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Di Maio: ”Decide la Piattaforma Rousseau e Mattarella aspetta …” ??????

Mò, Luigi Di Maio, il ‘’capo politico’’ del M5S, dice a Mattarella: ‘’Non rompere, noi decidiamo in rete, e tu aspetti’’! Il Presidente della Repubblica aveva detto di voler una risposta entro mercoledì ma i pentastellati se ne sbattono le ‘’00’’!  

Sembra di essere a scuola, quanto la prof. vuole il tema per questo giovedì e lo studente lo porta il giovedì successivo. Se ti va è così … se no ”ciccia”!

Come mai tutto ‘sto tempo? Se volete far votare la vostra base su Rousseau, fatelo nei tempi richiesti dal Presidente della Repubblica no? Di direbbe che voialtri decidiate il da farsi ora per ora. Vorreste governare anche il Paese con ‘ste tempistiche? 

Oppure dobbiamo pensare che quelli della Casaleggio siano imbranati?

La base grillina vuole votare sulla Piattaforma Rousseau e dov’è il problema? 

Questi vogliono votare per tutto! A loro piace l’idea che ‘’decida il popolo’’ e allora fateli votare no? 

Il fatto che il ‘’popolo’’,  quando gli venne chiesto: ‘’preferite Gesù o Barabba’’, non ebbe la benché minima esitazione …  a ‘’loro’’ non importa un fico secco.

A fateli contenti, fateli votare dov’è il problema? Tanto i ‘’vertici’’ del M5S, che sono stati eletti, non si prendono mica troppe responsabilità. Funziona così ‘sto movimento: gli eletti, da disoccupati/sotto-occupati,massaia, si sono trovati di colpo ad essere strapagati, senza portare poi un determinante ‘’valore aggiunto’’, ma in compenso, sulle ‘’rogne serie’’  fanno decidere ‘’il popolo’’! Quindi se qualche cosa va storto è ‘’colpa del popolo’’! Che geni! 

E comunque sarebbe bene che la Casaleggio, che gestisce la Piattaforma Rousseau, si dia da fare. Una settimana per un voto in rete? Ma dai, ci mette di meno Avaaz.org! 

E che cavolo, la Casaleggio&Associati, prende 300 euro al mese per ogni parlamentare!

Alla faccia del conflitto di interesse di Berlusconi! Costoro dal momento in cui hanno messo in piedi ‘sto accrocco di ”partitomovimentofacciounpòquelchemipare” hanno risolto tutti i loro problemi! I ”loro” NON i ”nostri”! 🙁

Dunque … facendo i conti della serva, i parlamentare grillini alla Camera sono 216,  al Senato sono 107 per un totale quindi di  323 parlamentari che, moltiplicato per 300, fa 96,900 euro al mese per la Casaleggio! 

Praticamente costoro, da quando esiste il M5S, hanno trovato la ‘’gallina dalle uova d’oro’’! 

Ma la domanda è: ‘’Possibile mai che con tutti ‘sti soldi non riescano a far funzionare ‘sta piattaforma alla veloce’’? E che cavolo sono proprio imbranati! Mattarella non ha tempo da perdere e nemmeno l’Italia! 

Dov’è il problema? Avete forse bisogno di ‘’tempo’’ per mettere a punto le domande in maniera tale da ‘’dirigere’’ l’espressione del ‘’popollo’’? 

Tranquilli, il vostro ‘’popollo’’ non se ne accorge … come non si accorge dell’enorme conflitto di interesse che avete! Si sono fermati al ‘’conflitto di interesse di Berlusconi’, ma due più due, il vostro elettorato non lo sa fare, quindi, tranquilli … qualsiasi porcata diciate, a loro va bene lo stesso! 

Resta il fatto che la Casaleggio&Associati prende ogni mese denaro dai parlamentari del M5S, denaro che deriva dalle nostre tasse!  Denaro che è pagato da noialtri tutti, elettori vostri o meno, quindi noialtri, con le nostre tasse, manteniamo anche la Casaleggio&Associati! 

Ma che strazio … 

Alla prossima

Elena 

 

Pensierini del mattino su Obbligo di Mandato e ulteriore perdita di democrazia … 

La crisi economica porta anche alla perdita di democrazia? Si direbbe di si … L’obbligo di mandato non è altro che un passo in più verso una dittatura. Il primo passo è stata la triste legge elettorale che ci perseguita.

