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Strumenti di guerra finanziaria e … ‘’capricci liceali’’.

Dai siamo onesti, a noialtri ‘’popollo’’, quando ci parlano di ‘’QE’’ , ‘’PEPP’’, ‘’MES’’, ‘’RECOVERY FOUND’’, nella stragrande maggioranza cadiamo dalle nuvole. Ci perdiamo … la nostra mente vaga nel nulla.

Proviamo a fare uno sforzo, io per prima, e cerchiamo di capirci qualche cosa dai.

Che cos’è il ‘’Qe’’?
Il Quantitative Easing (Draghi) che spesso viene associato all’Eurozona, non è una nostra esclusività, le banche centrali di tutto il mondo possono utilizzarlo in caso di necessità. E’ un sistema che, per far fronte a emergenze economiche/finanziarie, ha creato un maxi programma di acquisti. Si tratta di una politica non convenzionale tramite la quale un istituto centrale acquista titoli, come ad esempio quelli governativi, con lo scopo di calmierarne il costo degli interessi. In questo modo fa risparmiare agli stati interessati e/o alle aziende emettitrici quantità industriali di interessi da pagare, liberando in questa maniera, risorse per investimenti e spesa pubblica, rendendo quindi più facile e meno costoso l’accesso al credito per gli stati e per le aziende.

Che cos’è il PEPP?
Mò cerchiamo di capire che cos’è ’sto ‘’Pepp’’ …
Dunque, Pepp, acronimo inglese di ‘’Pandemic Emergency Purchase Programme’’ il cui significato è quello di un programma di acquisto per l’emergenza pandemica, che continua ed affianca il QE che sta andando, pian piano a termine.
Il Pepp, è uno strumento ‘’temporaneo’’ di acquisto titoli che avrebbe dovuto terminare a fine anno, ma che è stato prorogato sino a giugno 2021, sperando che per quel periodo il CoVid19 sia ormai solo un brutto ricordo.
Si rivolge, anche lui, non solo ai titoli pubblici ma anche alle obbligazioni di aziende private facilitandone il finanziamento.
La Banca centrale europea ha aumentato recentemente di 600 miliardi il suo Pepp, (Lagarde) portando il totale a 1.350 miliardi. Mica ciuffoli!
Con questo nuovo programma di acquisto titoli, la Banca Centrale Europea ha cercato di garantire un flusso di danaro al sistema finanziario e a ogni singolo membro della zona euro.

Che cos’è il MES?
Un altro strumento economico/finanziario è il MES ( Meccanismo Europeo di Stabilità) attivo dal 2012 – che può concedere prestiti ai Paesi in difficoltà. IL MES viene finanziato dai singoli Stati membri con una ripartizione percentuale in base alla loro importanza economica. Il danaro prima veniva prestato in cambio di riforme specifiche, miranti ad eliminare o almeno a mitigare l’effetto dei ‘’punti deboli’’ dell’economia del Paese richiedente.
Prevedeva in particolare interventi in tre aree:
• Consolidamento fiscale, con tagli alla spesa pubblica per ridurre i costi della Pubblica amministrazione e migliorarne l’efficienza, e parallelamente aumentare le entrate attraverso privatizzazioni o riforme fiscali;
• Riforme strutturali, con l’adozione di misure di stimolo alla crescita, alla creazione di posti di lavoro e alla competitività;
• Riforme del settore finanziario, con misure destinate a rafforzare la vigilanza bancaria o, se necessario, a ricapitalizzare le banche.
Oggi come oggi, causa CoVid19, il danaro del MES verrebbe dato a tasso zero con restituzione tra 10 anni e SOLO per miglioramenti sulla Sanità, senza chieder nulla in cambio a chi è stato più colpito dalla pandemia. Nel caso Italia, il prestito a noi erogato sarebbe più alto di quello che l’Italia versa al fondo stesso. Quindi … vedete un pò voi, personalmente li prenderei eccome.

Recovery Found o Fondo di recupero
Inizialmente proposto ed elaborato dai francesi, il Recovery Fund è un fondo con il compito di emettere i ‘’Recovery Bond’’, con garanzia condivisa nel bilancio dell’Unione Europea.
Sugli eurobond e anche sul Recovery Fund i membri settentrionali dell’Unione si sono espressi contro qualsiasi forma di condivisione del debito mentre quelli meridionali si sono mostrati più aperti in tal senso visto anche lo stato dei loro conti pubblici.
Forse adesso hanno trovata una ‘’quadra’’ in una proposta recente che consiste nella ‘’condivisione del rischio comune’’ SOLO guardando al futuro, senza una condivisione del ‘’debito passato’’.
Questa proposta presentata dall’esecutivo comunitario è al momento soltanto una proposta visto che, per entrare in vigore, dovrà ricevere il via libera di tutti i 27 Paesi membri. Speriamo in bene …

Io credo di essermi chiarita un pò le idee …
Purtroppo, quando non si capisce al volo, quasi sempre si rinuncia a capire, trovando più comodo rifugiarsi nei ‘’vecchi cari luoghi comuni’’ e negli ‘’slogan semplificatori’’ forniti belli e pronti da qualche partito che si professa, ovviamente, vicino al ‘’popolo’’ e contro la ‘’crudele Europa’’. (La ‘’perfida Albione’’ se ne è già andata … purtroppo)
Il fatto è che però se noi ‘’popolo’’ non capiamo, non si risolverà mai nulla, non spingeremo mai nella giusta direzione. Se restiamo ancorati paurosamente ai vecchi schemi sorpassati non faremo altro che boicottarne i nuovi, e lo faremo in maniera ‘’bovina’’. (Con tutto il rispetto per la categoria).
Ovvio che, uno sputo sul palmo ed una stretta di mano, erano più facili da capire, ma oggi le cose sono più complicate, quindi sforziamoci di comprendere un pò di più la realtà che ci coinvolge.

