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Trino – Deposito nucleare: cosa c’è dietro il ritiro dell’autocandidatura?

TRINO. Il Deposito Nazionale dei rifiuti radioattivi non sarà costruito in mezzo alle risaie del Vercellese. Dopo aver chiesto ed ottenuto da Governo e Parlamento una modifica legislativa che gli ha permesso di candidare, per la realizzazione del Deposito, il territorio di Trino già dichiarato inidoneo da Sogin e Isin, ed esattamente tre mesi dopo aver presentato l’autocandidatura, il sindaco Daniele Pane è stato costretto a ritirarla.
Il lungo pressing sulle istituzioni
Da anni Pane è convinto che la soluzione per lo stoccaggio del materiale radioattivo attualmente immagazzinato a Trino (in minima parte), a Saluggia e in altre decine di siti “temporanei”, oltre a quello che rientrerà dal ritrattamento all’estero e a quello prodotto per usi diagnostici e medicali, sia la costruzione del Deposito a Trino. Ne aveva già parlato nel 2019 in un convegno romano organizzato dalla Fondazione Farefuturo dell’attuale ministro Adolfo Urso, a cui aveva partecipato insieme al suo mentore Roberto Rosso. Ha continuato a coltivare questa ipotesi anche quando Trino – con la pubblicazione della CNAPI, prima tappa del percorso verso l’individuazione del sito – era stata esclusa dal novero delle aree potenzialmente idonee, fino a proporla ufficialmente intervenendo nel novembre 2021 al Seminario Nazionale sul Deposito organizzato da Sogin. E finalmente tra la fine del 2023 e l’inizio del 2024 – con un intervento alla Commissione Ambiente della Camera l’8 novembre 2023, e con l’invio di richieste scritte – ha ottenuto dal Governo amico (Pane è esponente di Fratelli d’Italia), che ha inserito nella norma una modifica ad hoc, la possibilità di candidare Trino. Il 12 gennaio scorso, poche ore dopo la conclusione di una lunga seduta del Consiglio comunale, ha riunito la Giunta, ha deliberato e ha inviato a Sogin la pec con l’autocandidatura.
Tre mesi di mobilitazione
Fin da dicembre, da quando si era capito che il ministro (piemontese) Gilberto Pichetto Fratin aveva inserito nel decreto-legge 181 il comma ad Tridinum richiesto da Pane, tra basso Vercellese e Monferrato i cittadini hanno cominciato a mobilitarsi contro la (possibile, poi dichiarata) autocandidatura. E’ nato il Comitato Tri-No, che ha coordinato i gruppi spontanei sorti in vari centri, ha superato il migliaio di iscritti, ha supportato una petizione con oltre cinquemila firme e ha instancabilmente organizzato incontri informativi in molti paesi della zona. Legambiente il 3 febbraio ha organizzato una manifestazione che ha toccato il Principato di Lucedio, la centrale “Galileo Ferraris” e il centro storico di Trino.
Pronti i ricorsi
Il sindaco Pane ha sempre snobbato con ostentazione le obiezioni delle associazioni ambientaliste, del Comitato Tri-No e delle forze politiche che gli chiedevano di ritirare l’autocandidatura. Forte dell’appoggio della sua maggioranza in Consiglio comunale, attendeva che Sogin certificasse l’idoneità del già scartato sito di Trino. Ha però cominciato a preoccuparsi quando, ai primi di marzo, è risultato chiaro che contro la sua delibera di autocandidatura sarebbero stati presentati diversi ricorsi amministrativi: dalle associazioni ambientaliste (Legambiente dispone di un proprio Centro di azione giuridica) e dal Comitato Tri-No, certo, ma anche da alcuni agricoltori e, soprattutto, da almeno una decina di Comuni circostanti, i cui sindaci si erano già riuniti a Crescentino e avevano deciso di affidare congiuntamente l’incarico allo studio dell’avvocato Paolo Scaparone, già docente di Diritto amministrativo all’Università di Torino. Battaglie legali su più fronti che avrebbero coinvolto il Comune di Trino per lunghi mesi, se non addirittura anni.
Correzione “fraterna”
Ma a costringere Pane a ritirare l’autocandidatura sono stati, in alcuni concitati conciliaboli che hanno preceduto di poche ore la riunione di Giunta – convocata in tutta fretta e tenutasi in videoconferenza – di martedì 12 marzo, soprattutto alcuni influenti esponenti della coalizione di destra e, in particolare, del suo partito. L’autocandidatura del Comune di Trino infatti, decisa da Pane senza consultarsi con i maggiorenti di Fratelli d’Italia e con gli altri amministratori della zona (in gran parte alla guida di Giunte di destra), stava creando grossi problemi alla coalizione e al partito: il malcontento stava crescendo, anche tra la popolazione e tra alcuni “grandi elettori” dei partiti attualmente al governo del Paese, della Regione, della Provincia e della città di Vercelli. A tre mesi dalle elezioni europee, regionali e amministrative (di