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Guerra Russia-Ucraina … non sarebbe ora di fare l’Europa Federale oppure continuiamo a farci dare ordini da ”altri”?

Buongiorno a tutti,

Stamattina vorrei chiedere a quei quattro gatti che mi leggono, di firmare la petizione che è in questo manifesto del Movimento Federalista Europeo.

Sarebbe anche ora di farla questa Europa di cui ci si riempie la bocca da anni ma, alla fin dei fini, pare non importare niente a nessuno. La volontà di costruire un’Europa Federale dovrebbe partire dal basso, quindi da noi cittadini, invece?
Invece continuamo a stare nel nostro orticello e ci limitiamo a criticare questo o quello a pari di quelle comari sedute sull’uscio di casa a spettegolare.

Non sarebbe ora di diventare ADULTI e prenderci le nostre responsabilità? Grrrrr … vi prego leggete e, se condividete, firmate la petizione. Non dimentichiamo mai che la politica che ci rappresenta è obbligata a tener conto delle nostre istanze/richieste, in quanto vive di ”voti”. Più siamo a volere qualche cosa più contiamo. Per favore usiamo la rete in maniera intelligente, facciamoci sentire. Ma sentire in maniera costruttiva, da adulti consenzienti e partecipanti. Please …

Qui di seguito il manifesto, leggetelo senza preconcetti, per favore e, se condividete, firmate. Grazie mille.

L’aggressione della Russia all’Ucraina apre un nuovo capitolo nella storia europea. Questa guerra brutale, mossa dalla volontà di impedire che i valori europei avanzino, è destinata a cambiare lo scenario in cui viviamo. Per questo l’Europa deve attrezzarsi, sotto tutti i punti di vista: economico, militare, ma soprattutto politico.

L’Europa deve guidare il mondo libero, e deve farlo non solo perché in questo momento il nemico e la guerra sono sul suo territorio, ma soprattutto perché ha un contributo superiore da offrire in termini di modello politico e sociale. Non sono però le nostre democrazie nazionali che possono fare la differenza, ma la forza del nostro processo di unificazione.
 
Questo processo è il vero nemico delle autocrazie, che si fondano sul nazionalismo aggressivo, sulla tirannia, sul disprezzo della vita umana e della libertà; ed è un processo che ormai deve completarsi, tornando alle radici del progetto dei Padri fondatori e del Manifesto di Ventotene. La minaccia è analoga a quella dei totalitarismi del secolo scorso, e allo stesso livello deve essere la risposta, realizzando finalmente le riforme per dar vita all’Europa federale.

La Conferenza sul futuro dell’Europa in questi mesi di lavoro ha coinvolto in un dibattito pubblico i cittadini che hanno espresso con chiarezza – sulla piattaforma digitale e nelle raccomandazioni dei panel – la loro richiesta per una forte democrazia europea, e per un’UE capace di agire con efficacia insieme ai suoi cittadini.
 
Ora che ci si appresta a tirare le somme e a formulare le conclusioni, chiediamo solo di rispettare l’impegno preso all’avvio della Conferenza: nessuna censura verso le raccomandazioni più radicali che sono state chiaramente condivise dai cittadini, ma presa d’atto e quindi sostegno alla proposta di aprire una Convenzione per discutere le riforme dei Trattati. Una Convenzione che non parte da zero, ma discute di come costruire un’Europa democratica, sovrana, capace di agire.

Questa petizione che vi chiediamo di firmare e di condividere con i vostri canali di comunicazione avanza questa richiesta all’Executive Board della CoFoE, con il duplice obiettivo di contrastare chi vorrebbe mettere il veto per fermare la volontà dei cittadini e di sostenere le forze pro-europee che vogliono rafforzare la democrazia europea.
La trovate a questo link: mfe.it/petizione.
 
Aiutateci in questa battaglia: il tempo per fare l’Europa federale, sovrana e democratica è ora. Impegniamoci tutti per un’Europa libera e unita.
 

Movimento Federalista Europeo
 

Gli amici di Putin …

Stamattina voglio iniziare subito con un’affermazione che mi sta a cuore, e che credo stia a cuore alla maggior parte delle persone con un pò di ”sale in zucca”.

Eccola qui l’affermazione: ”La guerra non serve! E’ uno strumento obsoleto, inutile e dannoso per tutti! Solo i cretini e/o i pazzi non lo capiscono! Infatti Putin non lo capisce … ”.

Ok, adesso, detto questo, ecco che cosa è successo l’altro ieri ad Andrey Igorevich Melnichenko, proprietario della EuroChem Group e della compagnia carbonifera Suek.

