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Per la serie: Bisogna essere positivi … ecco il nuovo Governo Italiano!

Dunque,  dato che nella vita è necessario essere sempre ‘’positivi’’,  e soprattutto è inutile piangere sul latte versato e nemmeno quando ormai i buoi sono scappati, vediamo un pò di fare il ‘’punto della situazione’’ e capire da chi  è composta ‘sta squadra di governo, soprannominata anche ‘’giallo-verde’’ per via dei colori che la caratterizzano. Giallo per il M5S verde per la LEGA che, notoriamente, si rifà ai verde della Padania! Quella strana mitica regione che esiste tanto quanto ‘’Topolinia’’!  Ma lasciamo perdere … è già tanto che al logo abbiano tolto la parola Nord per non far sentire i ”sudisti” figli di un Dio Minore. Ma…  state tranquilli che è proprio ”quello” che pensano del Sud, il fatto è che  per prendere voti è necessario far finta di niente ed essere amici di tutti no?

Comunque … ecco la squadra: 

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1. Giuseppe Conte – Presidente del Consiglio dei Ministri della Repubblica Italiana Sostenuto da un accordo di Governo tra M5S e Lega. Nato a Volturara Appula l’8 agosto 1964 è un giurista italiano. Politicamente vicino al M5S .  

2. Luigi Di Maio – Ministro dello Sviluppo economico e vicepremier. Mai lavorato un giorno in vita sua, mantenuto dai genitori 12 anni a Giurisprudenza senza peraltro lavorare entra nei meet-up di Belle Grillo, il comico che assieme a Gianroberto Casaleggio ha fondato il partito M5S.  Ha il diploma di liceo classico. Ha detto di tutto di più contro l’Euro e l’Europa. Ha detto di voler fare un referendum per l’uscita dell’Italia dalla moneta europea. 

3. Matteo Salvini  – Ministro dell’Interno e vicepremier. (Segretario del Partito Lega Nord, cambiato poi in solo Lega recentemente per accaparrarsi i voti del sud dell’Italia. Ha fatto tutta la sua campagna contro l’immigrazione. Nel suo partito milita l’ex Senatore Borghezio famoso per aver dato fuoco ad un immigrato che dormiva sotto un ponte a Torino. Al processo ha detto piagnucolando: ‘’Non sapevo che ci fosse una persona credevo fossero solo degli stracci. Il fascista tipico insomma quello che  è aggressivo e crudele con i ‘’piccoli’’ ma servile e gentile con i ‘’potenti’’) Ha il diploma di liceo classico. Non ha mai lavorato e ha sempre fatto politica. Ha definito l’euro una moneta farlocca come quella del gioco del Monopoli. 

4. Giancarlo Giorgetti – Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio. È stato l’uomo macchina della Lega Nord di Umberto Bossi ed è il braccio destro di Matteo Salvini: è stato uno dei protagonisti della trattativa che ha portato all’esecutivo giallo-verde. Nato a Varese nel 1966, laureato alla Bocconi , è commercialista e revisore contabile. Entra in Parlamento nel 1996 e non ne esce più. Dal 2001 al 2006 e dal 2008 al 2013, è presidente della commissione Bilancio della Camera. Nel 2013 viene nominato dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano membro del Gruppo dei Saggi.

5. Giovanni Tria – Ministro delle Finanze e dell’Economia  (fa pure rima dovremmo ricordarcelo).  Preside della facoltà di economia dell’Università romana Tor Vergata. È considerato vicino a Forza Italia. 

6. Enzo Moavero Milanesi – Ministro degli Esteri. Già ministro per gli Affari Europei nel governo Letta e in precedenza in quello di Mario Monti. È stato giudice di primo grado presso la Corte di giustizia dell’Unione europea in Lussemburgo e collaboratore della Commissione europea in qualità di Direttore generale del Bureau of European Policy Advisors.