Vercelli, Crescentino, Cigliano ecc.) nelle quali Fratelli d’Italia auspica di raddoppiare i consensi rispetto a cinque anni fa, il partito non poteva permettersi né di sostenere né di ignorare (come per qualche settimana ha tentato di fare) la dirompente iniziativa del suo rampante esponente Daniele Pane. E così, accerchiato dal sottosegretario Andrea Delmastro, dal consigliere regionale Carlo Riva Vercellotti, dal presidente della Provincia vercellese Davide Gilardino e dal sindaco casalese (e probabile candidato al Consiglio Regionale) Federico Riboldi, Pane ha dovuto capitolare. Non per nulla, alla conferenza stampa del giorno successivo in municipio a Trino, il partito gli ha affiancato come “badante” proprio Gilardino, in rappresentanza di tutti i Comuni della provincia contrari all’autocandidatura.
Una delibera che gronda falsità
Anziché limitarsi a deliberare la revoca (alcuni giuristi ritengono che sarebbe stato preferibile l’annullamento) della delibera di autocandidatura del 12 gennaio, nella relazione che precede il dispositivo di deliberazione il sindaco Pane – con la mano evidentemente guidata dalla rabbia e non da una ponderata valutazione dei fatti – ha infilato una serie di affermazioni oggettivamente false.
Innanzitutto Pane scrive che la richiesta di «rivalutazione del territorio di Trino» è «l’unica scelta allo stato percorribile ai fini dell’accelerazione del processo di realizzazione del deposito». Affermazione falsa: l’introduzione – chiesta e ottenuta da Pane – nel decreto 31 del 2010 della possibilità di autocandidature da parte di aree già valutate come non idonee (e quindi la necessità di predisporre una CNAA, Carta Nazionale delle Aree Autocandidate) non ha accelerato, bensì rallentato la procedura già in corso, che prosegue con i passaggi previsti dall’art. 27 del decreto dopo la pubblicazione della proposta di CNAI (risalente al 13 dicembre 2023): «il Ministro dell’ambiente e della sicurezza energetica, con proprio decreto, di concerto con Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, approva la CNAI, con il relativo ordine di idoneità. La CNAI è pubblicata sui siti della Sogin, dei suddetti Ministeri e dell’Agenzia».
L’autocandidatura di Trino si è inserita come una zeppa in questo lineare percorso previsto fin dal 2010 e di fatto lo ha bloccato perché ha aperto la procedura di CNAA e, come ha spiegato il funzionario ministeriale Nicola Ippolito – invitato proprio da Pane al Consiglio comunale dell’11 gennaio – «i Comuni della CNAI rimangono in attesa: o è l’una o è l’altra; solo se la procedura CNAA viene interrotta si torna alla CNAI».
Checché ne dica Pane, quindi, l’autocandidatura del Comune di Trino non ha portato alcuna «accelerazione», anzi: dal 13 dicembre sono trascorsi più di tre mesi, e proprio a causa dell’inserimento di Trino – funzionale all’apertura del percorso CNAA – non sono stati fatti dal Governo ulteriori passi verso l’approvazione della CNAI, atto necessario per i successivi passaggi previsti dal decreto al fine dell’individuazione del sito tra i 51 selezionati. Ora che l’autocandidatura di Trino è saltata occorre che Sogin, enti locali, associazioni e cittadini esaminino con attenzione le caratteristiche dei siti inseriti nella CNAI: ed è ciò che si poteva e doveva fare fin dal dicembre scorso, se non fosse stata messa in campo da Pane la turbativa dell’autocandidatura.
In un altro punto della delibera di revoca, poi, il sindaco Pane afferma che «diversi Comuni sia della provincia di Vercelli che di Alessandria, i presidenti delle Province di Vercelli e di Alessandria e quello della Regione Piemonte nonché alcune associazioni ambientaliste hanno evidenziato di non condividere alcun metodo previsto dalla vigente normativa per l’individuazione del sito idoneo per la realizzazione del Parco Tecnologico e del Deposito Unico Nazionale».
Anche questa affermazione è oggettivamente falsa. Comuni, Province, Regioni e associazioni ambientaliste hanno attivamente partecipato alla procedura per l’individuazione del sito idoneo, tanto che nel 2021 hanno inviato puntuali e dettagliate «osservazioni e proposte tecniche» a Sogin dopo la pubblicazione della CNAPI e hanno partecipato al Seminario Nazionale: osservazioni e Seminario espressamente previsti dalla normativa (il già citato decreto del 2010). Quanto alle associazioni ambientaliste, poi, sono state proprio loro, fin dal 2017, a collaborare alla stesura del “Programma nazionale per la gestione del combustibile esaurito e dei rifiuti radioattivi”, tuttora reperibile sul sito internet del Ministero dell’Ambiente: Programma in cui si prevede espressamente la necessità della realizzazione di un Deposito Nazionale. Come si può, sulla base di tutto ciò, accusare gli ambientalisti di non «condividere il metodo»?