Ah, tra l’altro, bisogna precisare una cosa. Questi ”proprietari/industriali” russi non sono persone che si sono fatte il ”mazzo” per arrivare dove sono. Macchè!
Nella Russia di un tempo, era tutto statalizzato, tutto centralizzato, non esisteva nemmeno la necessità di fare dei Bilanci Certificati. Nella mentalità comunista lo Stato è perfetto a pescindere, ergo … che necessità c’è di controllare?

Detto questo, quando il regime si dissolse nel 1999, ecco che nessuno sapeva di chi era cosa.
Ma ecco come costoro hanno risolto il problema.

Dei personaggi … chiamiamoli ”forti”, si sono letteralmlente seduti sulle poltrone in questione ed hanno detto: ”Questa società da oggi è mia”!

Diciamo che è un pò come se da noi un Matteo Messina Denaro si sedesse sulla poltrona del Presidente e/o Amministratore Delegato dell’ENI e dicesse: ”Questa società da oggi è mia”.

Ecco questo è il management russo, avvallato da Putin.

Ma torniamo al nostro manager … il signor Melnichenko è un pò inca….o perché noi italiani, gli abbiamo sequestrato il suo amato superyacht ‘’Sailing Yacht A’’ del valore di circa 530 milioni di euro, e che era nel porto di Trieste per manutenzione, presso la Fincantieri.

Il ‘’SyA’’ chiamato così ”affettuosamente” è lo yacht a vela più grande e costoso al mondo.
12.558 tonnellate, 143 metri di lunghezza, 25 di altezza tre alberi e 8 ponti, con una parte in vetro sullo scafo in modo tale che gli ospiti, sdraiati comodamente e bevendo una coppa di champagne, possano ammirare la fauna marina.

la barchetta che non paga tasse

Ovviamente la ”barchetta” in questione batte bandiera delle Bermuda e figura nella disponibilità di una ‘’società’’ registrata nelle isole dell’Oceano Atlantico. Questo ovviamente al fine di non pagare giuste tasse che andrebbero a beneficio dell’ignaro popolo russo.

Al di là delle follie stile ‘’Casamonica’’ di costui, non dimentichiamo che questo ”Signore” è uno dei fedelissimi ‘’amici di Putin’’. Uno di quelli che lo mantiene al potere da 22 anni!

Adesso, se tanto mi dà tanto, significa che Putin in qualche modo, avvalli sia questo stile di vita che questa maniera di evadere le tasse, non credete?

Quindi … la vogliamo smettere di osannare un tizio che di ‘’comunista’’ non ha proprio niente? Grrrrr …

Alla prossima

Elena

Vincono gli appalti ma …

Avevano finito di lavorare nel cantiere di Parma i cinque lavoratori morti il 3 giugno, in un incidente lungo l’autostrada A21.
Si chiamavano Simone Abeni, 40 anni, Bruno Bracchi di 67 e Maurizio Signoroni di 55, insieme ad altri due colleghi marocchini di 40 e 51 anni, di cui non si conosce nemmeno il nome.
I cinque operai stavano lavorando in un cantiere che l’Università degli Studi aveva appaltato all’impresa edile ”Mapen di Brescia” e, nel tardo pomeriggio, stavano facendo ritorno a casa. Ad un certo punto il loro Doblò si è schiantatoa forte velocità contro un tir incolonnato e fermo in corsia.

I cinque operai risiedevano tra le province di Brescia e Bergamo: Bracchi e Signoroni ad Adro, Abeni in una frazione di Corte Franca dove ha sede anche l’impresa che dava loro lavoro, i due operai stranieri a Castrezzato e a Covo.

Unico testimone un agricoltore che stava lavorando in un campo che costeggia quel tratto di autostrada. Ecco che cosa ha detto: “C’era un camion fermo con le quattro frecce accese. Ho visto il Doblò arrivare a tutta velocità e ho pensato: Ma cosa fa, non si ferma? Poi si è sentito un forte boato”.

Sull’asfalto non ci sono neppure i segni della frenata, quindi si direbbe il conducente non si sia nemmeno accorto del camion fermo.

Tra le diverse ipotesi la più accreditata è che il conducente possa aver avuto un malore, oppure che si sia addormentato alla guida. E’ stata disposta per lui l’autopsia.

Tra Parma e Brescia ci sono circa 117 km quindi tra andata e ritorno si parla di 234 km. Per chi di loro abitava ad Adro i Km erano ancora di più. Un ‘’colpo di sonno’’ dovuto alla stanchezza potrebbe essere un buon motivo no?