7. Alfonso Bonafede – Ministro della Giustizia. Avvocato, siciliano di nascita e toscano di adozione, il deputato del M5s Alfonso Bonafede è uno dei parlamentari più fidati e vicini al capo politico del MoVimento, Luigi Di Maio. È soprannominato per questo il ‘mister Wolf’ a 5 stelle. Ha fatto parte del direttorio politico M5s nella scorsa legislatura e, una volta sciolto l’organismo ha seguito le complicate vicende del Campidoglio fungendo da interfaccia sia con i parlamentari sia con Beppe Grillo e Davide Casaleggio. È nato a Mazara del Vallo il 2 luglio del 1976, ma dal 1995 abita a Firenze dove si è laureato in Giurisprudenza e dove è rimasto collaboratore come cultore di Diritto Privato e dove ha conosciuto Giuseppe Conte, docente di privato nello stesso ateneo. È stato Bonafede ad avvicinare Conte al M5s. Nel 2006 ha conseguito il dottorato di ricerca presso la Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Pisa. E dallo stesso anno è avvocato presso il Foro di Firenze con uno studio autonomo. L’attività politica la inizia nel 2006 quando entra a far parte del gruppo degli “Amici di Beppe Grillo” del Meet-up di Firenze. Tre anni dopo si candida alle comunali di Firenze contro Matteo Renzi, racimolando l’1,8%. Alle politiche del 2013 entra in parlamento come deputato. Per tutta la legislatura ricopre il ruolo di vice presidente della commissione Giustizia. Da deputato, si fa promotore di una legge sulla class action che approvata alla Camera è poi sfumata al Senato. Alle elezioni del marzo 2018, nuovamente candidato alla Camera nel collegio uninominale di Firenze-Novoli-Peretola, viene presentato da Di Maio come guardasigilli dell’eventuale governo M5S. 

8. Elisabetta Trenta  – Ministra della Difesa. Esperta analista sui temi della difesa e della sicurezza, esperienze in teatri caldi come l’Iraq, il Libano e la Libia, una laurea in Scienze politiche con indirizzo economico, due master e la passione per il ballo. È il curriculum di Elisabetta Trenta, 51 anni tra una settimana, nuovo ministro della Difesa. Capitano della riserva selezionata del corpo di amministrazione e commissario dell’Esercito, parla quattro lingue – italiano, inglese, francese e russo – e conosce bene il mondo della Difesa: tra il 2005 e il 2006 è stata sia consigliere per la missione “Antica Babilonia 9” per il ministero della Difesa, sia “esperto senior” nella Task force Iraq, a Nassirya, per la Farnesina. Ma non solo: nel 2009 è stata richiamata in servizio come capitano della Riserva nella missione Unifil in Libano e nel 2012 ha coordinato un progetto in Libia per la riduzione degli armamenti illegali. È inoltre vicedirettore del master in Intelligence e sicurezza della Link Campus University, e ha collaborato con il Centro militare di studi strategici (Cemiss) per il quale ha curato la ricerca “Le guerre per procura”. Trenta, stando al suo curriculum, è impegnata nel sociale attraverso due associazioni, ama la musica, suona la chitarra e l’organo. 

9. Paolo Savona – Ministro degli Affari europei. Nato a Cagliari il 6 ottobre del 1936 – Economista e accademico, il professore ha iniziato la sua carriera all’ufficio studi di Bankitalia di cui è diventato direttore. Nel 1976 vince il concorso a cattedra e lascia la Banca d’Italia per insegnare Politica economica prima all’Università di Cagliari e poi all’Università Pro Deo, che contribuì a rifondare come Luiss Guido Carli. È stato anche direttore generale di Confindustria. Ha anche insegnato nelle Università di Perugia, di Roma Tor Vergata, alla Scuola Superiore della Pubblica Amministrazione e all’Università telematica Guglielmo Marconi, dove ha fondato nel 2010 il dottorato in Geopolitica. A sbloccare l’impasse è stato il cambio di ruolo di Paolo Savona, professore anti-euro cui Sergio Mattarella aveva negato l’Economia: ora avrà la delega alle Politiche europee. Savona è un euroscettico e più volte ha paventato tramite scritti e interviste l’idea che per l’Italia sarebbe meglio uscire dall’euro. Questo il motivo per cui non è stato accettato al Ministero dell’Economia in prima battuta. 

