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CoVid19 – quanto durerà ancora questo incubo?

Pensierino del mattino:
‘’Oggi, marzo 2021, a chi ci governa noi chiediamo che prenda decisioni efficaci contro la pandemia, che prenda decisioni efficaci a favore dell’economia e, a livello psicologico, che ci rassicuri con messaggi sereni.
Auguri! Nemmeno a nostra madre abbiamo mai chiesto tutta ‘sta roba.
Al giorno d’oggi, essere nei cosiddetti ”posti di comando” non è un’impresa facile.
Siamo onesti, ci sono stati periodi in cui la politica viveva serena di ”rendita”. L’economia andava bene, noi eravamo contenti e la politica si faceva gli affari suoi.
Ovviamente, non è che si preoccupassero di eventuali ”vacche magre”, macchè, quando tutto era rose e fiori loro, ammesso che non se ne approfittassero, si facevano gli affari loro e del loro elettorato.
Quindi le famose necessarie, improrogabili ”riforme” si sono ben guardati dal farle.
Oggi che le vacche sono più che magre, anzi sono magrissime, ci rendiamo conto però di quanto ‘ste benedetti ”riforme” siano indispensabili.
Le faranno adesso? E quanto costeranno a noialtri? E’ risaputo inoltre che, facendo le cose all’ultimo minuto e di corsa, i risultati sono sempre delle schifezze.
Ma quand’è che diventeremo ”adulti”? Parliano sempre di ”pianficare” ma noialtri pianifichiamo che cosa esattamente? Noi ci limitiamo a gestie il caos …

Alla prossima

Elena

La DAD alle elementari …

Siamo stati in Italia la scorsa settimana. Siamo obbligati a muoverci, nonostante la cosa non ci entusiasmi per niente, per seguire la ristrutturazione della nuova casa.
I temponi nasofaringei per noi sono ormai diventati una sorta di routine. Mentre però in Francia li facciamo gratuitamente, in Italia ci tocca pagarli e sono dai 75 a 92 euro a cranio a seconda che li si faccia a Torino o a Vercelli.
Abbiamo comunque deciso che è giunta l’ora di tornare all’ovile. Nonostante l’Europa sia ‘’casa nostra’’ , gli ultimi anni è meglio passarli vicino ai propri affetti e, visto che in Italia abbiamo i nostri figli è bene tornare.
Ma non è questo di cui voglio parlare, piuttosto del fatto che ho avuto l’occasione di scoprire l’ebbrezza della DAD nelle scuole elementari.
Se devo essere proprio onesta, mi sono resa conto che la più agitata della faccenda ero io.
I miei nipotini, sia Gaia di 9 anni che Claudio di 7 gestivano la cosa sui loro Tablet in modo sereno e distaccato, attenti, silenziosi e parlando solo quando erano interrogati e/o quando non sentivano o vedevano nulla.
Le povere maestre hanno presto realizzato che la linea internet della scuola, lasciava veramente a desiderare, si sentiva una parola ogni 5 o 6 e l’immagine dell’insegnante era, il più delle volte, ferma e a ‘’quadretti’’.
C’era una cacofonia di: ‘’maestra non vedo … non capisco … non si sente niente … che cosa hai detto’’? E via discorrendo.
Io ero molto scoraggiata, la mia pazienza con questi aggeggi tecnologici è mooolto limitata.
Le insegnanti si sono rese presto conto che avrebbero dovuto utilizzare i loro cellulari e quindi, in poco tempo, tutto l’am ba ra dam, è stato messo a posto e i bambini hanno iniziato a fare lezione.
Devo ammettere che i bambini se la sono cavata benissimo.
A parte qualche piccolo problema tecnico, tipo alcuni video tratti da YouTube, che i bimbi non potevano aprire, per via dei ‘’blocchi’’ di sicurezza impostati giustamente dai genitori sui loro Tablet, ma a quello si è sopperito, senza gravi problemi aprendoli, in seguito, con i pc degli adulti. Tutto sommato quindi la lezione si è svolta in modo ”sereno”.
Detto questo è inutile negare che, mentre io ho la percezione che, con questo modo di far lezione, ci sia qualche cosa che non vada, che manchi il contatto visivo diretto, e quindi il contatto ‘’umano’’, i miei nipoti non vivono la faccenda nel mio stesso modo.
Questo per loro, visto che c’è il CoVid, è il modo di fare scuola in questo momento, quindi va bene così. Quelle sono le loro maestre e, se non le possono vedere in ‘’carne ed ossa’’ per loro non è un trauma particolare, ma è la realtà del momento e, tutto sommato si divertono pure.
Ci sono dei momenti divertenti anche per chi rimane in zona ad assistere a queste ‘’lezioni’’, tipo quando, di punto in bianco, mentre si legge un paragrafo a turno, si sente una vocina che dice: ‘’maestra, posso andare a fare pipì’’? E la risposta della maestra è: ‘’Ma certo cara’’.
Ma si sa le ‘’pipì’’ sono ‘’contagiose’’, forse più ancora del covid e, in men che non si dica la maestra si è ritrovata da sola, mentre i bambini sono andati tutti a fare pipì!
Comunque anche questa settimana è passata. Ora penso con ansia a come potrà gestire la cosa mia nuora, da sola, con due bambini.
Mi chiedo: ‘’Ma come si fa a lavorare in quel che chiamano ‘’smart working’’, che di ‘’smart’’ non ha proprio nulla, quando in contemporanea bisogna occuparsi di due bambini, con problemi di connessione, con la linea che sparisce, con dei video che, di colpo diventano tutti neri e non si sente più la voce della maestra’’?
E poi, i bambini devono anche pranzare. E il pranzo dei bambini non è affatto detto che coincida con la riunione in atto della mamma.

