritrova gli argomenti sono per una buona percentuale, legati alla ‘’mancanza di salute’’.
Ora … dato che l’essere umano adulto ha, nel suo corredo cerebrale la dote dell’empatia, bambini ed autistici ne sono privi, va da se che esser allegri ed ottimisti, a volte e nonostante il magnifico posto, non sia poi così facile.

Stiamo ‘’decomponendoci’’ piano piano …
Ho un caro amico che dice: ‘’Se vuoi morire in perfetta forma … devi farlo presto’’!
Ecco! Però … dato che noi non abbiamo fretta ci tocca!

Alla prossima

Elena

Il giardinaggio è pericoloso …

Dovrei portare Luke a fare una passeggiata, ma prima voglio ancora togliere questa erbaccia, ormai l’ho quasi completamente sradicata … uno strattone e … alè!

Mi sono ritrovata in volo, i miei occhiali volteggiavano sopra di me mentre cadevo, di schiena, sulla terra indurita dell’orto.
Inconsciamente devo essermi girata per proteggere la schiena, visto che sono il ‘’festival delle ernie discali’’ ed ho il terrore di farne uscire altre.
Quindi, per farla breve, la mia mano sinistra purtroppo chiusa, ha toccato per prima il duro terreno con tutto il mio peso sopra!
Un male folgorante, per un attimo ho visto tutto ‘’nero’’ e ho pensato di svenire.
La mia attenzione però è stata attratta dalla mano sinistra che aveva, nonostante il guanto da giardinaggio che indossavo, una posizione ‘’anormale’’.
Il braccio e la mano non sono in assetto. La mano è spostata a sinistra rispetto al braccio. Ohh … mamma mia che orrore.

Chiamo disperatamente mio marito, attendo un pò, ma non succede niente.
Riprovo a chiamare, niente.
Cerco di respirare profondamente e con metodo per non svenire e intanto ascolto i rumori circostanti e realizzo che Antonio, mio marito, che in pratica non fa mai niente, proprio in quel momento stava tagliando l’erba del prato,  facendo quindi un chiasso incredibile ed ovviamente non sentendo i miei richiami.
Mi alzo dolorante e, reggendomi il polso con la mano destra vado nella direzione del rumore continuando a chiamare. Manco una piega.
Finalmente gli arrivo davanti e cado in ginocchio.
Ringraziando il Signore invece di passarmi addosso o di fianco, mio marito come quasi tutti gli uomini ha una visione a ‘’canna di fucile’’, mi vede per fortuna,  spegne il tosaerba e mi chiede: ‘’Cosa hai combinato’’?
Piangendo dal male gli spiego. Tenendomi, mi accompagna in casa dove mi butto sul divano. Luke viene vicino e mi lecca, alla faccia del CoVid19, per consolarmi.
Antonio mi toglie lo spesso guanto da giardino e, quando vede la situazione, senza parlare inizia a chiudere casa.
Ci mettiamo in auto e partiamo in direzione Ospedale Le Bonnet di Frejus.
Visto la situazione pandemia posso entrare solo io, faccio le pratiche all’accettazione dopo di che mi mettono in sala d’attesa, dove rimango per circa due ore.
Finalmente mi fanno i raggi, come vedono le lastre mi prendono e mi coricano su una lettiga, mi fanno una flebo di morfina e mi ricoverano!
Sempre così a Le Bonnet, non mi prendono mai sul serio. Anche quando mi sono rotta il piede non avevano fatto una piega fino a quando non avevan visto le lastre. Vabbè.
Giovedì mattina, giorno dell’Ascensione, mi sveglio di soprassalto alle 5,15 a causa di urla belluine femminili! Aiuto, soccorso, nooooooo, pietà, noooooooo … soccorso, nooooo.
Resto in silenzio con le orecchie tese, sento altre voci, ma non capisco cosa stiano dicendo.
Immagino stiano facendo le medicazioni, guardo il cellulare e vedo che a quell’ora non è possibile. Dopo un pò la porta di camera mia si apre ed un infermiere, in punta di piedi, entra chiedendomi se va tutto bene, al che gli rispondo che io si sto bene ma che non credo stia bene la persona che è nella camera accanto alla mia.
Mi spiega che è una Signora con dei problemi psicologici, che di notte si gira nel letto talmente tanto da rimanere incastrata tra le sbarre alzate. Dato che è stata operata ad una spalla le manovre per rimetterla in sesto non devono esser piacevoli, ecco il motivo delle urla. Poverina.