10. Marco Bussetti – Ministro dell’Istruzione. Nato il 28 maggio 1962, ha un passato da insegnante di educazione fisica e da allenatore di basket, e conosce il mondo della “burocrazia” scolastica. Attualmente, dal 2015, è responsabile dell’ambito X (Milano) dell’Ufficio Scolastico Regionale della Lombardia; in precedenza, fino al 2011, era stato in servizio presso l’istituto comprensivo di Corbetta fino al 2011, per poi passare in vari uffici periferici. Come si evince dal curriculum reperibile on line sul sito del Miur, ha conseguito la laurea specialistica magistrale in scienze motorie presso l’Università “Cattolica” di Milano. Ha un diploma Universitario preso presso l’Isef statale di Milano e detiene un titolo polivalente di specializzazione per soggetti portatori di handicap. Ha inoltre un diploma di specializzazione conseguito al corso “Il Dirigente pubblico a la gestione del personale: gli strumenti giuridici e manageriali” svoltosi a Bologna presso la Ssna nel 2012/2013. Il curriculum riporta poi una lista di pubblicazioni – libri e dvd – che riguardano, tra l’altro, il tema dell’educazione sostenibile, la promozione sportiva e le prospettive in quest’ambito della scuola italiana, la danza e gli sport di squadra nella scuola. Ha ricoperto diversi incarichi di insegnamento presso l’Università degli Studi di Milano, per il Master Universitario “Sport Management, Marketing and Sociology”; all’Università Cattolica “Sacro Cuore” di Milano; presso l’Università dell’Insubria di Varese, Facoltà di Medicina e Chirurgia, Corso di Laurea in Scienze Motorie.

11. Giulia Grillo – Ministra della Salute. Giulia Grillo, 42enne siciliana, medico anatomopatologo, attualmente capogruppo alla Camera del M5s, è la nuova ministra della Salute nel governo M5s-Lega. Nata a Catania il 30 maggio del 1975, laureata in medicina e chirurgia con specializzazione in medicina legale, è un’attivista della prima ora del MoVimento, arrivata in Parlamento per la prima volta alle elezioni del 2013. Nella precedente legislatura è stata vice capogruppo e capogruppo alla Camera e capogruppo nella commissione Affari Sociali. Grillo di cognome, ma senza alcun rapporto di parentela con il fondatore del MoVimento, nella 17ma legislatura ha fatto approvare 3 mozioni a sua prima firma su governance farmaceutica, sblocco del turn-over del personale sanitario, revisione della disciplina sull’intramoenia e governo delle liste d’attesa. Tra le sue battaglie quella per il giusto prezzo dei farmaci innovativi. La scelta di iscriversi al meetup grillino di Catania risale al 2006, da allora è stata in prima fila nella lotta contro le trivellazioni in Val di Noto, come in quella contro le privatizzazioni dell’acqua pubblica nel ragusano, fino alla nascita del comitato Addio Pizzo di Catania. Candidata alle regionali siciliane del 2008 e a Montecitorio nel 2013, per quanto riguarda le politiche sanitarie, ha «ambiziosi intenti», come dichiarava sulla piattaforma Rousseau: «Ridurre le disuguaglianze di cura e assistenza fra cittadini e lavorare per una sanità pubblica giusta, efficiente e accessibile attraverso un adeguato finanziamento, una seria programmazione, una revisione della governance farmaceutica, un potenziamento dell’assistenza territoriale, un adeguato piano assunzioni e un aggiornamento dei corsi di Laurea e formazione».