A non «condividere il metodo» per l’individuazione del sito per il Deposito, ed anzi a cercare di “minarlo” introducendo – tredici anni dopo l’approvazione del decreto – la possibilità di rivalutazione di siti già giudicati inidonei, è sempre stato soltanto Pane, che ora accusa di ciò le altre istituzioni e le associazioni ambientaliste. E’ il tipico caso di bue che dà del cornuto all’asino, ma il problema è che Pane lo fa non nella stalla ma in una delibera del Comune che amministra.
Infine Pane, anche in questo caso spinto dal livore verso coloro che l’hanno costretto al clamoroso dietrofront, sempre nella delibera di Giunta del 12 gennaio scrive che è «in capo ai soggetti che si oppongono» all’autocandidatura «la responsabilità di ogni conseguenza negativa dovesse derivare» dalla permanenza dei rifiuti radioattivi a Trino «stoccati in un deposito temporaneo».
Anche in questo caso al sindaco fa difetto la memoria. Pane dimentica che proprio questi soggetti – in primis le associazioni ambientaliste e il comitato locale – sono coloro che negli ultimi vent’anni hanno sollecitato lo smantellamento della centrale nucleare “Fermi”, hanno vigilato sul cosiddetto decommissioning e hanno ottenuto – fin da quando lui nemmeno era ancora sindaco – l’istituzione di una commissione comunale ad hoc, che più volte ha convocato Sogin a riferire sull’andamento dei lavori di smantellamento. Commissione che Pane, da quando è stato rieletto, nonostante le sollecitazioni non ha mai convocato.
Dimentica inoltre che proprio nella seduta consiliare dell’11 gennaio scorso lui e la sua maggioranza hanno respinto una mozione, redatta dalle associazioni ambientaliste e proposta dal gruppo consiliare di minoranza, intitolata “Liberare definitivamente il territorio di Trino dalla presenza di materiali radioattivi”, e che impegnava il sindaco e la Giunta
- a sollecitare il Governo a proseguire rapidamente nell’iter per l’individuazione del sito per il deposito nazionale, valutando le caratteristiche dei 51 siti contenuti nella Cnai, in modo da liberare quanto prima Trino dalla presenza di materiale radioattivo sul proprio territorio;
- a sollecitare Sogin ad aggiornare il cronoprogramma dei lavori di smantellamento dell’ex centrale nucleare “Fermi”, che vanno avanti da 25 anni con enorme dispendio di denaro pubblico, in modo da pervenire quanto prima alla situazione di brown field e predisporre il materiale radioattivo al trasferimento al deposito nazionale, da realizzare in un sito che risponda ai criteri della citata Guida tecnica n. 29.
E’ evidente che un sindaco dimostratosi sordo a tutte le iniziative propostegli per accelerare la liberazione di Trino dalla presenza di materiale radioattivo non può attribuire, con una delibera, la «responsabilità di ogni conseguenza negativa» di tale presenza proprio ai soggetti che da anni stanno lavorando in senso opposto.
Triste, solitario y final
Daniele Pane si sta rendendo conto, in questi giorni, che il ritiro a furor di popolo della sua delibera che candidava Trino ad ospitare il Deposito Nazionale non costituisce per lui soltanto una sconfitta su questo punto, ma è il sintomo di un malcontento che potrà avere conseguenze molto più ampie. Con la sua battaglia solitaria per ottenere da Governo e Parlamento la possibilità di autocandidatura (e poi con le conseguenti delibera e pec) Pane ha scavato un solco profondo tra sé e buona parte dei cittadini di Trino, che l’avevano recentemente rieletto con una percentuale bulgara, e inoltre ha indispettito i colleghi amministratori di città e paesi del circondario: sia quelli del suo partito che quelli delle altre forze politiche e delle liste civiche. La richiesta che Pane si dimetta da presidente dell’associazione di Comuni “Borghi delle vie d’acqua”, avanzata a febbraio da Carlo Bailo sindaco di Bianzè e di cui stanno discutendo altri primi cittadini della zona, è il primo risultato dell’evidente disconnessione di Pane dal territorio e dalle sue istituzioni, e del crollo di fiducia che la sua iniziativa – concordata con Roma ma non con il Vercellese e il Monferrato – ha comportato.
L’autocandidatura per ospitare il Deposito alla fine è saltata, ma per il “nuclearista” Pane – e per le sue ambizioni di carriera politica: fare il sindaco di Trino è soltanto il primo gradino – si è rivelata un boomerang. Il ragazzo è ambizioso e cercherà di recuperare, ma in un partito rampante qual è Fratelli d’Italia, dove in tanti dal Vercellese e dal Monferrato sgomitano per arrivare in Regione o in Parlamento, ora parte più indietro.
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Fonte: La Voce