Com’è che grillini e Lega, che si sono venduti come i  paladini del popolo,  non la cambiano ‘sta legge elettorale mò che ne avrebbero i mezzi e i numeri? Fatevi una domanda e datevi una risposta! Nessuno affronta più l’argomento e vedrete che, se saranno costretti a farlo in seguito magari ad un ‘’pressione della rete’’, come al solito il tutto si risolverà in ‘’tanto fumo e poco arrosto’’! Ci impapocchieranno qualche cosa … raccontandoci un sacco di stupidaggini condite con qualche slogan tanto per tenerci buoni. 

 A proposito di ‘’slogan’’ … mò è il ritrovato tandem ‘’DiBattista/DiMaio”, peraltro da una Stazione sciistica decisamente ‘’vip’’ e quindi non certo alla portata di tutti, a lanciare l’altro ‘’must’’ del loro populismo e cioè il taglio agli stipendi dei parlamentari.

Ecco gli astri nascenti della politica italiana … i prossimi chi saranno? Cip e Ciop ?

Il miracolato Di Maio e il non proprio pezzente Di Battista – figli entrambi di genitori che le tasse le pagano a ‘’modo loro’’ – non sanno più cosa fare per rendere ‘’felice’’ ed ingraziarsi il proprio ’’popolo’’, soprattutto in vista delle prossime elezioni europee.   

Sentendosi giustamente in colpa: uno, per lo stipendio che prende senza meritarselo, l’altro, per lo stipendio che prenderà, sempre senza meritarselo … promettono che questi stipendi verranno ridotti nel nome del ‘’popolo sovrano’’! 

Già ne restituiscono una parte i grillini, il che li rende più simpatici alla massa vero? Dove poi vadano ‘sti soldi non è proprio chiaro, ma l’importante è il ‘’gesto’’. 

Personalmente vorrei invece che ne prendessero anche di più di soldi, se solo sapessero fare qualche cosa di positivo per far ripartire il paese. Ma costoro, purtroppo, sono dei miracolati, inesperti ed incompetenti,  conditi con una grande dosa di prosopopea, che a noi servono proprio pochino. 

Infatti, nonostante quello che ci raccontano… la manovra l’ha fatta più Bruxelles di loro. A noi ‘’vendono’’ il fatto di essere dei ‘’duri’’ ma in realtà sono dei ‘’carciofi’’! 

Ma tornando agli stipendi dei Parlamentari … d’altronde … con gente che ha nel proprio ‘’pseudo-statuto’’ l’obbligo di mandato a che cosa servirebbero parlamentari e parlamento?

A niente! Non servirebbero ad una cippa visto che l’obbligo di mandato annullerebbe la discussione e sarebbero obbligati a votare come dice il ‘’capo’’! Altro che diminuire gli stipendi , in quest’ottica non solo gli stipendi andrebbero aboliti ma pure il Parlamento in toto.

Cribbio!  Lo ‘’gnomolaccatodibiaccamarroneintesta, in quanto a parlamento di ‘’nominati’’ era un principiante confronto a costoro.

Ma intanto noi ‘’popollo’’ non ci facciamo domande e felici applaudiamo per il ‘’taglio’’ annunciato senza renderci nemmeno conto di che cosa ci stanno combinando. 

Vediamo un pò di spiegare per i distratti che cos’è l’obbligo di mandato.

L’Articolo 67 della Costituzione della Repubblica italiana recita:

‘’Ogni membro del Parlamento rappresenta la Nazione ed esercita le sue funzioni SENZA vincolo di mandato’’.

Questo articolo della Costituzione fu scritto e concepito per garantire la massima libertà di espressione ai membri del Parlamento italiano eletti sia alla Camera che al Senato della Repubblica. 

Questo ovviamente funziona però nel caso di una ‘’democrazia rappresentativa’’, quella prevista dalla nostra Costituzione, dove cioè a noi ‘’popollo’’ è consentito di votare una persona che ci rappresenti. Ma questa legge elettorale ci permette di farlo? Macché!

