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Draghi … l’ultimo treno …

Diceva Draghi nel lontano 2007 …
E’ necessario un ‘’PATTO DI FERRO’’ – Una scuola più efficiente, in grado di fornire agli italiani di domani una più agevole collocazione sul mercato internazionale del lavoro; una giustizia civile trasparente con tempi certi; servizi pubblici competitivi e meno onerosi. Ecco le ‘’mete raggiungibili’’ che possiamo e dobbiamo raggiungere.
Raggiungibili a patto di stringere un patto di ferro tra tutte le componenti della società civile.
Per la scuola serve un ‘’forte cambiamento’’, che coinvolga docenti, il cui reclutamento, la distribuzione geografica e i percorsi di carriera sono governati da meccanismi che mescolano precarietà e inamovibilità.
Eppure la scuola è fondamentale in quanto: la ‘’povertà di conoscenze è l’anticamera della povertà economica.
Ma anche la lentezza della giustizia civile è un grave problema. Le manchevolezze della nostra giustizia civile sono segnalate da studi internazionali, testimoniate dal disagio dei cittadini e delle imprese. Nella durata dei processi il confronto internazionale è impietoso.
Un esempio fra tutti: i procedimenti di lavoro nel primo grado di giudizio durano da noi in media oltre 2 anni, 1 anno in Francia, meno di 6 mesi in Germania.
Tempi lunghi dunque che non dipendono tanto da una carenza relativa di risorse, quanto da difetti nell’organizzazione e nel sistema degli incentivi. Un problema che al Sud appare ancora più grave, poiché nel Mezzogiorno la durata media di un processo civile ordinario di primo grado si triplica, passando dai 500 giorni necessari a Torino ai 1.500 di Messina.
Quanto sopra era stato riportato da l’Unita nel giugno del 2007.

Onestamente a uno così si potrebbe dare la fiducia si o no? Che cos’è che avrebbe ”meno” di Conte Draghi?

Noi italiani abbiamo avuto 67 governi in 75 anni. Evidentemente a ”noi” piacciono i cambiamenti, viceversa non si spiegherebbe.
Comunque, visto che i nostri ultimi ‘’eletti” non ‘’combinavano nulla’’ e litigavano in continuazione, Mattarella, dopo aver tentato un ConteIII con l’esploratore Fico, ci ha proposto Draghi, che, ‘’attenzione’’ … è la nostra ultima spiaggia! Se perdiamo anche questa saran cavoli amari.

Noi dobbiamo presentare, entro il 30 aprile, se non vogliamo perdere i quattrini che abbiamo ottenuto grazie a Gualtieri, il Piano nazionale di Ripresa, che però, nella versione più recente, quella di gennaio pare sia ancora incompleto.
Malelingue dicono che, più che un ”piano organico”, si direbbe un elenco di ‘’pii desideri’’ di ben 167 pagine! Ma … non si capisce bene come, quando e, soprattutto, con ‘’chi’’ , sti pii desideri li si potrebbe far diventare realtà costruttiva.
Il Piano in oggetto deve essere rivisto/perfezionato dal ‘’nuovo Governo che sta, speriamo, formandosi.

Eppure non sarà facile per Draghi avere una maggioranza che gli permetta di lavorare serenamente.
C’è un bell’articolo di Mattia Feltri che è illuminante su quanto i grillini ‘’amino’’ Draghi. E tutti sappiamo che con il M5S bisogna fare i conti perchè, nonostante abbiano perso per strada 30 deputati e 20 senatori, dalle elezioni del 2018, il loro numero è sempre determinante per garantire una maggioranza.

Nel 2014 Grillo chiedeva che Draghi fosse processato per aver portato soldi alle banche europee.
L’anno dopo lo accusava di togliere quattrini al welfare per la stessa cosa.
Nel 2017, Elio Lannutti, quello che crede che il mondo sia governato dagli ebrei, dai rettiliani e da Lucifero, diceva che Draghi è uno che taglieggia le imprese per foraggiare i banchieri.
Nel 2015 lo ‘’statista’’ Luigi Di Maio aveva invitato Draghi a: ‘’facce Tarzan’’! Poi, dall’alto della ‘’sua’’ preparazione economica, aveva sostenuto che Draghi usasse il suo bazooka per dopare un sistema finito. (Di Maio sa tutto!)
Nel 2014 il M5S definiva Draghi: ‘’una Mary Poppins suonata che tira fuori solo ‘’vecchie ricette’’, facendo supporre di averne loro di decisamente migliori.
Sostenevano anche che Draghi desse risposte: ‘’surreali e da maestrina e che la sua gestione della BCE fosse da cieco incapace’’.
Secondo voi adesso ”cosa faranno”? Amarlo non lo amano, anche perchè forse manco capiscono quello che dice.