Fiat, FCA, Stellantis e… adesso? Trino e la discarica nucleare e… adesso?

Pensierino del mattino…

Leggo che a Torino, a #Mirafiori, la sede dello stabilimento che dava lavoro ad una marea di operai e che sembrava dover garantire lavoro per sempre, oggi non sa più quale sarà il suo futuro.
Gli operai, con sempre maggiore apprensione, si chiedono quale sarà il loro destino, quali sono esattamente le ‘’strategie’’ di Stellantis sull’auto elettrica? Produrranno vetture ‘’cinesi’’? Mah…
Gli operai, giustamente in ansia, si sentono traditi dalla politica.

Prendersela con la politica è facile, ma dovremmo ammettere che anche la ‘’famiglia’’, e parlo di quei due geni di John e Lapo Elkann, non è che abbiano poi fatto delle scelte strategiche visionarie.

Da rampolli viziatelli quali sono, quando si sono resi conto che la Fiat stava per fallire, su pressione delle banche hanno assunto Marchionne, che ha fatto benissimo quello per cui era stato assunto. In primis gli interessi della famiglia, il cui obiettivo era quello di garantirsi i dividendi, punto.
Gli operai e i posti di lavoro erano l’ultimo dei pensieri per costoro.
Eppure Joh e Lapo sono ‘’giovani, hanno mezzi economici, avrebbero dovuto avere ‘’visione’’… invece? Invece ‘’ciccia’’!

La politica, in tutte queste vicissitudini, è sempre stata ‘’colpevolmente assente’’. Han scoperto la Golden share da poco. Ecco perché i francesi ci ‘’mangiano in testa’’. Non sono cattivi i francesi, siamo noi che siamo pirla. E’ diverso.

D’altronde, visto che in Italia non esiste una politica industriale pianificata con cura e con visione ecco che capitano ‘’cose strane’’, tipo la Fiat se la comprano i francesi.

Oppure, per esempio, nel Bel Paese può capitare che il sindaco di un Paesino di poco più di 6000 anime decida, diciamo ‘’autonomamente’’, di candidare il proprio paesello, nonostante fior fiore di geologi abbiano detto quanto la zona non sia idonea, per costruirci un catafalco di 150 ettari di discarica di tutti i rifiuti nucleari d’Italia.
Facendoci digerire che il nucleare è bello, sano e innoquo.
Anche se fan ‘’finta di non capire’’, ma gli fa comodo così, che il problema NON è il nucleare ma la discarica di rifiuti nucleari in un luogo inadatto!

E la politica che cosa fa? Visto che la cosa le fa comodo, senza la minima visione a lungo termine, risponde con un: ‘’Ti rivaluto il territorio e faccio in modo che se ‘’prima’’ non era idonea, adesso lo diventerà’’.
Risolvendo che cosa esattamente? Che in Europa faranno bella figura dicendo: ‘’Visto come siamo bravi? Abbiamo risolto il problema della discarica nucleare’’.
Per un pò di anni ci saranno quattrini che ‘’girano’’ ma… poi? Come sarà la situazione tra 60/70 anni?

Trino fatica a far dimenticare a potenziali nuovi ‘’cittadini’’ che in zona c’è una centrale nucleare in dismissione, per avere il cementificio Buzzi, che da si lavoro ma ‘’forse’’, nel sentir comune, inquina anche un pò, per essere vicinissima a Casale, sede dell’Eternit che, per quanto riguarda ‘’amianto’’ non scherza. In futuro sarà anche famosa per avere l’unica discarica nucleare d’Italia? Ottime zone per far crescere dei bambini vero?

Eppure Trino è ad un passo dalle colline del Monferrato, l’aria non è pestifera come quella delle città che, pian piano si stanno svuotando. La gente vuole vivere in posti tranquilli, il lavoro è cambiato e si può lavorare ormai da casa, cosa obbliga quindi la gente a vivere in città caotiche quando potrebbe venire a stare in un posto dove le case costano poco e lo spazio è assicurato e ti muovi in bicicletta senza il rischio di morire?
Trino diventerà sicuramente appetibile in futuro come zona residenziale. Siamo sicuri che il deposito di scorie nucleari contribuirà a renderla interessante?
In base ad una mia esperienza personale direbbe di no. Ho una carissima amica, ex docente universitaria, l’avevo quasi convinta a trasferirsi da Torino a Trino, decantandogli quanto si stia bene e quanto sia un posto tranquillo a misura d’uomo e che, grazie ad una moltitudine di associazioni, anche culturalmente movimentata ma, in seguito a questa ‘’rogna’’ del deposito mi ha detto di aver cambiato idea.