Vi ricordate la famosa proposta di legge elettorale auspicata da Bersani, l’unico con delle meningi funzionanti? E cioè che i collegi avrebbero dovuto essere uninominali e a doppio turno?  Il che significava, tradotto in soldoni,  che io elettore ero nelle condizioni di votare uno nel mio collegio che conoscevo perché si era distinto in qualche modo e che lo delegavo a rappresentarmi! Invece? Per carità … nessuno la vuole ‘sta legge. Troppo pericolosa eh? Bisognerebbe esser capaci di fare qualche cosa vero? 

Invece com’è la nostra ‘’pseudo-democrazia’’ oggi? Oggi la nostra, che lo si abbia capito o no, è una ‘’democrazia referendaria’’ e cioè noialtri si vota un capo-popolo e/o un partito che a sua volta nomina degli yes-man che rappresentano ovviamente il ‘’capo-popolo’’ o il partito e noialtri per loro siamo l’ultimo problema. 

Quindi noialtri pirla non abbiamo più nessuno che ci rappresenti se non un capoccia con una grande visibilità mediatica, oppure una sorta di ‘’massa informe’’ a sempre più vaga. Una sorta di ‘’blob’’ in cui ognuno di noi mette quello che ci vuole vedere,  speranze comprese.

Nel caso di una ‘’democrazia rappresentativa’’ i deputati/senatori eletti dovevano rendere conto ai propri elettori, nel caso non lo avessero fatto, alle elezioni successive ne avrebbero pagato lo scotto. Oggi? Fatevi una domanda e datevi una risposta … noialtri non sappiamo più nemmeno chi c’è in parlamento! 

Almeno, pretendiamo che, ‘’chi’ arriva su quali scranni DEBBA essere una persona che PORTI ’’valore aggiunto’’ grazie alle sue conoscenze, al suo impegno ed alle sue comprovate capacità! Invece? Invece oggi chi è che arriva su quegli scranni? Sono troppi i ‘’miracolati’’ senza né arte né parte che si siedono in Parlamento … e che cosa faranno costoro per noialtri di grazia! Una emerita cippa! Non certo perché sono ‘’cattivi’’ ma semplicemente perché: primo,  non ne sono all’altezza, secondo sono degli ‘’yes-man’’ che devono baciare la terra dove cammina CHI su quegli scranni li ha messi. 

Non mi stancherò mai di dire che  il suffragio DEVE essere e rimanere universale ma le candidature NO … e che la legge elettorale deve restituire a noi elettori il diritto di votare un individuo che ci rappresenti!   Quindi collegi uninominali a doppio turno! 

Ma torniamo al vincolo di mandato e facciamo un esempio becero tanto per rendere le cose ancora più chiare: ‘’Facciamo finta che tu sia un parlamentare e il partito in cui sei stato eletto, dall’oggi al domani, emetta un provvedimento che autorizza la Polizia di Stato a torturare gli arrestati!  Tu parlamentare non sei d’accordo e voti contro’’! Ma … se hai l’obbligo di mandato, voti quello che ti dicono e stai zitto!  Capito adesso? Ecco perché i grillini che non sono d’accordo vengono sbattuti fuori. Li vogliono allineati e coperti! E … parliamoci chiaro … più sono scemi, meglio è! 

Queste sono alcune piccole ‘’cosette’’ che sembrano ‘’quisquilie’’ nel tran tran di tutti i giorni, come ad esempio l’obbligo di mandato e la legge elettorale … ‘’nascondono’’ invece le basi della democrazia. E noi le stiamo perdendo tutte a poco a poco …  facciamo attenzione, please! 

Le multinazionali ringraziano comunque. Molto meglio aver a che fare con ”pochi” che governano la baracca piuttosto che con ”molti” che ragionano autonomamente … non credete? 

Alla prossima

Elena 

Francia: attentato a Strasburgo …

Sono tre i morti e dodici i feriti nell’attentato al Mercatino di Natale di Strasburgo.

L’attentatore pare essere un uomo di 29 anni ‘’radicalizzato’’.  L’uomo ha aperto il fuoco verso le 20,00 nel centro di Strasburgo, sparando diversi colpi di arma da fuoco nella zona dove si trova il mercatino, è poi fuggito continuando a sparare, tra i feriti risulta esserci anche un italiano.  