Cribbio che vita difficile che hanno i genitori di oggi.

Alla prossima

Elena

Francia: attentato a Strasburgo …

Sono tre i morti e dodici i feriti nell’attentato al Mercatino di Natale di Strasburgo.

L’attentatore pare essere un uomo di 29 anni ‘’radicalizzato’’.  L’uomo ha aperto il fuoco verso le 20,00 nel centro di Strasburgo, sparando diversi colpi di arma da fuoco nella zona dove si trova il mercatino, è poi fuggito continuando a sparare, tra i feriti risulta esserci anche un italiano.  

Strasburgo – Polizia sul Lugo dell’attentato …

Cosa spinge un trentenne a fare una cosa simile? 

E’ interessante l’opinione in proposito del sociologo franco-persiano Farad Khosrokhavar che è il direttore dell’Istituto studi di scienze sociali di Parigi (EHESS). Il suo lavoro affronta proprio i problemi legati all’islamismo radicale contemporaneo dalla repubblica islamica in Iran fino al fenomeno degli attentatori suicidi. Negli ultimi anni si è occupato di musulmani in carcere e di “radicalizzazione”, una categoria concettuale utilizzata dagli scienziati sociali in maniera crescente dopo gli attentati dell’11 settembre 2001. 

Che cosa si intende per ‘’radicalizzazione’’?

Con radicalizzazione si intende il processo che porta un individuo o un gruppo di individui ad agire in forme violente collegandosi ad una ideologia, ad un contenuto politico, sociale o religioso, estreme. 

Il fenomeno della radicalizzazione ha una dimensione oggettiva legata all’esclusione sociale, al conflitto tra culture e religioni, alle politiche dei paesi occidentali nei confronti del medio oriente. 

Proviamo a fare ‘’mente locale’’ per un attimo al comportamento ed alle scelte del nostro attuale Ministro degli Interni, Matteo Salvini, nei confronti dei disperati che arrivano sul nostro territorio, secondo voi le sue scelte tendono a diminuire i conflitti o ad aumentarli?