Comunque, per farla breve, la domanda è: ‘’Se i geologi dicono che la la zona NON è idonea lo diventerà a causa di una politica che ‘’vive alla giornata’’?

Si direbbe di si…

Alla prossima

Elena

Trino – autocandidatura per la discarica nucleare d’Italia…

Buongiorno, pensierino del mattino…
Parliamo dell’autocandidatura della Città di Trino Vercellese per ospitare, sul proprio territorio, la ‘’discarica nucleare di tutta Italia’’.
Abito a Trino solo da alcuni anni, prima abitavo in Francia, in Costa Azzurra. Non vi sto a spiegare il motivo di questo trasferimento ma ci tengo a dire che Trino mi è piaciuta subito. E questo nonostante lo stato di abbandono di molte abitazioni, alcune delle quali, un tempo sicuramente belle.
Abbandono dovuto alla diminuzione delle popolazione che da più di 10.000 abitanti è sprofondata a 6.500, nonostante l’apporto di 700 immigrati, fuggiti dai loro Paesi.
Detto questo Trino è una cittadina tranquilla e ben organizzata, grazie anche ad un un notevole volontariato sociale e culturale svolto dai cittadini stessi.
E’ a misura d’uomo e, in pochi minuti, si è nella campagna a respirare pace e silenzio, oppure a passeggiare nel magnifico Bosco della Partecipanza e/o a godersi lo spettacolo delle colline del Monferrato.
Recentemente la cittadina, quella che io considero un’oasi di pace, è stata scossa dall’autocandidatura per ospitare il Deposito Nazionale delle scorie radioattive esistenti sul territorio italiano.
Il primo fastidio è che la città di Trino, intesa come popolazione, non si è mai sognata di autocandidarsi.
Questa ‘’autocandidatura’’è stata un’iniziativa del solo Sindaco e della Sua giunta. Non si è discusso affatto della questione con la popolazione.
L’unico e solo ‘’esercizio democratico’’ sull’argomento è stato fortemente voluto dai Consiglieri di Minoranza,dove 3 tecnici – 3 per parte – hanno comunicato al pubblico i dati tecnici e le loro opinioni in merito.
Il confronto si è tenuto sotto forma di ‘’Adunanza Aperta’’ l’11 gennaio 2024 alla Biblioteca Brunod di Trino.
Eppure… una popolazione così presente e partecipativa avrebbe sicuramente meritato un pò più di considerazione da parte del Sindaco. O no?
Queste decisioni calate dall’alto ricordano troppo il Marchese del Grillo.
Ci si lamenta di aver perso dialogo e fiducia tra la popolazione e le Istituzioni, cosa questa che spalanca, pericolosamente, le porte al populismo più becero ma… di chi è la colpa?
Ma torniamo ai dettagli tecnici.
Oggi le regole per questi impianti sono dettate dall’IAEA – International Agency for Atomic Energy e dall’ISIN – Ispettorato nazionale per la sicurezza nucleare e la radioprotezione, quindi NON dai sindaci o da politici di ogni livello.
Questi Enti sono nati per evitare errori fatti nel passato.
Errori commessi anche a Trino, che ha sul proprio territorio i “cadaveri” delle due centrali dismesse che, a conti fatti, pare abbiano prodotto più ‘’politici’’ che KW!
Cadaveri che ci hanno lasciato un’eredità poco invidiabile come:
– il consumo inutile di territorio agricolo;
– il consumo di territorio destinato allo sviluppo industriale;
– i residui di materiale radioattivo stoccati in modo provvisorio;
– un numero di manufatti industriali abbandonati, fatiscenti e mai sanificati grava ancora sul territorio deturpandolo.