Strasburgo – Polizia sul Lugo dell’attentato …

Cosa spinge un trentenne a fare una cosa simile? 

E’ interessante l’opinione in proposito del sociologo franco-persiano Farad Khosrokhavar che è il direttore dell’Istituto studi di scienze sociali di Parigi (EHESS). Il suo lavoro affronta proprio i problemi legati all’islamismo radicale contemporaneo dalla repubblica islamica in Iran fino al fenomeno degli attentatori suicidi. Negli ultimi anni si è occupato di musulmani in carcere e di “radicalizzazione”, una categoria concettuale utilizzata dagli scienziati sociali in maniera crescente dopo gli attentati dell’11 settembre 2001. 

Che cosa si intende per ‘’radicalizzazione’’?

Con radicalizzazione si intende il processo che porta un individuo o un gruppo di individui ad agire in forme violente collegandosi ad una ideologia, ad un contenuto politico, sociale o religioso, estreme. 

Il fenomeno della radicalizzazione ha una dimensione oggettiva legata all’esclusione sociale, al conflitto tra culture e religioni, alle politiche dei paesi occidentali nei confronti del medio oriente. 

Proviamo a fare ‘’mente locale’’ per un attimo al comportamento ed alle scelte del nostro attuale Ministro degli Interni, Matteo Salvini, nei confronti dei disperati che arrivano sul nostro territorio, secondo voi le sue scelte tendono a diminuire i conflitti o ad aumentarli?

E comunque bene ricordare che, sempre secondo Khosrokhavar , l’approccio sociologico e antropologico al tema è condizionato anche alla reazione ’’soggettiva’’ dell’individuo.  Le reazioni ‘’estreme’’ dipendono dalla psicologia di un individuo che si relaziona ad un gruppo … al carisma di un capo …  ai valori di riferimento. Queste reazioni le troviamo sia, nel caso dell’islamismo radicale, sia nei fanatici estremisti che esaltano un gruppo, anche politico, rispetto ad un altro. 

Vi ricordate di quel ’’pirla’’ di Macerata che era andato a sparare contro ogni nero che gli capitasse a tiro e che, dopo averne uccisi sei, era andato a fare il saluto ‘’romano’’ al monumento ai caduti, fiero di aver ‘’vendicato’’ secondo il suo malato orgoglio nazionalista, la povera Pamela? Luca Traini aveva 28 anni e non era certo differente dal 29enne di Strasburgo. Entrambi si possono collocare nella categoria dei ‘’deficienti’’! O come li chiamo io dei ”vuoti a perdere”! Ma non dimentichiamo che questi ”Deficienti” esistono anche perché la società non è più in grado di dar loro ”risposte” a causa della sua propria ”inefficienza”.  

Ma torniamo al fatto di Strasburgo …  l’immagine dei media, che costruiscono la figura del nemico pubblico, produce un effetto di esaltazione nel giovane radicale che esce dal degrado e dall’anonimato della propria condizione per diventare un eroe negativo. L’autore ritiene in questo caso comparabili gli estremisti religiosi e quelli laici di destra e sinistra. 

Khosrokhavar sostiene poi anche che, l’amplificazione mediatica,  ingigantisce la portata e il timore percepito del radicalismo islamico. Il fenomeno resta comunque minoritario come confermato dalle cifre riportate in una tabella costruita dall’Europol che segnala il numero di attacchi terroristici in Europa e il numero di arrestati per attività legate allo jihadismo, ma è ovvio che tenda ad aumentare come reazione al ”malessere” di questo periodo storico.  

Il radicalismo islamista in occidente sarebbe poi anche il prodotto di una de-istituzionalizzazione che ha visto il crollo delle organizzazioni che tradizionalmente fornivano alla protesta e al malcontento degli esclusi una via per incidere sulla realtà. 

In Italia le scomparse rivendicazioni/manifestazioni sindacali sono state sostituite dai movimenti ‘’No tutto’’  (No Tav, No Tap, No Inceneritore, No Grat, No Olimpiadi, No Gronda, etc…) che ormai canalizzano la protesta, in Francia oggi ci sono i ‘’Gilet Jaune’’.  