12. Giulia Bongiorno  – Ministra della Pubblica amministrazione. Avvocato dei vip, parlamentare da sempre schierata con il centro-destra, ma anche nota per le sue battaglie a favore delle donne con la fondazione Doppia difesa cui ha dato vita con Michelle Hunziker. Ha un curriculum di peso Giulia Bongiorno, 52 anni, palermitana, indicata come ministro della Pubblica Amministrazione nel governo Conte. La sua popolarità è cominciata nel 1995 quando il principe del Foro Franco Coppi, impegnato su troppi fronti, le chiese di occuparsi in prima persona della difesa di Giulio Andreotti, che era accusato di collusione con la mafia e dell’omicidio del giornalista Mino Pecorelli. Un’esperienza che le ha cambiato la vita come lei stessa ha raccontato in un libro. Da allora è stato un susseguirsi di incarichi difensivi prestigiosi, spesso in vicende giudiziarie dal forte impatto mediatico. Ha assistito società multinazionali, importanti imprese italiane e personaggi pubblici. Qualche nome tra i tanti: Pierfrancesco Pacini Battaglia, il “banchiere un gradino sotto Dio”, il finanziere Sergio Cragnotti, Vittorio Emanuele di Savoia. Innumerevoli gli incarichi nel campo della giustizia sportiva: tra i suoi tanti assistiti, i calciatori Cristiano Doni, Stefano Bettarini, Francesco Totti e Antonio Conte, allora allenatore della Juventus, club del quale Bongiorno è componente del Consiglio di amministrazione. Ha difeso anche Raffaele Sollecito nel processo per l’omicidio di Meredith Kercker. Entrata in Parlamento nel 2006 con Alleanza nazionale, e riconfermata in seguito con il Pdl, è stata per diversi anni presidente della Commissione Giustizia della Camera. È stata eletta senatrice a marzo con la Lega. 

13. Alberto Bonisoli  – Ministro dei Beni culturali. Design, moda e formazione sono le competenze di Alberto Bonisoli, l’uomo indicato dal premier Giuseppe Conte per la guida del ministero di Beni culturali e turismo. Bocconiano, classe 1961, il ministro che succederà a Dario Franceschini nella tutela, la gestione e la promozione del patrimonio culturale italiano, ma a sorpresa – almeno per ora- anche delle politiche per il turismo (il ministero che M5S avrebbe voluto scorporare) è attualmente a capo della Nuova Accademia di Belle Arti di Milano, istituzione privata presente in 80 paesi che dal 1980 si occupa in Italia di moda, grafica e design, e presidente della rete delle Scuole di Moda. Sposato e padre di due figlie, a lungo professore di Innovation Management alla Bocconi, Bonisoli non sembra essersi mai occupato in particolare di patrimonio culturale, interessato piuttosto ai temi della formazione e dell’insegnamento, sua dichiarata “passione”, per i quali vanta collaborazioni nazionali ed internazionali, in particolare con l’Unione Europea e il Miur. Per quanto riguarda il turismo, “Cenerentola nei passati governi”, il neoministro pensa ad una «promozione più forte all’estero e ad un maggiore coordinamento centrale», puntando su turismo di qualità, ma anche sulla accoglienza degli studenti stranieri, «che poi tornando in patria sono i nostri migliori ambasciatori».