Dopo esserti alzato alle 4 o alle 5 di mattina, devi andare a prendere i colleghi, poi, dopo aver lavorato tutto il giorno, devi ancora riaccompagnarli a casa, facendo ancora altri km prima di poter essere finalmente a casa tua, dove mangi un boccone veloce e vai a dormire, visto che il giorno dopo ti aspetta nuovamente lo stesso incubo.

Ma è vita questa? Ma è così che si lavora oggi? Se vuoi vincere l’appalto devi tenere i costi bassi, e quindi una pensione in zona sarebbe stata un ‘’costo’’ troppo alto’’ vero?

Quindi ecco che, dopo essersi ‘’spremuti come limoni’’ sono morti per un ‘’colpo di sonno’’.

Che dire? Si potrebbe dire che è assurdo morire per ‘’tenere i costi bassi’’ e vincere gli appalti in questo modo. Dove vogliamo andare di questo passo?

Alla prossima

Elena

Next generation? Ma … quale esattamente?

Pensierino del mattino …
Stamattina leggevo un interessante articolo di Mattia Ferraresi su Domani’’ l’articolo dava alcune informazioni su quello che è, ormai da anni, il ‘’trend’’ della demografia in Italia.
Ribadiva in pratica che in Italia l’indice di vecchiaia, cioè il rapporto tra il numero di persone con più di 65 anni e il numero dei giovani fino ai 14 anni, è 179: significa che per ogni cento giovani ci sono 179 anziani. Nel 2010 erano 144. Come possiamo constatare il rapporto è cresciuto parecchio e sono tutti d’accordo nel pensare che, difficilmente, questo trend potrebbe invertirsi.
L’articolo riporta che, quando l’indice tra anziani e giovani supera il 50 per cento si creano squilibri generazionali difficili da assorbire e i sistemi pensionistici entrano in crisi profonda, con tutti gli annessi e connessi. Specie con sistemi a ripartizione come i nostri.
Comunque, tornando a noi, questo ‘’trend’’ significa che la società di domani sarà composta da moltissimi più anziani rispetto a quella di oggi.
E qui arriviamo al ‘’Next Generation Fund’’ di cui oggi tanto si parla.
Quando immaginiamo il futuro, pensiamo ad asili, scuole, università, innovazione, ricerca, primi impieghi distribuiti dignitosamente, opportunità per chi si affaccia sul mondo del lavoro, nuovi settori di sviluppo e via dicendo; ma , considerato il trend di nascite, dovremmo pensare invece alle Case di Riposo, alle pensioni, ai sistemi di welfare che possano reggere il peso di una società ‘’vecchia’’, all’assistenza domiciliare per chi non è autosufficiente, all’impatto delle malattie croniche sui sistemi sanitari, ai reparti di geriatria in espansione e in generale a tutti gli squilibri creati da una minoranza della popolazione attiva che dovrà reggere il peso di una crescente maggioranza di inattivi.
Quindi anziché usare la definizione: ‘’Next Generation’’, sarebbe più adatto utilizzare il: ‘’Recovery Fund’’.

Ma torniamo a noi e al motivo per cui non si fanno più figli. Tuti sappiamo che le giovani coppie di oggi, con cognizione di causa, tentennano sempre di più dal mettere al mondo dei figli. E lo fanno per mille motivi, i principali sono quello economico e la ‘’paura del futuro’’.
Un figlio costa, il futuro non è poi così ‘’roseo’’ e di conseguenza, nel cosiddetto mondo ‘’evoluto’’ di figli se ne fanno sempre di meno.
Altro ‘’paio di maniche’’ è il trend delle nascite nei paesi sottosviluppati, dove di figli si continua a farne e anche troppi.
Vivo in Francia ed i francesi hanno l’assillo di venir sorpassati, come numero, dalla popolazione araba che vive sul loro territorio. La loro è una vera e propria ‘’ansia’’. Devo ammettere di sentirmi a disagio, quando chiacchierando, mi paventano apocalittiche situazioni di ‘’arabi’’, chiamati spregiativamente ‘’bugnul’’ che prendono il sopravvento numerico su di loro.
Non riesco nemmeno impegnandomi, a condividere questa loro insana paura.
Anzi, a me verrebbe da pensare che, in un certo senso favorire l’immigrazione potrebbe invertire la tendenza della ‘’vecchiaia’’ nelle cosiddette società ‘’ricche’’. Il problema è: ‘’come controllarla/gestirla questa ‘’immigrazione’’? Non ci siamo ancora riusciti.