Cerco di riposare ancora un pò. Verso le 9,30 mi portano nel blocco operatorio per una pre anestesia.

Ora dovete sapere che io sono una ‘’fifona’’ e che l’idea di farmi affettare da qualcuno non è che mi riempia di gioia. Quindi ecco che inizio, dopo alcuni convenevoli di rito,  a far domande a chirurgo ed anestesista.

Io: ‘’Buongiorno dottore, lei ha visto le mie lastre’’?
D.: ‘’Certo che le ho viste’’!
Io: ‘’E una frattura scomposta e fuori asse come procederete per l’intervento’’?
D: ‘’Non si preoccupi quando aprirò mi renderò conto ed agirò di conseguenza, metterò comunque dei chiodi e delle viti, oppure degli anelli, vedremo …’’
Io: ‘’Quanti interventi al polso fate durante l’anno’’?
D.: ‘’Circa 365! Di solito uno al giorno’’!
Io: ‘’ Ah.., bene! Ma … adesso le mie lastre dove sono’’?
D.:’’ Adesso non le ho qui’’.
Io: ‘’Ma come non le ha? E come fa ad operarmi’’?
D.: ‘’Forza con l’anestesia! Altrimenti non la smette più di parlare’’!
Io: ‘’Ma come fa ad operarmi se non ha le mie last …

E poi più niente.

Mi sono risvegliata più tardi con un’infermiera che mi chiedeva: ‘’Allora? Come va? Tutto bene”?
Devo averle blaterato una risposta perché dopo un pò è tornata sorridendo.
Tornata in camera mi sono vista portare un vassoio con dentro di tutto di più!
Un contenitore con della pasta non ben identificata alla besciamella, una rolatina di pollo farcita con una accompagnamento di crocchette di patate. Formaggio e dolce.
Mamma mia! Alla faccia dell’intervento. Comunque ho mangiato il pollo e anche qualche crocchetta! Lo stomaco non mi crea nessun problema.

Stare in ospedale in tempo di CoVid19 ha dei vantaggi e degli svantaggi.
Il vantaggio è che sei solo in camera. Il che non è male. Gli svantaggi sono che, non vedi nessuno, nessuno può venire a trovarti e non puoi leggere. Nell’ospedale ,sono scomparsi giornali e riviste, in quanto veicoli di contagio.
Arrivando d’urgenza da casa non avevo certo preso un libro, già tanto che avessi in borsa lo spazzolino da denti. Quindi che fare? Cantare!
Ho passato due giorni dormendo, mangiando e cantando.
Il venerdì pomeriggio per fortuna già tornavo a casa.
I primi giorni il polso mi faceva un male terribile, oggi, martedì 26 sono riuscita a scrivere tutto questo, quindi, va molto meglio.
Il 22 mi faranno una visita di controllo, il 29 mi rivedrà l’anestesista e il 7 luglio mi riopereranno nuovamente per togliere i ferri.
Che ‘’OO’’! Mi sa che fino a fine agosto non potrò guidare. Basta giardinaggio! Mio figlio per prendermi in giro mi ha detto che il ‘’giardinaggio’’ è incluso nei corsi di sopravvivenza.

Alla prossima

Elena

La ragazza con la valigia …

Il CIP, Club Italianiste de Provence, nell’ambito della serie di film in lingua italiana,  ha fatto proiettare al Cinema Vox di Frejus:  ”La ragazza con la valigia”,  un film del 1961 diretto da Valerio Zurlini. Sono andata a vederlo assieme a Simone, Yvette, Muriel e Yannick .