Possibile che, alla luce di quanto sopra, oggi si voglia nuovamente aggiungere un altro mastodontico manufatto?
Una discarica nucleare di 150 ettari, per la quale, le analisi fatte in base ai requisiti dettati dagli Enti di sicurezza nucleare, hanno dichiarato la zona NON IDONEA?
Possibile che non si riesca ad immaginare un futuro diverso per queste zone?
Tra l’altro qui NON stiamo nemmeno parlando di energia nucleare di ultima generazione! Macchè!Stiamo parlando solo ed esclusivamente della discarica nucleare di tutta Italia!
Discarica per la quale, sono stati identificati dagli enti competenti, ben 51 siti idonei, tra i quali Trino non esiste!
Quindi la domanda che sorge spontanea è: ‘’Per quale motivo vogliono costruire ‘sto catafalco in un sito giudicato NON idoneo?
Cambieranno le regole cosiddette ‘’amministrative’’ pur di dimostrare che il territorio è adatto? Magari, per questioni di spazio, dividendo le due costruzioni tra il deposito vero e proprio e il cosiddetto ‘’Polo tecnologico’’? (Centro che si occuperebbe della ricerca sui sistemi di stoccaggio delle scorie).
Certamente questa candidatura è una ‘’manna’’ per il Governo Meloni che, nella seduta del Consiglio dei Ministri del 27 novembre 2023, ha approvato il testo dell’ennesimo decreto – legge in materia energetica.
Fra le varie norme ne spicca una in particolare: “la possibilità di autocandidature da parte di enti territoriali a ospitare il Deposito nazionale dei rifiuti radioattivi, per promuovere la possibilità di una più celere individuazione dell’area di stoccaggio”. (°)
Candidature a prescindere dalla compatibilità ambientale e territoriale del sito? Sembrerebbe proprio di si anche se noialtri speriamo proprio di no!
Se Trino non è mai stato considerato, dai tecnici, un luogo adatto da un punto di vista idrogeologico per quale motivo dovrebbe diventarlo per motivi politici?
Quindi? Quindi tutto il lavoro fatto dai tecnici Sogin, l’azienda creata dallo Stato proprio per gestire lo smantellamento delle vecchie centrali nucleari ed individuare i siti adatti per la discarica, lo si butta al vento?
L’obiettivo del Governo è ovviamente quello di risolvere l’attuale stallo causato dal fatto che tutti i comuni individuati finora si oppongono alla costruzione del deposito.
Facciamoci una domanda e diamoci una risposta! Se si oppongono ci sarà pure un motivo no? Come mai in Italia il fenomeno NIMBY (acronimo inglese per: ‘’non nel mio gardino’’) è così marcato? Forse che la fiducia tra le parti sia ai minimi storici?
Forse perchè Governo e popolazione non sono in grado di comunicare? Forse perchè ormai l’impressione che si ha è che la politica si limiti a sparare slogan ma si guardi bene dal consultare/coinvolgere la cittadinanza su istanze che li riguardano?
Ci raccontano, per farci digerire la faccenda, che in Francia uno dei depositi di scorie sia nella Regione dello Champagne. Come se fosse in mezzo ai vigneti. Ma… qualcuno ha mai attraversato la Regione della Champagne? E’ grande quanto il Piemonte, e la discarica è in mezzo ai boschi, nascosta agli occhi di tutti. Qui sarebbe nel bel mezzo delle risaie! Un altro catafalco immenso, che non gioverebbe affatto a quella che vorrebbe definirsi la ‘’Porta del Monferrato’’. Il territorio della ciclovia VENTO.
Un ulteriore aspetto di questa faccenda che mi deprime è che oggi, 2024, la generazione che attualmente occupa posizioni strategiche, non sia in grado di immaginare un sistema di crescita economico più a ‘’misura d’uomo’’ ma continui a sfruttare l’esistente, anche a discapito di una depauperazione agricola, paesaggistica e turistica. Quindi una sorta di coazione e ripetere gli stessi errori fatti dalle generazioni precedenti.
Un’economia senza visione futura, si limita al triste ‘’prendi i soldi e scappa’’. Ad un poco lungimirante: ‘’Sfruttiamo le compensazioni e quello che c’è da prendere oggi, poi… si vedrà’’. Non dimentichiamo che questo sistema, utilizzato nel passato, ci ha lasciato con un pugno di mosche in mano.  
Per farla breve, al momento si direbbe che in tutta Italia l’unico sindaco favorevole sia Daniele Pane di Trino Vercellese e che la nuova regola introdotta dal governo sembra pensata apposta per il suo comune.
Noi cittadini italiani, con le nostre tasse, abbiamo pagato tutti ‘sti studi per stabilire dove fare ‘sta discarica per anni e adesso? Adesso arriva il Sindaco di Trino e decide lui per Governo e Paese!
Sembrerebbe proprio di sì e quindi? Quindi qui si rasenta la follia!
Sicuramente ‘’qualcuno’’ ci guadagnerà, ma molti, tra i quali la vocazione turistica ne subiranno solo le conseguenze.
Alla prossima

Elena
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(°) Fonte: GrIG – Gruppo Intervento Giuridici

Trino – Consiglio Comunale – autocandidatura per il deposito nazionale scorie nucleari.

Trino – Ieri sera, 11 gennaio 2024, nella Biblioteca Brunod, si è svolto il Consiglio Comunale, in forma di Adunanza aperta, in merito al deposito Nazionale di scorie nucleari che ‘’potrebbe’’ esser fatto a Trino, grazie alla auto-candidatura del sindaco Daniele Pane.

La riunione era prevista per le 21.00 ma già alle 20,00 i posti disponibili erano esauriti ed i carabinieri presenti impedivano di entrare.
Per tale ragione un grande numero di cittadini hanno seguito l’incontro in diretta streaming dal Salone Rusticone. Incontro che è iniziato allo 21.00 ed è terminato all’1.30 del 12 gennaio.