2021 bambini nei campi profughi.

2021 bambini nei campi profughi.

Dovremmo farlo il prima possibile. Favorire ed inserire l’immigrazione potrebbe essere un ‘’valore aggiunto’’ per la società occidentale, e nel contempo, potrebbe essere un aiuto per le popolazioni più demunite del pianeta. Da sempre esiste l’immigrazione. Da quando eravamo ‘’cacciatori/raccoglitori’’ e seguivamo le mandrie che si spostavano a loro volta alla ricerca di cibo.
Il mondo è complicato ma va affrontato per quello che è … l’immigrazione non si può fermare. E poi chissà … magari sarà la nostra salvezza, chi può dirlo allo stato attuale delle cose?

Alla prossima

Elena

La Raggi si ricandida! Ma … e l’obbligo del ”non più di due mandati”?

La Raggi si ricandida sindaca a Roma.
Ma … e la norma del non più di due mandati? Quella che imponeva che, chi era già stato eletto, a livello nazionale o locale, non avrebbe più potuto candidarsi per la terza volta che fine ha fatto?
Allora aveva ragione Di Maio quando, per aggirare la norma, si era inventato il ‘’mandato ZERO’’
Il genio della lampada sosteneva infatti che il primo mandato non contasse. In fondo aveva pur ragione. Il primo mandato serviva a capirci qualche cosa di dove erano finiti e che cosa avrebbero dovuto fare. Noi ”popollo”li abbiamo pagati un intero mandato affinché imparassero qualche cosa!
D’altronde, se ‘sta norma rimanesse in vigore, alle prossime elezioni personaggi del calibro appunto dell’attuale Ministro degli Esteri Luigi Di Maio, del Capo Politico del M5S Vito Crimi, della Vicepresidente del Senato Paola Taverna, non potrebbero più candidasi e … che cosa farebbero? Li buttiamo sul lastrico?
Giggino tornerebbe a vendere bibite allo Stadio?, Crimi tornerebbe a fare l’impiegato al Catasto? E la Taverna? Tornerebbe a fare l’impiegata in un poliambulatorio per analisi cliniche?
Naaaaa … tranquilli che ‘sta norma la toglieranno.
D’altronde il ‘’mandato zero’’ in fondo non conta. Dovevano pure imparare qualche cosa no? Costoro sono gli studenti più cari che esistano!
Di Maio poi è proprio cocciuto, prima è stato mantenuto a giurisprudenza dalla sua famiglia per 12 anni, senza peraltro riuscire a laurearsi, adesso invece lo manteniamo noi. Mò sta facendo corsi intensivi di geografia, visto che ora lo manteniamo con la carica, nientepopodimeno, di Ministro degli Esteri. Prima lo abbiamo mantenuto stipendiandolo come Vice presidente del Consiglio – assieme a quell’altro matto di Salvini – e Ministro dello Sviluppo Economico.
Diamo loro un sacco di soldi al mese affinché imparino qualche cosa. Vero è che ce ne restituiscono una parte, che recuperano poi con dei piè di lista sfrontati.

Certo che Conte, in mezzo a costoro, fa un figurone …

Come ‘’voliamo basso’’ … che peccato.

Alla prossima

Elena

Coronavirus – Aggiornamenti del Sito della Protezione Civile

WORK IN PROGRESS … STO AGGIORNANDO … 

Coronavirus:

Coronavirus: al 13 maggio i positivi sono 76.440

situazione al 14 maggio 2020

Riepilogo giorni precedenti:

13 maggio 2020 sono 78.457
12 maggio 2020 sono 81.266
11 maggio 2020 sono 82.488
10 maggio 2020 sono 83.324
9 maggio 2020 sono 84.842
8 maggio 2020 sono 87.961
7 maggio 2020 sono 89 624
6 maggio 2020 sono 91.528
5 maggio 2020 sono 98.467
4 maggio 2020 sono 99.980
3 maggio 2020 sono 100.179
2 maggio 2020 sono 100.704
1° maggio 2020 sono 100.943
30 aprile 2020 sono 101.551
29 aprile 2020 sono 104.657
28 aprile 2020 sono 105.205
27 aprile 2020 sono 105.813
26 aprile 2020 sono 106.103
25 aprile 2020 sono 105.847
24 aprile 2020 sono 106.527
23 aprile 2020 sono 106.848
22 aprile 2020 sono 107.699
21 aprile 2020 sono 107.709
20 aprile 2020 sono 108.237
19 aprile 2020 sono 108.257
18 aprile 2020 sono 107.771
17 aprile 2020 sono 106.962
16 aprile 2020 sono 106.608
15 aprile 2020 sono 105.418
14 aprile 2020 sono 104.291
13 aprile 2020 sono 103.616
12 aprile 2020 sono 102.253
11 aprile 2020 sono 100.269
10 aprile 2020 sono 98.273
09 aprile 2020 sono 96.877
08 aprile 2020 sono 95.262
07 aprile 2020 sono 94.067
06 aprile 2020 sono 93.187
05 aprile 2020 sono 91.246
04 aprile 2020 sono 88.274
03 aprile 2020 sono 85.388
02 aprile 2020 sono 83.049
01 aprile 2020 sono 80.572
31 marzo 2020 sono 77.635
30 marzo 2020 sono 75.528
29 marzo 2020 sono 73.880
28 marzo 2020 sono 70.065
27 marzo 2020 sono 66.414
26 marzo 2020 sono 62.013
25 marzo 2020 sono 57.521
24 marzo 2020 sono 54,030
23 marzo 2020 sono 50.418
22 marzo 2020 sono 46.638
21 marzo 2020 sono 42.681
20 marzo 2020 sono 37.860
19 marzo 2020 sono 33.190
18 marzo 2020 sono 28.710
17 marzo 2020 sono 26.062
16 marzo 2020 sono 23.073
15 marzo 2020 sono 20.603

Continua l’impegno del Dipartimento nelle attività di coordinamento di tutte le componenti e strutture operative del Servizio Nazionale della protezione civile.
In particolare, nell’ambito del monitoraggio sanitario relativo alla diffusione del Coronavirus sul nostro territorio, a oggi, 14 maggio, il totale delle persone che hanno contratto il virus è 223.096 con un incremento rispetto a ieri di 992 nuovi casi.
Il numero totale di attualmente positivi è di 76.440, con una decrescita di 2.017 assistiti rispetto a ieri.
Tra gli attualmente positivi, 855 sono in cura presso le terapie intensive, con una decrescita di 38 pazienti rispetto a ieri.
11.453 persone sono ricoverate con sintomi, con un decremento di 719 pazienti rispetto a ieri.
64.132 persone, pari all’ 84% degli attualmente positivi, sono in isolamento senza sintomi o con sintomi lievi.
Rispetto a ieri i deceduti sono 262 e portano il totale a 31.368. Il numero complessivo dei dimessi e guariti sale invece a 115.288, con un incremento di 2.747 persone rispetto a ieri.
Nel dettaglio, i casi attualmente positivi sono 29.956 in Lombardia, 11.891 in Piemonte, 6.301 in Emilia-Romagna, 4.718 in Veneto, 3.388 in Toscana, 2.660 in Liguria, 4.096 nel Lazio, 2.904 nelle Marche, 1.765 in Campania, 2.253 in Puglia, 505 nella Provincia autonoma di Trento, 1.854 in Sicilia, 770 in Friuli Venezia Giulia, 1.482 in Abruzzo, 380 nella Provincia autonoma di Bolzano, 92 in Umbria, 465 in Sardegna, 80 in Valle d’Aosta, 524 in Calabria, 229 in Molise e 127 in Basilicata.

Ringraziamo coloro che, in questo momento,  stanno facendo di tutto di più per arginare il disastro e stiamo tappati in casa che è il nostro unico modo per dare una mano. E … andrà tutto bene!

Morti e scostamento con il giorno procedente

Non posso esimermi dal pensare che ad oggi sono morte, solo in Italia,  31.368 persone. Un bombardamento sarebbe stato meno efficace, nel caso esistesse un un folle piano, come sostengono i ”complottisti” , di riduzione/abitanti.

Alla prossima

Elena

p.s.: ”questo articolo è ciclicamente modificato” e la fonte è il Sito Nazionale della Protezione Civile Italiana.

Telenovela Tav …

Toh … uno ”studio” diverso da quello fatto fare da Toninelli, Ministro dei Trasporti del M5S, notoriamente contrari al Tav, ha dato risultati molto diversi … Chissà come mai? mah …

”Gli ingegneri di Lombardia e Piemonte stroncano le analisi costi-benefici sulla nuova linea ad alta velocità Torino-Lione e sul terzo valico dei Giovi. Analisi che bocciavano le due infrastrutture. Una presa di posizione ‘’costruttiva’’, come la definiscono l’Ordine degli ingegneri di Milano e di Torino, la Consulta regionale della Lombardia e la Federazione interregionale di Piemonte e Valle d’Aosta dei professionisti.