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la locandina del Film

Trama

La storia si svolge in estate tra Parma e la Riviera romagnola.
Aida Zepponi (Claudia Cardinale) una giovane e bella ragazza che aspira a diventare una cantante è stata sedotta, o forse per meglio dire, si è fatta sedurre, da Marcello (Corrado Pani) credendolo un imprenditore artistico.
Marcello è un viziato, ricco dongiovanni appartenente alla ”Alta borghesia” che cerca di portarsi a letto la bella Aida. Nel film non si capisce se abbiano avuto o meno ”rapporti carnali”, ma, sta di fatto, che Marcello stanco di lei la pianta in asso.
Aida per seguire Marcello aveva lasciato Piero (Gian Maria Volontè) che suonava in un gruppo musicale.
Marcello aveva dato ad Aida un falso cognome ma il numero di telefono era quello giusto, quindi Aida lo rintraccia e si presenta a casa sua.
Marcello chiede al fratello minore,  Lorenzo,  (Jacques Perrin) di andare lui alla porta e liberarsi della donna.
Lorenzo è impietosito alla vista di una bella donna sola e con una pesante valigia … e le consiglia una piccola pensione poco lontana.
Lorenzo, sedicenne inesperto, si innamora perdutamente di Aida e le procura una camera in un Hotel della città, utilizzando il denaro destinato al Parroco (Romolo Valli) amico di famiglia, che gli dà ripetizioni.
Il comportamento di Lorenzo cambia e la zia, che si occupa di lui, è preoccupata. Il ragazzo non studia … rientra tardi … racconta bugie.
Aida, apprezzando la gentilezza e le attenzioni di Lorenzo confessa a quest’ultimo di aver un bambino. Lorenzo è sconvolto ma l’amore ha il sopravvento e la sera dopo raggiunge Aida nell’Hotel, sperando di passare assieme una serata, invece si ritrova a cena con degli sconosciuti e poi a guardarla ballare con un uomo maturo fino a mezzanotte. Aida che sogna di fare la cantante, beve come una spugna tutte le promesse che le vengono fatte.

Il Parroco don Pietro, organizza un incontro con Aida e le spiega che Lorenzo è il fratello minore di Marcello, le chiede di non approfittare di lui, e le chiede di lasciare Parma.
Aida torna a Rimini dove lavora Piero e gli domanda di poter tornare a cantare con loro. Piero, ancora offeso, le dà un ceffone e la manda via.
Un  amico di Piero, Romolo (Riccardo Garrone) attratto dall’avvenenza di Aida, le offre da bere … le fa promesse … e passa il resto del pomeriggio con lei. Aida nonostante sia ubriaca non gli crede e non cede le sue grazie, accettando però del denaro.
Lorenzo la raggiunge mentre Aida è con Romolo. Tra i due, Lorenzo e Romolo, nasce una rissa e, prima che Lorenzo si faccia troppo male, dei passanti allontanano Romolo. Sulla spiaggia Aida e Lorenzo si scambiano il loro primo e forse unico bacio.
Aida accompagna alla stazione Lorenzo, che deve ripartire per Parma. Sono le due di notte … Lorenzo le consegna una busta dicendole che contiene una lettera, in realtà contiene solo del denaro. Aida vede il treno di Lorenzo partire, poi, immersa nei suoi pensieri esce dalla stazione e cammina senza una meta precisa.

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Che dire?