Il fatto di esser stati al Rusticone, in fondo è stato anche un bene, visto che, in tal modo, abbiamo potuto commentare liberamente e sottolineare, anche con un pò di sarcasmo, alcuni passaggi dei vari argomenti, cosa che, in Biblioteca Brunod, non avremmo certamente potuto fare.
Notoriamente i cittadini, durante i Consigli, non hanno ‘’voce in capitolo’’.

Ci tengo a ricordare che questo incontro ‘’aperto’’ c’è stato solo ed esclusivamente grazie alla pressante richiesta dei Consiglieri di Minoranza. Viceversa, la faccenda sarebbe passata del tutto in ‘’sordina’’.

Grazie infinite ai tecnici tutti che ci han fornito una serie di informazioni in merito alla fattibilità o meno del sito e all’avvocato Mosca che ha affrontato il problema dal punto prettamente giuridico, ma che è stato illuminante.

I tecnici in questione erano 6 tre ‘’pro’’ e tre ‘’contro’’.

Per la minoranza, contraria alla costruzione della discarica nucleare hanno parlato:

• Carlo Giraudi, ex dipendente ENEA⁠
• Avv. Gian Maria Mosca
• Dario Zocco, ex direttore del Parco del Po.

Per la maggioranza, favorevole alla costruzione della discarica:

• Nicola Ippolito, responsabile tecnico-scientifico della Divisione nucleare del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica
• Stefania Uras, vice direttore della funzione Deposito Nazionale e Parco Tecnologico di Sogin
• Michele Rosati, responsabile Area Qualifica di Sito e Geologia Applicata di Sogin.

Fermo restando il fatto che i tecnici ‘’pro’’ premessero sul fatto che la sicurezza, in caso di tale costruzione, sarebbe stata comunque massima, e che non si sarebbe lesinato sui costi di costruzione per renderla tale, e ci mancherebbe pure che la facessero a ‘’tirar via’’! Ciò non toglie che Trino non abbia mai fatto parte dei siti considerati sicuri a tale scopo. Ci sarà pure un motivo no? E secondo tecnici di motivi ce ne sono tantissimi! Quindi di che cosa stiamo parlando?

Per farla breve, la minoranza ha presentato una mozione che impegnasse il Comune a NON Presentare l’auto-candidatura, prevista per oggi, prendendo in tal modo una decisione autonoma che coinvolgerà le future generazioni per i prossimi 400 anni.

Ovviamente la mozione è stata respinta, quindi oggi il sindaco Pane e la sua giunta faranno quel che vogliono. Probabilmente invieranno ‘sta famosa PEC per l’auto-candidatura nel nome di una millantata sicurezza! Tanto… hanno la maggioranza e chi li ferma costoro?
Ne avesse mai parlato prima di ‘sta faccenda! Era forse nel suo programma elettorale? Macché!

Uno dei principali motivi addotti dal Sindaco per quanto riguarda la costruzione della discarica è che in questo Paese non si decide mai! Ma dai? Poco populista come affermazione vero?
Diciamo che un’affermazione simile la si giustifica quando la fa il ‘’cittadino comune’’ , non certo un Sindaco! Vi ha pure ricordato il fatto che, durante il rischio di alluvione, ha preso decisioni in autonomia per il bene della collettività.
Ma dai? Si è candidato per fare il sindaco, con tutti gli annessi e connessi, mica per scaldare una sedia!

Comunque il Sindaco sostiene siano anni che ‘sto sito deve esser fatto e nessuno decide! Quindi in soldoni: ‘’Visto che il Governo, che ha a disposizione 51 siti idonei, non ha è in grado per decidere dove farlo, pena riduzione bacino elettorale, ecco che io, Daniele Pane, salvo l’’capra e cavoli’’ e mi offro volontario per ospitarlo! Togliendo al Governo le castagne dal fuoco.

Imputando tale decisione al fatto che tanto ‘’noi siamo abituati a gestire il nucleare’’, visto che avevamo qui la Centrale e che abbiamo già delle scorie stoccate quindi… e che c’è vo? Facciamo quella nazionale. 150 ettari di discarica radioattiva!

Quindi cari torinesi, che vi piaccia o meno, in cambio di un pò di compensazioni e del famoso ‘’polo tecnologico’’ che, in termini di ritorno economico e numero di posti di lavoro, non è stato mai quantificato da nessuno, molto probabilmente Trino si auto-candiderà per avere la discarica nazionale di rifiuti radioattivi.

Per cui d’ora in poi Trino sarà famosa oltre che per aver una centrale nucleare in dismissione, per aver i tetti in amianto dell’Eternit, per avere il più grande cementificio d’Europa, per esser sottoposta a cicliche inondazioni e, solo il Signore sa cosa potrebbe succedere con ‘sto clima, per aver specchi d’acqua che attirano quantità industriali di zanzare (non è vero ma i retaggi mentali sono duri a svanire) anche per avere la discarica nazionale di rifiuti radioattivi!