Comunque Draghi, come promesso a Mattarella, sta cercandosi una maggioranza e non sarà una cosa semplice.

L'ultimo treno e poi ... ''ciccia''!

L’ultimo treno e poi … ”ciccia”!

Per quanto Draghi goda dell’affetto e della stima di tutti e si è visto che al Quirinale con il Presidente della Repubblica praticamente era tutto un ‘caro Mario’ e un ‘caro Sergio’.
Il problema vero per noi è che lui, Draghi, è davvero l’ultima spiaggia, perché poi, restano solo le elezioni. Tra l’altro dato che noi votiamo sempre alla ”oiseau du chien”, e che la legge elettorale è sempre la stessa, bene che vada non cambierà una cippa, male che vada avremo al governo la destra anti europeista.

Il problema per Draghi è che:

– un conto è avere un governo tecnico, rispetto al quale lui potrà selezionare, individuare e proporre i ministri in base a un preciso mandato del Capo dello Stato, e in questo caso non dovrebbe praticamente rendere conto a nessuno degli attuali leader politici;

– un altro conto è invece un governo politico. In questo caso dovrebbe rispondere a cento situazioni politiche diverse e tutti sappiamo che, discutere con ”alcuni dei nostri Parlamentari”, è come giocare a scacchi con un piccione.

Puoi essere anche il campione del mondo ma il piccione farà cadere tutti i pezzi, cagherà sulla scacchiera e poi se ne andrà camminando impettito come se avesse vinto lui.

Alla prossima

Elena

Strumenti di guerra finanziaria e … ‘’capricci liceali’’.

Dai siamo onesti, a noialtri ‘’popollo’’, quando ci parlano di ‘’QE’’ , ‘’PEPP’’, ‘’MES’’, ‘’RECOVERY FOUND’’, nella stragrande maggioranza cadiamo dalle nuvole. Ci perdiamo … la nostra mente vaga nel nulla.

Proviamo a fare uno sforzo, io per prima, e cerchiamo di capirci qualche cosa dai.

Che cos’è il ‘’Qe’’?
Il Quantitative Easing (Draghi) che spesso viene associato all’Eurozona, non è una nostra esclusività, le banche centrali di tutto il mondo possono utilizzarlo in caso di necessità. E’ un sistema che, per far fronte a emergenze economiche/finanziarie, ha creato un maxi programma di acquisti. Si tratta di una politica non convenzionale tramite la quale un istituto centrale acquista titoli, come ad esempio quelli governativi, con lo scopo di calmierarne il costo degli interessi. In questo modo fa risparmiare agli stati interessati e/o alle aziende emettitrici quantità industriali di interessi da pagare, liberando in questa maniera, risorse per investimenti e spesa pubblica, rendendo quindi più facile e meno costoso l’accesso al credito per gli stati e per le aziende.

Che cos’è il PEPP?
Mò cerchiamo di capire che cos’è ’sto ‘’Pepp’’ …
Dunque, Pepp, acronimo inglese di ‘’Pandemic Emergency Purchase Programme’’ il cui significato è quello di un programma di acquisto per l’emergenza pandemica, che continua ed affianca il QE che sta andando, pian piano a termine.
Il Pepp, è uno strumento ‘’temporaneo’’ di acquisto titoli che avrebbe dovuto terminare a fine anno, ma che è stato prorogato sino a giugno 2021, sperando che per quel periodo il CoVid19 sia ormai solo un brutto ricordo.
Si rivolge, anche lui, non solo ai titoli pubblici ma anche alle obbligazioni di aziende private facilitandone il finanziamento.
La Banca centrale europea ha aumentato recentemente di 600 miliardi il suo Pepp, (Lagarde) portando il totale a 1.350 miliardi. Mica ciuffoli!
Con questo nuovo programma di acquisto titoli, la Banca Centrale Europea ha cercato di garantire un flusso di danaro al sistema finanziario e a ogni singolo membro della zona euro.