Ma una presa di posizione, anche, che arriva significativamente a pochi giorni dal via libera formale da parte del Governo italiano alla Tav e anche a ridosso della discussione in Parlamento delle mozioni relative alla realizzazione della nuova linea ferroviaria ad alta velocità tra Italia e Francia. Un appuntamento delicato, quest’ultimo, perché vede su posizioni contrapposte le due forze di maggioranza: la Lega è favorevole al completamento dell’opera, il M5S è fortemente contrario e metterà al voto un testo per bloccarne l’iter, nonostante l’OK del presidente del Consiglio Giuseppe Conte e la conseguente lettera ufficiale all’Unione Europea.  Nei giorni scorsi la presidente del Senato, Elisabetta Casellati, ha annunciato che le mozioni sulla Tav saranno discusse tra il 6 e 7 agosto prossimi, come stabilito dalla conferenza dei capigruppo. Per la tenuta del Governo giallo-verde potrebbe essere un passaggio cruciale, viste le tensioni sul tema.

Il documento degli ingegneri – firmato da Augusto Allegrini presidente della Consulta della Lombardia, Sergio Sordo presidente della Federazione Piemonte e Valle d’Aosta, Bruno Finzi presidente dell’Ordine di Milano e Alessio Toneguzzo presidente dell’Ordine di Torino – si inserisce in questo contesto. In una serie di punti i professionisti sollevano obiezioni alle due analisi costi-benefici (Acb), ne sollecitano il completamento e ricordano come le due tratte si inseriscano nella più vasta rete di interconnessione europea dei trasporti.

Il modello di analisi costi-benefici, scrivono gli ingegneri, ‘’non è adeguato per mettere in discussione l’opportunità di opere già rispondenti a programmi strategici di politica economica nazionale e internazionale, di coesione territoriale europea, e persino con lavori in corso’’, come nel caso, appunto della Torino-Lione e del Terzo valico. Il modello, semmai, può servire ‘’eventualmente, solo per individuare – tra più soluzioni fattibili – quella che presenta il miglior rapporto tra i costi e i benefici per la collettività e per il territorio interessato’’.

Secondo gli ingegneri lombardi e piemontesi, le previsioni sulla domanda di traffico per Terzo Valico e ancora più per la Torino-Lione sono state determinate in modo affrettato. Gli ingegneri imputano alle due Acb di aver ‘’trascurato di considerare dati più precisi già disponibili o facilmente ricavabili, e adottando così in modo molto discutibile alcuni “scenari” che non tengono in debito conto le modalità di sviluppo dei volumi che si possono facilmente ottenere sia dal trasferimento modale sia dalla nascita di nuova domanda.

La metodologia scelta dagli esperti che hanno stilato le due analisi costi-benefici «non permette di utilizzare – scrivono i professionisti – in particolare come riferimento per le analisi Acb, il cosiddetto “costo generalizzato” del trasporto. Questa scelta porta con sé «effetti distorcenti evidenziati dai risultati paradossali dell’analisi sull’alta velocità Torino-Lione: più l’opera viene utilizzata, peggiore diventa il suo risultato economico! Mentre nell’Acb del Terzo Valico la tassazione elevata introdotta da Svizzera e Austria per disincentivare il trasporto stradale si trasforma in un fattore assai negativo che abbatte il risultato economico di un’opera che viene costruita in Italia proprio per offrire una valida alternativa al trasporto delle merci su strada». Pertanto ‘’tasse e pedaggi non possono essere in questo contesto conteggiati come costi, ma semplici trasferimenti di cui si può tenere conto adattando i sistemi fiscali all’evolvere dell’economia’’.

Per gli ingegneri che hanno steso il documento critico-costruttivo sulle due Acb «i criteri adottati per il calcolo dei benefici ambientali (esternalità) si fondano su presupposti volti a mettere in discussione (volutamente o no) gli obiettivi stessi stabiliti dalle politiche nazionali e comunitarie», con il risultato di «sottostimare fortemente» i benefici ambientali rispetto a quelli ottenibili dalla corretta applicazione delle Linee Guida, e anche «in netto contrasto con gli obiettivi fissati dalla collettività europea in tema di miglioramento della qualità dell’ambiente e della vita».