E comunque, per farla breve,  è chiaro a tutti che, più il tessuto sociale ed economico tende ad impoverirsi,  più la disperazione degli individui ha il sopravvento e in qualche modo cerca di reagire. 

L’unico modo per riportare il tutto alla normalità è una migliore redistribuzione del reddito.

Quindi la politica di tutti i Paesi deve assolutamente rimettere in circolazione del denaro per la collettività. 

Il denaro non lo si rimette in circolazione stampandolo in maniera ‘’autonoma’’ ma bensì facendo pagare alle multinazionali i soldi che eludono e che finiscono in una sorta di ‘’buco nero’’ assolutamente inutili alla collettività ma che continuano ad arricchire a dismisura personaggi inquietanti! 

Meditiamo gente … meditiamo … 

Alla prossima

Elena 

Francia – Blocage national dei gilet jaunes …

Oggi in Francia, 17 novembre: ‘’blocage national’’ dei ‘’gilets jaunes ‘’.
Manifestazione spontanea ed apolitica nata in rete contro tutti gli aumenti che piovono sulla testa delle persone che già fanno fatica a ‘’tirare la carretta’’!

Francia – Città di Torcy . I ”Gilet gialli ” si ritrovano nel parcheggio di un supermercato Carrefour.

Elettricità, gas, assicurazioni, affitti … continuano ad aumentare e le divisioni tra classi sono sempre più forti! La classe lavoratrice, la piccola e media borghesia stanno, letteralmente, scomparendo. La situazione peggiora ed il gap tra chi ha tantissimo e chi ha pochissimo diventa sempre più marcato.
Manca denaro all’appello … come mai?
Chiedetevi quante tasse pagano le Multinazionali che, nonostante tolgano lavoro alle persone invece di darglielo, guadagnano cifre da capogiro e non pagano tasse dove fanno reddito ma solo dove decidono di farlo.
Il denaro che le Multinazionali NON paga finisce in un ‘’buco nero’’ che fa comodo solo a quattro gatti mentre, la collettività, non vede una lira!
Gli Stati però, per fare andare avanti tutto l’am ba ra dam: sanità, scuole, welfare, etc. … hanno bisogno di denaro. Ora, dove pensate che li prendano i soldi per far funzionare il Paese? Fatevi una domanda e datevi una risposta!
La politica è riuscita a dare l’impressione all’opinione pubblica, di limitarsi a prendere stipendi da capogiro, ma di non esser in grado di imporre dei ‘’diktat’’ alle Multinazionali, ovvero ai ‘’Novelli Imperatori’’! Come mai la politica non ci riesce? Che ci voglia un ‘’peso fortissimo per farlo’’?  Considerato il fatto che questi ”Highlanders” possiedono denaro per fare delle guerre e che tengano, per questo motivo, la politica al guinzaglio?

Come si farà ad avere un ’’peso fortissimo’’? Dividendoci  forse come i ‘’frattali’’?

Meditate gente … meditate … alla prossima

Elena

Tasse e regole alla ”Rete” … finalmente!

Come è strano il mondo … 

tutti ci rendiamo conto che di lavoro ce n’è poco,  tutti ci rendiamo conto che nel ”calderone delle tasse” mancano quindi i soldi di chi il lavoro non lo ha, ma ci rendiamo anche conto che mancano i soldi di aziende come Google, Amazon, Fb, Twitter, YouTube, Apple e via discorrendo. Costoro non pagano le tasse dove fanno reddito ma solo dove scelgono di pagarle! E non ci vuole molto a capire che scelgono di farlo dove è loro più conveniente no? Quindi ricapitolando,  guadagnano in tutto il mondo, ma pagano le tasse solo in un posto, un tantino ingiusto non trovate? 

Costoro guadagnano come Stati interi … ma in proporzione pagano come uno che ha la ”pensione sociale” … vi sembra giusto? 🙁

Eppure … a mettersi di traverso per farli finalmente pagare sono incredibilmente tanti.

Prima di tutto gli stessi proprietari delle aziende in oggetto, ma anche e soprattutto tutti quelli che, grazie alla ‘’rete’’, hanno fatto la loro fortuna. Vediamo un pò di chiarire che cosa stanno cercando di fare per far tornare in circolo, a beneficio di tutti, denari provenienti da una giusta tassazione.