Che cos’è il MES?
Un altro strumento economico/finanziario è il MES ( Meccanismo Europeo di Stabilità) attivo dal 2012 – che può concedere prestiti ai Paesi in difficoltà. IL MES viene finanziato dai singoli Stati membri con una ripartizione percentuale in base alla loro importanza economica. Il danaro prima veniva prestato in cambio di riforme specifiche, miranti ad eliminare o almeno a mitigare l’effetto dei ‘’punti deboli’’ dell’economia del Paese richiedente.
Prevedeva in particolare interventi in tre aree:
• Consolidamento fiscale, con tagli alla spesa pubblica per ridurre i costi della Pubblica amministrazione e migliorarne l’efficienza, e parallelamente aumentare le entrate attraverso privatizzazioni o riforme fiscali;
• Riforme strutturali, con l’adozione di misure di stimolo alla crescita, alla creazione di posti di lavoro e alla competitività;
• Riforme del settore finanziario, con misure destinate a rafforzare la vigilanza bancaria o, se necessario, a ricapitalizzare le banche.
Oggi come oggi, causa CoVid19, il danaro del MES verrebbe dato a tasso zero con restituzione tra 10 anni e SOLO per miglioramenti sulla Sanità, senza chieder nulla in cambio a chi è stato più colpito dalla pandemia. Nel caso Italia, il prestito a noi erogato sarebbe più alto di quello che l’Italia versa al fondo stesso. Quindi … vedete un pò voi, personalmente li prenderei eccome.

Recovery Found o Fondo di recupero
Inizialmente proposto ed elaborato dai francesi, il Recovery Fund è un fondo con il compito di emettere i ‘’Recovery Bond’’, con garanzia condivisa nel bilancio dell’Unione Europea.
Sugli eurobond e anche sul Recovery Fund i membri settentrionali dell’Unione si sono espressi contro qualsiasi forma di condivisione del debito mentre quelli meridionali si sono mostrati più aperti in tal senso visto anche lo stato dei loro conti pubblici.
Forse adesso hanno trovata una ‘’quadra’’ in una proposta recente che consiste nella ‘’condivisione del rischio comune’’ SOLO guardando al futuro, senza una condivisione del ‘’debito passato’’.
Questa proposta presentata dall’esecutivo comunitario è al momento soltanto una proposta visto che, per entrare in vigore, dovrà ricevere il via libera di tutti i 27 Paesi membri. Speriamo in bene …

Io credo di essermi chiarita un pò le idee …
Purtroppo, quando non si capisce al volo, quasi sempre si rinuncia a capire, trovando più comodo rifugiarsi nei ‘’vecchi cari luoghi comuni’’ e negli ‘’slogan semplificatori’’ forniti belli e pronti da qualche partito che si professa, ovviamente, vicino al ‘’popolo’’ e contro la ‘’crudele Europa’’. (La ‘’perfida Albione’’ se ne è già andata … purtroppo)
Il fatto è che però se noi ‘’popolo’’ non capiamo, non si risolverà mai nulla, non spingeremo mai nella giusta direzione. Se restiamo ancorati paurosamente ai vecchi schemi sorpassati non faremo altro che boicottarne i nuovi, e lo faremo in maniera ‘’bovina’’. (Con tutto il rispetto per la categoria).
Ovvio che, uno sputo sul palmo ed una stretta di mano, erano più facili da capire, ma oggi le cose sono più complicate, quindi sforziamoci di comprendere un pò di più la realtà che ci coinvolge.

In fondo ‘sta pandemia di Covid-19 ha fatto crollare diversi tabù, inclusi i principi ‘’rigoristi’’ della politica economica tedesca. Vogliamo approfittarne si o no? Vogliamo prendere ’sti soldi che ci vengono offerti a tassi irrisori o addirittura negativi o continuiamo a ‘’pettinare le bambole’’?

Vogliamo lasciare che bambini incoscienti ed immaturi facciano i capricci sulle ‘’virgole’’ e sui loro ‘’slogan cavalli di battaglia’’ o vogliamo predisporre un piano decente ed efficace per USARE FINALMENTE E BENE questo danaro di cui abbiamo un bisogno enorme per poter rialzare la testa? Prendere anche solo questo danaro per migliorare la Sanità e creare ‘’economia Green’’ sarebbe già un motivo sufficiente. Creare lavoro affrancandoci nel contempo dai combustibili fossili! Ma … cosa stiamo aspettando?
Alla prossima

Elena

La BCE distribuisce in Europa 233,47 miliardi di euro …

La Bce ha assegnato complessivamente 233,47 miliardi a 474 istituti di credito europei affinché ci sia liquidità per l’economia ”reale”!
Bene! Tutto bello … peccato che poi le banche siano tanto ”restie” a prestar ‘sti soldi.