14. Gian Marco Centinaio  – Ministro dell’Agricoltura. Capogruppo della Lega al Senato, Gian Marco Centinaio, ministro dell’Agricoltura del governo Conte, è nato a Pavia il 31 ottobre 1971. Lombardo doc, si è laureato nel 1999 in Scienze politiche con indirizzo economico-territoriale all’Università di Pavia. Leghista fin dal primo vagito e con la passione per la politica nel sangue, già tesserato a 19 anni diventando militante nel 1994’. La sua carriera istituzionale inizia nel 1993 come presidente del Comitato di quartiere Città Giardino, poi come consigliere comunale di Pavia fino al 2009, quando viene eletto vicesindaco e assessore alla Cultura. Dal 1999 al 2005 è segretario cittadino della Lega di Pavia e poi componente del direttivo cittadino. Approda a Palazzo Madama dopo le Politiche del 2013 diventando senatore della Lega. Da luglio 2014 è capogruppo al Senato e mantiene lo stesso incarico dopo il voto del 4 marzo.

15. Danilo Toninelli  – Ministro delle Infrastrutture e trasporti. Nato a Soresina nel ’74 è entrato in politica nel 2010 fondando il meet-up del gruppo Cremasco. Laureato in giurisprudenza. Capogruppo per il Movimento 5 Stelle al Senato. Alle elezioni politiche del 2013 viene eletto deputato. Alle politiche 2018 è stato eletto nella quota proporzionale Lombardia 1.

16. Sergio Costa  – Ministro dell’Ambiente. Nato a Napoli nel 1959, si è laureato in Scienze Agrarie, con un master in Diritto dell’ambiente. Entrato nel Corpo Forestale, ne è diventato comandante regionale in Campania. Ed è in questo ruolo che all’inizio del Duemila ha guidato la sua indagine più famosa: quella sui rifiuti tossici interrati dal clan dei Casalesi nella cosiddetta Terra dei Fuochi, la piana agricola del Casertano al confine con Napoli. Sposato, due figli, Costa si è occupato anche delle discariche abusive nel Parco del Vesuvio e ha condotto indagini sul traffico internazionale dei rifiuti, in collaborazione con la Direzione nazionale antimafia. Nel 2017, quando la Forestale è stata accorpata ai Carabinieri, è diventato generale di brigata dell’Arma. Oggi vive a Napoli. Sul suo tavolo il neo-ministro troverà due dossier particolarmente scottanti, per i quali l’Italia è stata deferita dalla Commissione europea alla Corte di Giustizia: i continui sforamenti dei limiti per l’inquinamento atmosferico, in particolare per le polveri sottili Pm10, e il deposito unico nazionale delle scorie nucleari. L’Italia è tenuta a farlo dalle norme europee, ma i vari governi non hanno mai osato affrontare l’argomento, a causa delle prevedibili proteste popolari. Il ministero dell’Ambiente ha poi voce in capitolo su tutte le grandi opere, con le Valutazioni di impatto ambientale (Via), senza le quali i cantieri non vanno avanti. Si pensi a Tav, Tap, Terzo Valico, Mose e tante altre.

17. Lorenzo Fontana – Ministro di Famiglia e disabilità. Dalla Fiera di Verona al governo, passando per il Parlamento Europeo. La carriera politica di Lorenzo Fontana, neo-ministro alla Famiglia e alle disabilità, si è sviluppata tutta nella Lega. Nato a Verona il 10 aprile 1980, dipendente dell’Ente Fiera, laureato in Scienze politiche e in Storia della civiltà cristiana, dopo essere stato consigliere comunale di Verona, nel 2009 Fontana è stato eletto per la prima volta al Parlamento Europeo, diventando capo-delegazione del gruppo della Lega. Nel 2014 è stato confermato, ottenendo il seggio grazie alla rinuncia dell’allora sindaco di Verona, Flavio Tosi all’epoca leghista, primo degli eletti nel Carroccio. Nel corso del secondo mandato ha fatto parte della Commissione per le libertà civili, giustizia e affari interni, e della delegazione per le relazioni con l’Iraq. Da sempre a stretto contatto con Matteo Salvini, che lo ritiene il suo “stratega” politico, nel febbraio 2016 Fontana è stato nominato vicesegretario della Lega. Nel giugno dello scorso anno, con l’elezione di Federico Sboarina a primo cittadino di Verona, è stato nominato vicesindaco, con le deleghe alle politiche per la casa, relazioni internazionali, fondi Ue, veronesi nel mondo, smart city, mantenendo l’incarico al Parlamento Europeo. Incarico che ha invece lasciato dopo il voto del 4 marzo, quando è stato eletto deputato alla Circoscrizione Veneto. Il 29 marzo Lorenzo Fontana è stato eletto vicepresidente della Camera ed ha poi rinunciato all’incarico di vicesindaco di Verona, dimettendosi. Nel 2018 ha pubblicato anche il suo primo libro, “La culla vuota della civiltà. All’origine della crisi” scritto a quattro mani con il banchiere Ettore Gotti Tedeschi e con la prefazione di Matteo Salvini. È sposato con Emilia Caputo, napoletana, assistente al Parlamento Europeo, dalla quale ha avuto una figlia, Angelica. È tifoso dell’Hellas Verona.