Oggi sappiamo che chi opera in ‘’rete’’ gode di una libertà illimitata ma che soprattutto non paga tasse dove fa reddito ma solo dove decide di mettere la sede fiscale.  Questa mancanza di regole deriva dal fatto che sono aziende ‘’nuovissime’ che, nel giro di pochissimo tempo, sono diventate delle vere e proprie fontane di denaro, per chi li ha inventate ovviamente, perché di lavoro effettivo non è che ne diano poi tanto in proporzione alle loro dimensioni e a quello che guadagnano. Costoro penalizzano tra l’altro tutte le aziende legate al ‘’vecchio sistema’’. Per esempio oggi tutti compriamo su ‘’Amazon’’,  il che significa che non solo negozi tradizionali, ma anche i grandi magazzini sono  penalizzati da questo nuovo sistema di ‘’acquisti’’. 

Se pensiamo che un tempo il ‘’vecchio negozio’’ dava da mangiare ad una famiglia di magari 5 persone, oggi i supermercati danno da ‘’mangiare’’ a molti meno. Nel negozio ci lavoravano padre, madre, figli … nel supermercato ci lavora invece magari solo un membro di una famiglia, ad Amazon ancora di meno. Al di la di questo fatto, la cosa che infastidisce di più, non è solo la mancanza progressiva di lavoro per noialtri, è che costoro non pagano proprio le tasse che dovrebbero invece pagare.

Oggi si vogliono finalmente dare delle regole. Sia sulla diffusione di contenuti online sia delle tasse alle vendite dei giganti dell’e-commerce.  Dopo anni di’ ’bengodi’’  e dei ‘’pionieri del tech’’, i regolatori internazionali stanno fissando qualche paletto in più nel far west dell’industria tecnologica globale. Non si parla solo della maxi-sanzioni comminate dalla Commissione europea a Google (2,4 miliardi di euro) o del suo pressing a Mark Zuckeberg e Facebook, ma di norme rette su un doppio presupposto: uniformare le leggi delle imprese della new economy a quelle delle aziende “normali” o creare parametri inediti, calibrati su modelli di business che sfuggono alle vecchie logiche commerciali. Ormai le aziende del mondo digitale sono entrate in una fase di maturità che fa cadere la scusa della ‘’l’eccezionalità’’ rivendicata quando si trattava di respirare sotto al peso schiacciante della old economy. Quindi devono operare ed essere tassate con regole simili a chi concentra il suo business nel mondo offline, sempre che esista ancora questa distinzione …

Lunedì 2 luglio l’Europarlamento, riunito in plenaria a Strasburgo, voterà la direttiva proposta dalla Commissione Europea nel 2016 per la creazione di un ‘’Digital single market’’.  Il mercato unico digitale in Europa. Il testo è appena uscito dal vaglio della Commissione giuridica dell’ Eurocamera con due modifiche di peso sul fronte dei diritti d’autore. A scatenare le polemiche sono soprattutto gli articoli 11 e 13 del testo. L’articolo 11 prevede l’implementazione di quella che è stata ribattezzata subito ‘’link tax’’, la tassa sui link. La regola imporrebbe a colossi aziendali come Google o Facebook di pagare gli editori ogni volta che linkano un articolo sulle proprie piattaforme. Come?

Rendendo obbligatoria la richiesta di una licenza per pubblicare i cosiddetti  ‘’snippet’’: le anticipazioni dell’articolo dove si possono leggere titolo e prime righe, utilizzati per catturare i navigatori prima di rimandare al contenuto originale. Un “ritaglio” che finisce, spesso, per sostituirsi alla fruizione integrale dei contenuti, soprattutto quando i lettori si trovano di fronte alla necessità di pagare. L’articolo 13 tocca da vicino gli utenti, perché richiede a piattaforme di largo utilizzo come YouTube o Instagram di installare dei filtri (upload filter) che che impediscano ai navigatori di caricare materiale protetto da copyright. Fino ad oggi, social network e aziende tech non erano tenute a vigilare sulla violazione dei diritti d’autore sulle proprie piattaforme. Né, a quanto pare, sono intenzionate a farlo .