E comunque bene ricordare che, sempre secondo Khosrokhavar , l’approccio sociologico e antropologico al tema è condizionato anche alla reazione ’’soggettiva’’ dell’individuo.  Le reazioni ‘’estreme’’ dipendono dalla psicologia di un individuo che si relaziona ad un gruppo … al carisma di un capo …  ai valori di riferimento. Queste reazioni le troviamo sia, nel caso dell’islamismo radicale, sia nei fanatici estremisti che esaltano un gruppo, anche politico, rispetto ad un altro. 

Vi ricordate di quel ’’pirla’’ di Macerata che era andato a sparare contro ogni nero che gli capitasse a tiro e che, dopo averne uccisi sei, era andato a fare il saluto ‘’romano’’ al monumento ai caduti, fiero di aver ‘’vendicato’’ secondo il suo malato orgoglio nazionalista, la povera Pamela? Luca Traini aveva 28 anni e non era certo differente dal 29enne di Strasburgo. Entrambi si possono collocare nella categoria dei ‘’deficienti’’! O come li chiamo io dei ”vuoti a perdere”! Ma non dimentichiamo che questi ”Deficienti” esistono anche perché la società non è più in grado di dar loro ”risposte” a causa della sua propria ”inefficienza”.  

Ma torniamo al fatto di Strasburgo …  l’immagine dei media, che costruiscono la figura del nemico pubblico, produce un effetto di esaltazione nel giovane radicale che esce dal degrado e dall’anonimato della propria condizione per diventare un eroe negativo. L’autore ritiene in questo caso comparabili gli estremisti religiosi e quelli laici di destra e sinistra. 

Khosrokhavar sostiene poi anche che, l’amplificazione mediatica,  ingigantisce la portata e il timore percepito del radicalismo islamico. Il fenomeno resta comunque minoritario come confermato dalle cifre riportate in una tabella costruita dall’Europol che segnala il numero di attacchi terroristici in Europa e il numero di arrestati per attività legate allo jihadismo, ma è ovvio che tenda ad aumentare come reazione al ”malessere” di questo periodo storico.  

Il radicalismo islamista in occidente sarebbe poi anche il prodotto di una de-istituzionalizzazione che ha visto il crollo delle organizzazioni che tradizionalmente fornivano alla protesta e al malcontento degli esclusi una via per incidere sulla realtà. 

In Italia le scomparse rivendicazioni/manifestazioni sindacali sono state sostituite dai movimenti ‘’No tutto’’  (No Tav, No Tap, No Inceneritore, No Grat, No Olimpiadi, No Gronda, etc…) che ormai canalizzano la protesta, in Francia oggi ci sono i ‘’Gilet Jaune’’.  

E comunque, per farla breve,  è chiaro a tutti che, più il tessuto sociale ed economico tende ad impoverirsi,  più la disperazione degli individui ha il sopravvento e in qualche modo cerca di reagire. 

L’unico modo per riportare il tutto alla normalità è una migliore redistribuzione del reddito.

Quindi la politica di tutti i Paesi deve assolutamente rimettere in circolazione del denaro per la collettività. 

Il denaro non lo si rimette in circolazione stampandolo in maniera ‘’autonoma’’ ma bensì facendo pagare alle multinazionali i soldi che eludono e che finiscono in una sorta di ‘’buco nero’’ assolutamente inutili alla collettività ma che continuano ad arricchire a dismisura personaggi inquietanti! 

Meditiamo gente … meditiamo … 

Alla prossima

Elena 

Lavoro che non c’è … come fare?

Rosario Rasizza, presidente di Assosomm, (Associazione nazionale delle agenzie per il lavoro) lancia l’allarme sul decreto dignità:  ‘’Misure come il divieto di prorogare il contratto a termine oltre i 24 mesi o l’imposizione di pause temporali tra i contratti rischiano da un lato di favorire il lavoro nero, e dall’altro una condizione di precarietà, per un numero sempre maggiore di lavoratori’’. 

Guardiamoci in faccia e proviamo ad essere onesti almeno una volta.