«La nuova linea Torino-Lione è un link fondamentale nella rete di collegamento transnazionale» scrivono i professionisti, «perché permette di attrarre traffico da tutti i valichi dell’arco alpino occidentale e di costituire un’efficace alternativa, oggi quasi inesistente tra Italia e Francia, al trasporto delle merci su gomma». La linea si collocherebbe sulla rotta di persone e merci «da e per il sud della Francia, la Penisola Iberica, il Nord della Francia e il Regno Unito» sottolinea il gruppo di ingegneri, «favorendo tutta la Pianura Padana come è nelle aspettative del progetto europeo del “Corridoio Mediterraneo” Ten-T».

Al contrario della recente “narrazione” da parte dei detrattori dell’alta velocità Torino-Lione, «la domanda di trasporto merci già oggi presente sul quadrante ovest (Francia) è – in base alle rilevazioni ufficiali disponibili – molto rilevante, persino leggermente superiore a quella presente sull’asse con la Svizzera». Nonostante questo, come evidenziato in passato più volte, della domanda verso la Francia «solo il 7% delle merci oggi in transito può adattarsi a utilizzare un servizio ferroviario che è oggettivamente inadeguato e non competitivo (per le limitazioni della linea storica del Frejus in termini di capacità, di tipologia dei treni e di prestazione legate alla sicurezza), mentre il 93% deve muoversi su strada». La Svizzera è il più chiaro esempio di una politica volta a trasferire su rotaia il trasporto merci: grazie anche alla disponibilità di due tunnel di base (Loetschberg dal 2007 e Gottardo dal 2016) verso la Svizzera, il 70% delle merci già oggi utilizza la ferrovia. Vale la pena ricordare che è su questo “asse” che si inserisce la valenza strategica del Terzo Valico.

Nel documento, gli ingegneri piemontesi e lombardi definiscono «non realisticamente praticabile» l’utilizzo della ferrovia verso Ventimiglia al posto della nuova Torino-Lione. «Non basterebbe – rilevano – completarne il doveroso raddoppio, ma sarebbe necessario riqualificarla integralmente (sagoma limite, lunghezza treni, sicurezza) per adeguarla agli standard richiesti dal traffico merci intermodale internazionale, intervenendo anche su lunghe tratte in galleria».

Le conclusioni del documento sono che il sistema economico dell’Italia «ha bisogno di queste importanti infrastrutture, che possono consentire di superare, senza le attuali difficoltà, la catena delle Alpi e rendere più accessibili i nostri porti, ottenendo così maggiore competitività per le nostre imprese che potranno sfruttare meglio le potenzialità derivanti dalla posizione strategica dell’Italia nel Mediterraneo». Torino-Lione e Terzo Valico, però, da sole potrebbero non bastare, come sottolineano i professionisti: servirà sviluppare un efficiente sistema industriale logistico, la cui presenza è in grado di attrarre l’insediamento di nuove imprese, ottenendo così sia consistenti ricadute economiche e occupazionali. (Articolo di Carlo Andrea Finotto Sole24ore). 

Checché ne possano pensare i grillini, infrastrutture ed opere ad ampio respiro vanno fatte. Le opere ”grandi” sono finanziate dall’Europa, ma creano lavoro in Italia, quindi per quale motivo non approfittarne? Tra l’altro il trasporto su ferrovia è meno inquinante di quello su gomma, fatto da camion che vanno avanti e indietro su autostrade obsolete, creando inquinamento e pericolo.  Questo non significa che non si debbano fare delle piccole opere riguardanti il nostro Paese. Possibile che per fare una ferrovia interna, ad esempio,  in Sicilia noi si debba pretendere il denaro dall’Europa? In Sicilia … dove il suo parlamento ”autonomo” costa più del Parlamento inglese? Ma dai su …

Alla prossima

Elena

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https://cosamipassaperlatesta.myblog.it/2018/11/10/torino-10-novembre-2018-andiamo-oltre/

Luigi Di Maio e le ‘’rogne’’ del Decreto Dignità …

Luigi Di Maio,  l’ex mantenuto 12 anni a legge dai genitori senza riuscire peraltro a laurearsi, l’ex disoccupato (e chi lo avrebbe assunto uno come lui)  ed oggi ministro del Lavoro …nonché ministro dello Sviluppo Economico … nonché vicepremier) ha dei problemi con il ”Decreto Dignità”  …

Il bello è che parla di ”meritocrazia” … ma di chi? E’ stato mantenuto a legge 12 anni dai genitori senza nemmeno laurearsi … poi è salito sul carro dell’ortottero ed è diventato Ministro del lavoro, Ministro dello Sviluppo Economico e Vice Primo Ministro! Cosa sa fare? Mah …

Vediamo un pò quali sono ‘sti problemi …

Sembrerebbe, così com’è stato riportato da alcuni giornali dopo aver preso visione della relazione tecnica intente al DL , che ‘sto decreto dignità ne faccia perdere di posti di lavoro invece che crearne! Di Maio si difende sostenendo che quei numeri negativi nella relazione tecnica congiunta al decreto dignità, siano ‘’apparsi’’ solo la notte prima che il decreto legge venisse inviato al Quirinale. Un’accusa non di poco conto … cribbio! Significherebbe che qualche ‘’male intenzionato’’ voglia frenare di proposito le lodevoli iniziative del ‘’Governo del cambiamento’’!  