Secondo il Financial Times, Google avrebbe già scritto alle aziende beneficiarie della Google digital news initiative (un programma che offre finanziamenti alle iniziative editoriali più innovative) di fare pressing sugli europarlamentari perché blocchino le modifiche alla direttiva. La Commissione è sempre riuscita a tenere testa al lobbying del colosso californiano, ma l’Europarlamento potrebbe essere più vulnerabile alle sue ingerenze. Oltretutto l’argomento della ‘’tassa sui link’’,  tocca anche le corde degli attivisti per il diritto alla Rete libera, rappresentati all’ Eurocamera da una schiera abbastanza trasversale di forze politiche. Incluso il Movimento cinque stelle. Il vicepremier Luigi Di Maio si è schierato apertamente contro la direttiva, accusata di ‘’mettere il bavaglio alla Rete’’.  Se il testo dovesse restare come è stato presentato, ha aggiunto il Ministro dell’Economia, nonché ministro dello Sviluppo Economico, nonché Vice Primo Ministro, nonché  precedentemente disoccupato Luigi Di Maio, il governo ‘’sarebbe pronto a non recepirla’’ e a non accogliere le sue linee guida nel diritto italiano! 

L’Europa, che è quella che più di tutti si rende conto della realtà delle cose, non dimentichiamo che i ‘’diritti’’ sono nati in Europa, che il Welfare è nato in Europa, che la sanità pubblica è nata in Europa, che insomma, noialtri siamo i più evoluti del pianeta,  si è intestata alcune delle battaglie più dirompenti contro lo strapotere, o l’assenza di regole, delle aziende tecnologiche. 

L ’Europa ha segnato una  svolta con i 99 articoli del GDPR (General Data Protection Regulation) un regolamento generale sulla protezione dei dati entrato in vigore nel 2016 e divenuto applicativo dallo scorso 25 maggio. Tra i punti caldi del testo ci sono l’obbligo di richiedere il consenso in maniera chiara e comprensibile (articolo 7), la portabilità dei dati (articolo 20), la notifica di violazione di dati entro 72 ore (articolo 33), la designazione di un ‘’responsabile protezione dati’’ che faccia da vigilante sul rispetto delle regole (articolo 37). Le violazioni sono sanzionate con multe che possono arrivare fino a massimi di 20 milioni di euro o il 4% del fatturato annuale (quando è superiore a 20 milioni di euro). Le misure hanno fatto scattare, a tempo di record, i primi ricorsi:  nel giorno stesso di debutto del GDPR un’associazione no-profit  ha sporto quattro reclami accusando di ‘’consenso forzato’’ Google, Facebook e aziende affiliate come Whatsapp e Instagram.

Un secondo pilastro normativo, e fiscale, dovrebbe arrivare con un progetto tanto pubblicizzato quanto indefinito: la cosiddetta web tax, la tassa sul web. Lo sbocco finale della legge (tecnicamente una direttiva: un atto che va recepito dai singoli paesi e impone di raggiungere un target) è di consentire agli Stati membri di tassare i profitti generati sulla propria giurisdizione, a prescindere dalla collocazione fisica dell’azienda. La Commissione europea ha avanzato lo scorso 21 marzo due diverse proposte: una proposta ad interim per tassare al 3% i ricavi delle aziende digitali che fatturano almeno 50 milioni nel perimetro dell’Unione Europea; una proposta di lungo termine, successiva, per tassare gli utili generati in Europa da aziende digitali che raggiungono nel corso di un anno almeno 7 milioni di ricavi l’anno in un dato paese, 100mila ‘’utenti’’’ o 3mila contratti di business. L’argomento ha già provocato diverse spaccature su scala europea, complicando le speranze del commissario Pierre Moscovici di portare a casa l’approvazione di Europarlamento e Consiglio in tempi accettabili.

Se pur con fatica qualche cosa di ‘’muove’’ … e non solo contro i ‘’migranti’’, che paiono essere l’unico problema mondiale, come se  lavoro e tasse fossero invece cose di poca importanza.  I novelli imperatori della ‘’rete’’ fanno sparire miliardi di tasse dal circuito, soldi che finiscono in una sorta di ‘’buco nero’’ inutile alla collettività, mentre sarebbe un bene che questo denaro, grazie a giuste tasse,  tornasse in circolazione a beneficio di tutti quanti. 