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D’altronde, se un disoccupato va in una banca e chiede un prestito per comprarsi casa, o l’auto, oppure per aprire una piccola attività, mica glieli danno i soldi.
Perchè? Ma se è disoccupato che garanzie potrebbe dare alla banca?
Di crediti insoluti le nostre banche sono piene. Sono tantissime le persone e le aziende che avevano chiesto prestiti, ma poi, avendo perso il lavoro non sono stati più in grado di restituirli.
Per questo motivo le banche oggi preferiscono non rischiare.
Quindi?
Quindi le banche i soldi li prestano a quelli che i soldi li hanno già.
Per farla breve: se hai un lavoro a tempo indeterminato, un lavoro sicuro con uno stipendio decente la banca ti presta, in proporzione,  i soldi perché sei ”affidabile”. Se sei un disoccupato invece ”ciccia”!  D’altronde, voi prestereste denaro a uno che non lavora e che, quel poco che ha lo ”gioca alle macchinette” ? Non credo proprio.
Mi chiedo: ”Ma … è meglio riempire di denaro le banche sperando che l’economia  reale riparta, o sarebbe meglio usare il denaro per creare lavoro in maniera efficace e diretta,  magari con mirate azioni politiche? Può lo Stato demandare alle banche di creare ”economia reale”? Mi sa che le banche preferiscano agire in ”borsa” piuttosto che metter su cantieri. Insomma, mi chiedo che cosa farebbe ripartire meglio l’economia; se  banche piene di soldi, che li danno sempre agli stessi, oppure destinare il denaro per ”creare” lavoro” in modo organizzato?
Che alla fin dei fini sarebbe un po’ come dire: ”E’ nato prima l’uovo o la gallina”?

Insomma mò le banche sono piene di quattrini ma … a chi li daranno?

Mah …

Alla prossima
Elena

INTANTO VARUFAKIS VIENE MESSO GENTILMENTE ”DA PARTE” …

Il comportamento dei greci piace proprio pochino ai ministri dell’Unione  …

Varufakis, gran bell’uomo, ma forse non basta questa di dote all’Eurogruppo, si è beccato una serie di insulti dai flemmatici ministri :  perditempo … dilettante … giocatore d’azzardo.

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Addirittura il ministro maltese ha detto di considerare definitivamente ”rotti i rapporti con la Grecia”.

Tsipras poi ha tentato di aggirare i ministri dell’Eurogruppo, cercando un accordo ”aumma aumma” – alla Mediterranea tanto per intenderci – con la Merkel a margine del consiglio di Bruxelles.  I ministri si sono proprio ”arrabbiati”!  Sono i ministri delle finanze dell’Eurogruppo che devono decidere sui finanziamenti ai Paesi e NON i capi di Stato.

Comunque … alla luce di questi fatti … Tsipras si è messo a lavorare alla veloce per delle ”bozze” di riforme economiche che Atene dovrà presentare ai creditori istituzionali (Ue, Bce e Fmi) per poter ottenere lo sblocco dei prestiti, quindi ”ossigeno” per la disastrata Grecia.

Le riforme riguardano: fisco, pubblica amministrazione, questioni di natura fiscale, licenze televisive, tasse sulla pubblicità fatte alla tv.

Tsipras inoltre, visto l’amore che corre tra Varufakis e gli altri ministri, ha cambiato il gruppo dei negoziatori con i creditori internazionali. Il nuovo team (sempre con Varufakis a capo … per la serie: ”salviamo la faccia”)  sarà guidato e avrà come portavoce in Europa  il viceministro delle Relazioni Internazionali Euclid Tsakalotos.

ll vice ministro Tsakalotos, pare abbia il profilo adatto per trattare con i rappresentanti dei creditori. Questo signore ha caratteristiche esattamente opposte di quelle dell’irruento e dissacrante Varufakis, i cui rapporti personali con diversi colleghi dell’Eurogruppo, a cominciare dal tedesco Wolfgang Schaeuble, sono ormai compromessi definitivamente!

Varufakis è riuscito persino a litigare con Padoan … che insomma … proprio uno ”aggressivo” non si direbbe  …

Vedremo … noi intanto stiamo a ”guardare” sperando che trovino una ”quadra” decente!

Quel che è certo è che i ”deboli” non riscuotono le simpatie di nessuno … e come al solito pagheranno gli innocenti … e NON quelli che la Grecia l’hanno spremuta come un limone!

 

Alla prossima

 

Elena