18. Riccardo Fraccaro – Ministro dei Rapporti col Parlamento e democrazia diretta. Tutto cominciò nel 2010 a Trento. È lì che Riccardo Fraccaro ha fondato il primo meet-up del capoluogo trentino, sua città di adozione, sposando soprattutto la battaglia contro l’inceneritore. Per l’attuale questore della Camera, 37 anni , arriva il ministero dei Rapporti con il Parlamento e della Democrazia diretta, come ha annunciato il premier Conte leggendo la lista dei ministri al Quirinale. Arriva così, soprattutto, anche la battaglia più sentita dal Movimento, il taglio ai vitalizi dei parlamentari anche se gli stessi sono stati aboliti nel 2013.  Nato a Montebelluna, in provincia di Treviso, Fraccaro si sposta in Trentino dove si è laureato in giurisprudenza. Cinque anni fa l’avventura a Montecitorio, unico deputato M5s eletto in Trentino. Per il Movimento diventa anche portavoce del gruppo e segretario dell’ufficio di presidenza. Dopo il voto del 4 marzo, finita la prima riunione dei questori di Camera e Senato, annuncia: ‘’Il M5S abolirà i vitalizi nel giro di due settimane con una delibera. Sono un istituto anacronistico e inaccettabile’’. (Sta parlando ovviamente dei vitalizi acquisiti ante 2013)

19. Barbara Lezzi – Ministra per il Sud. Ministra per il Sud in quota M5S in un dicastero che nel programma di governo iniziale del M5S non doveva neanche esistere. Pugliese, classe 1972, la senatrice si è diplomata nel 1991 all’istituto tecnico Deledda per periti aziendali di Lecce, la città in cui è nata. Assunta dal gennaio 1992 in un’azienda del settore commercio come impiegata di III livello, viene eletta senatrice già la scorsa legislatura dove diventa vicepresidente della Commissione bilancio e membro della Politiche europee. Subito si ritaglia un ruolo di spicco tra la truppa pentastellata sbarcata in Parlamento: dopo la caduta del divieto di partecipare alle trasmissioni tv viene scelta dalla comunicazione tra i parlamentari prescelti a partecipare ai dibattiti in tv e poi inviata come prima pentastellata a partecipare al Forum Ambrosetti di Cernobbio. Conosciuta come la “pasionaria grillina” Lezzi, con un bottino di 107 mila voti, nelle ultime elezioni ha messo al tappeto due big come l’ex premier Massimo D’Alema e la sottosegretaria uscente allo Sviluppo economico Teresa Bellanova. Lezzi è stata sfiorata dal ciclone dei mancati rimborsi M5s per un bonifico di poche migliaia di euro che mancava all’appello.