Bellissima Claudia Cardinale, bravo il giovane Jacques Perrin, i lunghi primi piani sui loro visi, hanno il ”sapore” del dramma e sono un po’ anacronistici se paragonati all’azione frenetica dei film di oggi.
Nonostante la lentezza di alcune scene l’argomento è comunque di grande attualità.
Una giovane senza ”mezzi” né economici né culturali, che insegue il sogno di diventare una cantante famosa.
Un ragazzo sedicenne che si innamora perdutamente della bella donna, pseudo-indifesa, che rincorre il proprio sogno.
Cosa c’è di più romantico?
In fondo anche Macron si era innamorato della matura Brigitte no? Il livello culturale … ed il periodo ”storico” in quest’ultimo caso sono molto diversi, tant’è che le cose sono andate in modo altrettanto diverso.
Ma continuiamo a parlare del ”periodo” in cui si svolge il film in questione.
Dunque, il film è del 1961, all’epoca le donne in Italia erano ancora viste principalmente come: spose e madri. Fare l’attrice, la cantante, la ballerina, era un qualche cosa che usciva dagli ‘schemi classici” accettati e condivisi dalla mentalità generale della società.
Una donna poteva lavorare certo, ma, per la medio-alta borghesia l’insegnamento, la libera professione, la segretaria,  erano lo sbocco ottimale, mentre per il ceto basso,  l’operaia in catena di montaggio o la donna delle pulizie a casa altrui, erano le attività riconosciute socialmente e non compromettenti.
Mestieri cosiddetti ”artistici” avevano sempre un risvolto considerato ”frivolo” e quindi, automaticamente la donna diventava di ”facili costumi”.
Quindi per ”riuscire” nel campo dello spettacolo la donna doveva sottostare a delle regole. Inutile dire di che regole stiamo parlando no?
Per farla breve potremmo sintetizzare con: ” O me la dai … oppure quella è la porta”!
Nella maggior parte dei casi quindi, le donne erano ”prede-vittime” consapevoli o meno di ricchi ”industriali e/o produttori che, o le mantenevano, o le facevano lavorare in cambio di sesso.
Nel film in oggetto l’argomento ”sesso” è trattato in maniera molto elegante, lasciando allo spettatore ampia immaginazione.

Ognuno quindi è libero di interpretare se la bella Aida avesse o meno concesso le sue grazie. A qualcuno doveva averle concesse, visto che aveva un figlio, ma lo aveva fatto per amore o per interesse?
Secondo me … che sono una ”romanticona” lo aveva fatto per amore!

Ringraziamo Jerome Reber per le scelte sempre felici.

Alla prossima

Elena

Tourrettes-sur Loup

Con i nostri amici americani siamo andati in girundula a  visitare alcuni paesini, uno che mi è particolarmente piaciuto e che non conoscevo è stato Tourrette-sur Loup che si trova a qualche chilometro da Vence.

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Tourrette è villaggio medioevale, ancora oggi molto fedele all’aspetto che doveva avere in passato, e questo credo sia dovuto al semplice fatto che, nella parte ”vecchia”,  non si può andare in auto … ma solo a piedi.

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Accanto alla porta di ingresso nord si trova la chiesa di San Gregorio.

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San Gregorio

Costruita sulle vestigia di una chiesa romanica ed ingrandita poi nel tempo (1200-1300 d.c.) secondo i canoni stilistici cistercensi, la facciata rispecchia lo stile rinascimentale del 1500. A sud del villaggio un sentiero porta fino al Colle del Loup! Tornare indietro è piuttosto faticoso!

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Come tutti i villaggi medioevali della regione le strade sono strette e sinuose. Questo aveva un duplice scopo, primo rendere difficile l’accesso ad eventuali visitatori ”indesiderati”, secondo mantenere una temperatura ”fresca” durante l’estate, e perché no, proteggere dal vento freddo durante l’inverno.

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La cosa particolare di Tourrette è che sono le case stesse che formano i bastioni di protezione del paese. Le facciate delle case sono incastrate le une dentro le altre formando una solida  difesa.

20160317_174752nella piazza,  attigua al campo di bocce si trova questa statua. Non ho resistito, la tortora appollaiata sopra la gabbia mi è piaciuta troppo! 

Il villaggio è molto ben tenuto, pulito, pieno di fiori,  interessante …  lo consiglio.

Alla prossima

 

Elena