Siamo in pochi, oggi come oggi a lavorare … in compenso tra quei pochi c’è gente come Zukerberg, che  guadagna da solo come uno Stato, quindi è giusto che gente come lui paghi le tasse in proporzione.  

Si chiama ‘’ridistribuzione del reddito’’ Signori … e deve essere fatta al più presto se non vogliamo che il mondo sia diviso in:  quattro gatti da una parte che vivono come nababbi ed una marea di individui dall’altra che fatica ad arrivare a fine mese e a cui vengano offerti solo mestieri degradanti, mal pagati e che paiono più una schiavitù piuttosto che un lavoro dignitoso. 

Caro Di Maio, capisco che Lei alla ‘’rete’’ ci sia ‘’affezionato’’ e che grazie alla rete sia stato ‘’miracolato’’ … ma si rassegni è necessario che a questa rete, tanto utile per prendere ‘’pesci’’, vengano messi seri ‘’paletti’’ e soprattutto è necessario far pagare a chi con essa guadagna fior di quattrini altrettante tasse. Altrimenti … dove vuoLe trovarli i denari per il ‘’reddito di cittadinanza’’? Tassando noialtri poveri cristi? Naaaa …

Alla prossima

Elena 

Bollette … i debiti dei morosi saranno a carico di chi paga?

Premesso che se non paghiamo non è di certo perchè siamo degli emeriti balordi … ma magari perchè non abbiamo lavoro e quindi il denaro per pagare. E già lì bisognerebbe farsi delle ”domande” …

Comunque si direbbe proprio che le bollette elettriche non pagate saranno, in parte, a carico degli utenti che pagano regolarmente! Contenti? Mi hanno spiegato di che cosa si tratta, mò provo a sintetizzare a mia volta.

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In realtà stiamo parlando di ”imposte” e non di ”consumo” … si tratta di imposte che le imprese elettriche pagavano allo Stato anche per quei loro clienti che non le  versavano ma, con la crisi di molte di queste aziende,  ora toccherà al cittadino farsi carico degli errori altrui. Ciò, ovviamente,  presuppone un ulteriore rincaro per le famiglie. Ricordiamo infatti che se l’utente non paga l’esercente può chiedere il pagamento di interessi di mora pari al tasso di riferimento aumentato del 3,5%.
E’ il solito sistema ”italico” di infilare ‘’tasse’’ in maniera subdola. Nella bolletta dell’elettricità sono comprese le spese relative alla ricerca/innovazione in campo energetico, che vengono pagate da noialtri sotto forma di ‘’tassazione’’ . E queste tasse, che vengano pagate o no, lo Stato le vuole. Le aziende non hanno i soldi per pagarle in quanto la morosità è troppo alta, quindi le spalmano sulla collettività.
Allo Stato il fatto che le bollette non vengano pagate e quindi non vengano pagate nemmeno le tasse che ci sono infilate dentro non gli piace, ‘’LUI’’ il denaro lo vuole, punto!
Ma è così in tutti i campi. Se per esempio un condomino non paga il riscaldamento, gli altri in ”solido” si faranno carico del debito. Oppure … provate ad affittare un alloggio e che non vi paghino per anni. Andate in tribunale, vincete la causa, quelli che avrebbe dovuto pagarvi l’affitto NON lo fanno nonostante la condanna del giudice … ma voi sappiate che dovete comunque allo stato le tasse in base a quello che NON avete MAI percepito. Viceversa … andrete avanti fino alle calende greche con rogne in tribunale.
Perchè? Perchè è così! O il nostro sistema fiscale è sbagliato!  Oppure non sono capaci di legiferare, oppure non sono capaci di gestire in maniera intelligente la burocrazia, oppure noialtri non siamo capaci di fare azioni collettive di massa per le cose importanti perchè non le ”capiamo” …  fatto sta che ”paga” sempre pantalone, che in questo caso  altri non è se non il cittadino inconsapevole.
Ma adesso … noi cittadini ”inconsapevoli” possiamo stare tranquilli … con i geni che stanno per arrivare al Governo andremo di sicuro benissimo! La loro preparazione è tale che risolveranno in quattro e quattr’otto tutte le magagne che ci assillano!

E che c’è vò …

Alla prossima

 

Elena