20. Erika Stefani – Ministra degli Affari regionali e autonomie. Nata a Valdagno, nel Vicentino, il 18 luglio 1971, avvocato, esponente della Lega, è entrata in politica alle amministrative del 1999 come consigliere del comune di Trissino. Prima di approdare in Parlamento, ha fatto una lunga carriera a livello amministrativo e territoriale. Alle elezioni comunali del 2009 si è presentata come candidata del Carroccio a Trissino, è stata eletta e ha ricoperto le cariche di vicesindaca e assessore all’Urbanistica. La svolta politica vera e propria è arrivata però solo nel 2013, quando è stata eletta senatrice con la coalizione di centrodestra alle politiche. Durante la legislatura, è stata vicepresidente del gruppo Ln-Aut dal 15 luglio 2014, membro della Giunta delle elezioni e delle immunità parlamentari, componente della commissione Giustizia. Inoltre ha fatto parte della commissione parlamentare di inchiesta sul femminicidio e su ogni forma di violenza di genere; del Comitato parlamentare per i procedimenti di accusa; della commissione parlamentare per l’infanzia e l’adolescenza. Era anche membro della commissione di inchiesta sul rapimento e sulla morte di Aldo Moro. Alle elezioni del 4 marzo ha ripetuto il successo ottenuto alle precedenti politiche ed è stata rieletta nel collegio uninominale di Vicenza.

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Secondo il sole24ore pare che il neo presidente del consiglio Giuseppe Conte abbia già un braccio destro a Palazzo Chigi.  Si tratta di Pietro Dettori, che ha un ruolo di primo piano ma sempre dietro le quinte, come del resto è stato fin qui nel lavoro svolto per Casaleggio, Grillo e M5S. Dettori entra alla Casaleggio grazie a doti riconosciute sulle strategie social. Era il marzo del 2011 quando il giovane di origini cagliaritane trapiantato a Milano, con in tasca una laurea in Scienze della comunicazione a Bologna, mise piede per la prima volta alla Casaleggio, dove si è poi insediato definitamente nel luglio del 2012. Era lui a scrivere molti dei post che finivano sul blog di Beppe Grillo. E del comico è stato per lungo tempo una sorta di ghostwriter.  Alla morte di Gianroberto, il figlio lo volle con sé nell’Associazione Rousseau, vera cabina di regia del M5S, ma sarà l’addio dell’europarlamentare David Borrelli a permettergli l’ingresso come socio nella stessa Associazione, accanto a Davide e a Enrica Sabatini. La Casaleggio si occupa della comunicazione del M5S. Rousseau è una piattaforma che gestisce le votazioni più importanti (candidature e decisioni politiche), i dati degli iscritti, le leggi condivise con i cittadini. È un fortino di informazioni che dà un grande potere a chi lo controlla. E Dettori ne diventa prima responsabile editoriale, poi appunto socio. A marzo di quest’anno Dettori si è trasferito nella Capitale per dirigere da qui il Blog di Grillo. Ma anche per “supervisionare” la comunicazione parlamentare dei pentastellati al Governo. Ufficialmente il suo ruolo è quello di gestire “Il Blog delle Stelle”, di fatto Dettori è diventato il punto di riferimento di molti parlamentari per la comunicazione ed è sempre ben visibile dietro a Luigi Di Maio.   E indovinate un pò …  con chi è andato a cena il primo ministro Conte dopo aver lasciato il Quirinale? I bene informati suggeriscono che il suo commensale fosse proprio Pietro Dettori!

Comunque ormai lì sono e dobbiamo lasciarli lavorare. Tutto sommato di gente con la ‘’testa su collo’’ ce n’è parecchia e le intenzioni sono senz’altro buone.  Speriamo anche che ci sia l’entusiamo, la voglia, la stamina e le capacità per fare piccoli passi sempre nella giusta direzione. I cambiamenti non avvengono dall’oggi al domani e forse finalmente, sbattendo il naso contro i problemi ‘’reali’’ se ne renderanno conto non solo loro ma soprattutto quell’elettorato il cui pensiero può essere sintetizzato in un: ‘’… e che c’è vò’’? 

Alla prossima

Elena