Il datore di lavoro dà lavoro ‘’se’’ ha lavoro da dare. Per dare lavoro in maniera regolare è necessario che ‘’venda’’ quello che produce, sia che produca qualche cosa di tangibile oppure dei ‘’servizi’’.  Deve trovare un buon equilibrio tra pagare stipendi e tasse e il suo guadagno personale. Da quando in qua dovrebbe essere obbligato ad essere un ‘’filantropo’’? 

Il mondo del lavoro è sempre più difficile e sono stati tantissimi i ‘’rampolli’’ che hanno ereditato la ‘’fabbrichetta’’ dai genitori che si erano fatti il ‘’mazzo’’ nei tempi del boom economico. 

Allora, bisogna ammetterlo era più facile, se si lavorava come dei matti a testa bassa, i risultati arrivavano, oggi è più complicato, quindi i ‘’rampolli ereditieri’’ hanno preferito vendere la ‘’boita di famiglia’’  magari a degli stranieri che hanno svuotato e delocalizzato. I rampolli non hanno nessuna voglia di farsi il mazzo in un mondo complicato, con regole astruse, con una giustizia che, bene che vada, ammesso che si vinca un contenzioso, ci vogliono 10 anni per aver ”giustizia” e poi non si recupera niente in termini economici.  Neppure le aziende serie straniere vengono ad investire da noi, a meno che non abbiano un ‘’recupero crediti’’ che bypassi la giustizia. Probabilmente i cinesi sono organizzati anche per ‘’quello’’. 

Comunque … i rampolli, pian pianino hanno venduto e hanno investito in borsa il ‘’ricavato’’ il che ha permesso loro ed ai loro figli di vivere benissimo. Ma a ”noi” poveri comuni mortali … che cosa è rimasto? 

Se quei pochi rimasti arrancano tra mille difficoltà, se nessuno vuole comprare quel che producono come fanno a dare lavoro stabile? Ma queste persone vanno ”strangolate” o vanno osannate ed aiutate per la ”stamina”  che dimostrano?

Noi stiamo perdendo tra una ‘’melina assurda’’ e un’indifferenza ignorante l’ultima più grande acciaieria d’Europa. Una fabbrica che dà lavoro ad una marea di gente. Come mai? Perché non siamo capaci di gestire il particolato inquinante? Ma è mai possibile? Siamo nel 2018!

Comunque, ILVA a parte, tanto perderemo anche quella … il lavoro non c’è! Punto! Perché? Perché il mondo è complicato e noialtri non siamo competitivi, non siamo stati capaci di adattarci … stiamo perdendo ‘’pezzi’’ da una vita … contiamo sempre di meno … la ‘’grande imprenditoria’’ o è stata selezionata dalla ‘’malavita organizzata’’… quella con la visione del ‘’mordi e fuggi’’ o se ne è andata. 

Ma adesso, invece di guardare in faccia la realtà che cosa facciamo? O mettiamo regole strangolatore ad una imprenditoria già strangolata di suo … oppure diamo la colpa ad altri … ora è il momento degli ‘’immigrati’’ che ci tolgono il lavoro! Ma quale lavoro ci tolgono esattamente caro Salvini? La colf? La badante? Il raccoglitore di pomodori? Il lavavetri? 

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I nostri figli se hanno un master o un dottorato di ricerca vanno all’estero dove il lavoro lo trovano e dove sono ben pagati. E’ assolutamente ‘’normale’’. 

Qui che cosa potrebbero fare? Lavorare nei call-Center  o consegnare pasti caldi in bicicletta a chi non ha nemmeno più voglia di cucinare? 

Caro Luigi Di Maio … la tua prosopopea è direttamente proporzionale alla tua totale incapacità/inadeguatezza al posto che occupi, nel contempo sei l’esempio lampante della situazione italiana, che premia i ‘’furbetti’’ che a parole risolvono i problemi mondiali. Non sei nemmeno stato capace di votare regole per ridimensionare le multinazionali che operano su Internet … tu sei dove sei grazie alla ‘’rete’’ … quindi facciamole ‘’ponti d’oro vero’’? C’è sempre qualcuno che approfitta di qualche cosa e tu non sei certo diverso dagli altri, anzi! 

Alla prossima

Elena