In fondo ‘sta pandemia di Covid-19 ha fatto crollare diversi tabù, inclusi i principi ‘’rigoristi’’ della politica economica tedesca. Vogliamo approfittarne si o no? Vogliamo prendere ’sti soldi che ci vengono offerti a tassi irrisori o addirittura negativi o continuiamo a ‘’pettinare le bambole’’?

Vogliamo lasciare che bambini incoscienti ed immaturi facciano i capricci sulle ‘’virgole’’ e sui loro ‘’slogan cavalli di battaglia’’ o vogliamo predisporre un piano decente ed efficace per USARE FINALMENTE E BENE questo danaro di cui abbiamo un bisogno enorme per poter rialzare la testa? Prendere anche solo questo danaro per migliorare la Sanità e creare ‘’economia Green’’ sarebbe già un motivo sufficiente. Creare lavoro affrancandoci nel contempo dai combustibili fossili! Ma … cosa stiamo aspettando?
Alla prossima

Elena

Negoziati per il nuovo budget dell’Unione europea

Più che un’Europa con zero emissioni, rischiamo di avere un’Europa con zero ambizioni …

Il Consiglio europeo straordinario che si è svolto a Bruxelles per cercare di trovare un accordo sul bilancio a lungo termine dell’Unione europea (Quadro finanziario Pluriennale 2021-2027), ha offerto ancora una volta uno spettacolo di divisione, invece che di unità, come accade sempre in questi negoziati complessi in cui troppo spesso prevale la ricerca dell’interesse nazionale su quello europeo generale.
Ancora una volta, quindi tutti i proclami che ad ogni riunione vengono lanciati sulle ambizioni che deve avere l’Unione europea per giocare un ruolo geostrategico determinante a livello globale, oppure per diventare la potenza leader della nuova economia sostenibile sul piano ambientale, sociale e generazionale, o per garantire “la sovranità tecnologica” degli Europei, o tutelarne la sicurezza, nel momento in cui si devono negoziare le risorse necessarie per  raggiungere questi obiettivi diventano all’improvviso slogan senza alcuna sostanza.
Le negoziazioni per il bilancio rappresentano perfettamente le contraddizioni della logica intergovernativa, che corrisponde allo strapotere e al controllo quasi assoluto degli Stati membri sul meccanismo di funzionamento dell’UE. A pagarne le spese sono invece gli europei, vittime di un sistema istituzionale incapace di garantire i loro diritti. Ed è pertanto questo sistema che deve cambiare. La Conferenza sul futuro dell’Europa deve essere l’occasione per farlo.

Sotto questo aspetto, è importante che l’Italia assuma, come Governo e come Parlamento delle posizioni forti e chiare. Il dibattito inaugurato nella giornata di mercoledì 19 alla Camera con la relazione del Presidente Conte in vista del Consiglio europeo è stata una buona partenza, su cui il nostro Paese può costruire. Il presidente Conte ha affermato non solo che l’Italia intende richiedere un bilancio quantitativamente adeguato alle ambizioni dell’UE, ma che ritiene al tempo stesso necessario rinnovare l’architettura del bilancio stesso per introdurre forme nuove di finanziamento, basate su risorse proprie europee. La Camera ha poi approvato, tra le altre, una mozione a firma Fusacchia, Muroni, Quartapelle, Palazzotto, che il Governo ha accolto, in cui si impegna il Governo “a sostenere l’avvio – in tutte le sedi comunitarie, a partire dal consiglio europeo – di una discussione sulla necessità di una capacità fiscale autonoma a livello europeo, con i relativi strumenti necessari per decidere l’entità delle risorse e la loro allocazione, al fine di superare definitivamente lo stallo che l’attuale metodo di definizione del QFP crea essendo subordinato al conseguimento del voto all’unanimità”; inoltre la mozione fa riferimento all’occasione rappresentata dalla Conferenza sul futuro dell’Europa per coinvolgere cittadini, enti territoriali, mondo produttivo e associativo in questo confronto e avviare il processo per rifondare l’Unione europea.

IL MFE, la GFE e il Movimento Europeo Italia hanno deciso di fondare la propria azione su queste priorità. Non possono pertanto non sostenere con forza quanto approvato ieri alla Camera, e ribadire che questa è la via da percorrere, anche se molti altri governi sembrano andare in direzioni opposte. Appiattirsi sullo status quo in questa fase sarebbe un modo sicuro per deludere ancora i cittadini europei, a cui è stata promessa una nuova Europa a zero emissioni, e che rischiano invece di continuare a vivere in un’Europa con zero ambizioni.

Pavia, 21 febbraio 2020

Fonte: Movimento Federalista Europeo