A sostenere questa tesi è Luigi Di Maio, tornato sulle cifre della perdita stimata di posti di lavoro per effetto della stretta sui contratti a tempo e su quelli in somministrazione prevista dal decreto. Di Maio sostiene si tratti solo di un colpo basso e dice:  ‘’Ci hanno voluto dare il ‘benvenuto’ come Governo e ci dovremo aspettare molto di più’’.

Per Di Maio, che ne fa tema di un video pubblicato su Facebook, gli 8mila posti perduti ogni anno a partire dal 2019 (e 3.300 quest’anno), oggi richiamati nei titoli sul tema di tutti i giornali, non sono ‘’un numero messo dai miei ministeri o altri ministri’’. La verità, spiega, è che ‘’questo decreto dignità ha contro lobby di tutti i tipi’’, evidentemente interessate a far passare il messaggio che la riforma comporterà una riduzione dei posti di lavoro. ‘’Il mio sospetto – spiega – è che questo numero sia stato un modo per cominciare ad indebolire questo decreto e per fare un po’ di caciara. Non mi spaventa, siamo stati abituati a cose assai peggiori in questi anni contro il Movimento. Ma tutti devono sapere che questo decreto non lo abbiamo fatto per aumentare la disoccupazione e siamo fermamente convinti che aumenterà i contratti stabili e stiamo lavorando a nuove misure per abbassare il costo del lavoro e incentivare i contratti a tempo indeterminato’’.

Il fatto è che ‘sto numero negativo non è che ‘’qualcuno’’ se lo sia inventato per fargli dispetto …. È semplicemente il risultato delle clausole messe dal novello governo. Infatti nella relazione (che accompagna ogni decreto legge, e quindi anche il decreto entrato in vigore ieri) che viene ricevuta dalla Ragioneria generale dello Stato, si legge CHIARAMENTE che 8mila contratti a tempo determinato superano la durata massima di 24 mesi introdotta dal decreto legge. E quindi? E quindi sono in contrasto con il nuovo quadro normativo che non prevede più rinnovi oltre i 24 mesi!  E quindi sono, proprio per tale ragione, a rischio. Nella relazione relazione tecnica viene specificato che 3.300 non ritroveranno lavoro quest’anno (visto che il decreto è entrato in vigore il 14 luglio) e altri 8mila l’anno non lo ritroveranno dal 2019 al 2028. 

Inutile che Di Maio dica che ‘sti numeri glieli abbiano messi nottetempo, amici di Padoan al Mef per fargli dispetto. Cosa tra l’altro smentita immediatamente dal Ministero Economia e Finanza,  che sostiene che le relazioni tecniche sono presentate ‘’insieme ai provvedimenti’’ dalle amministrazioni proponenti, quindi anche nel caso del decreto dignità, era già arrivato al Mef corredato di relazione con tutti i dati, compreso quello sugli effetti sui contratti di lavoro della stretta anti-precari. E aggiungono che la Ragioneria generale dello Stato prende atto dei dati riportati nella relazione per valutare oneri e coperture. Nessuna manomissione dunque.

Quindi Giggino di Maio, non sono gli ‘’altri’’ che sono cattivi e che ti mettono i bastoni tra le ruote … siete voi che siete scemi! Volete fare le cose per il ‘’bene della collettività’’ ma siete talmente ‘’pirla’’ che fate solo danni! Punto! 

Quando alcuni, me compresa, sostengono che non basti essere ‘’onesti’’ vorremmo ben dire qualche cosa no? 

Chi sale su quegli ‘’scranni’’ deve essere in grado di portare ‘’valore aggiunto’’ non fare ulteriore casino! Con i vitalizi ai parlamentari siete riusciti, invece che a penalizzarli ad aumentare le pensioni a parecchi tra loro … mò con ‘sto decreto dignità invece di aumentare e far mantenere il posto di lavoro glielo fate perdere!

Che dire?  Mah … 

Alla prossima

Elena