Certamente un invito a venir a passarci le vacanze e a venir a mangiare un piatto del suo magnifico carnaroli vero?

Che dire? Mah…

Alla prossima

Elena

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a questo link alcune foto della serata – molto probabilmente non è attivo, non ho idea del perchè, comunque basta copiare ed incollare sul browser: diretta streaming:
Qui invece la registrazione della serata: https://www.youtube.com/watch?v=w4Hb5XcElNI&t=11653s

Trino nucleare … ci sarebbe da ridere se non ci fosse da piangere!

Premesso che non sono un ‘’tecnico’’ ma solo una nonna, con splendidi nipoti, che vorrei fare crescere in un posto ‘’sicuro’’, non posso fare a meno di pensare che il nostro sindaco sia decisamente un personaggio, diciamo, ‘’curioso’’.

Stiamo parlando delle ‘’scorie nucleari di tutta Italia’’ che lui vorrebbe mettere proprio qui a Trino.

Una decisione la sua, che sconfessa il lungo lavoro di selezione delle aree idonee fatto finora dalla Sogin, l’azienda creata dallo Stato proprio per gestire lo smantellamento delle vecchie centrali nucleari e dei rifiuti radioattivi ospedalieri. (Destinati tra l’altro a crescere per forza di cose)

Centrale di Trino - Esterno

Centrale di Trino – Esterno

Attenzione, non stiamo parlando di nucleare di ultima generazione, non stiamo parlando di lavoro tecnico ad alto livello, non stiamo parlando di qualche cosa che porterà beneficio al territorio, indotto compreso, macchè! Stiamo parlando della più grande e unica discarica nucleare d’Italia! Magari avremo dei quattrini come ”compensazione” per il disagio, il che la dice lunga. Ma…davvero possiamo mettere i ”quattrini” prima della salute?
Noialtri italici gestiamo maluccio persino l’immondizia ‘’normale’’… quindi qualche ‘’dubbio’’ è lecito.

Durante la trasmissione Tagadà, intitolata: ‘’Tutte le scorie portano a Trino, la conduttrice gli ha fatto una domanda diretta: ‘Sindaco, mi dice perchè lei vuole ‘sta discarica a tutti i costi’’? La risposta è stata: ”Perché oggi, il piccolo deposito che abbiamo credo non sia abbastanza sicuro, quindi voglio l’immondizia nucleare di tutta Italia, confidando nel fatto che la discarica nazionale sarà più sicura di questo, anche perché ho famiglia e figli e vorrei che vivessero in sicurezza. Inoltre mi devo occupare della sicurezza dei miei concittadini’’.

Praticamente un filantropo! Un filantropo che non vede l’ora di avere in casa sua, per il bene dei suoi figli, l’unica discarica radioattiva d’Italia!

Ora, obiettivamente, vi sembra una risposta sensata?

Considerate le parole che questo signore, da un pò di tempo, spende sull’autocandidatura per la realizzazione della discarica italiana delle scorie nucleari a Trino, e che lo ha portato alla ‘’ribalta’’ nazionale, diciamo che il provvedimento inserito nell’ultimo momento nel decreto legge, relativo all’autocandidatura, e approvato dal Consiglio dei ministri, sia una sorta di ”ciliegina sulla torta”, certamente un prezioso ”assist” per il Governo che non sa che pesci prendere per quanto riguarda ‘sta discarica, visto che nessuno dei Comuni identificati vuole.

Fossi nella Meloni, lo prenderei con me ‘sto ragazzo, visto quanto si ”sbatte” per aiutarla. In fondo non si può certo negare che non provi a toglierle le castagne dal fuoco.
Bisognerebbe premiarlo no? Non vorrà mica lasciarlo a Trino, con ‘sta discarica, per tutta la vita?

Come diceva il pessimo Andreotti: ‘’A pensar male si fa peccato ma, quasi sempre, ci si azzecca’’!

Alla prossima

Elena

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a questo link il video – nel caso non fosse attivo, fate un copie e incolla del link ed incollarlo sul proprio motore di ricerca : https://www.la7.it/tagada/video/il-sindaco-che-vuole-le-scorie-nucleari-lo-faccio-per-la-sicurezza-dei-miei-cittadini-30-11-2023-516475

Virgina Raggi sindaco di Roma da due anni …

… cosa è cambiato a Roma da quando c’è Virginia Raggi?
Domani, 19 giugno, festeggia due anni da sindaca e tra due giorni inizierà il processo che la vede imputata per falso sulla vicenda Romeo. Un paio di giorni fa ha avuto il ”problemino” della via intitolata a Giorgio Almirante. Naturalmente si è detta completamente estranea alla faccenda, mentre i grillini in Municipio si sono  scusati dicendo di non sapere proprio chi fosse Giorgio Almirante. Quindi … visto che non sapevano chi fosse il personaggio in questione hanno votato a favore di intitolargli una strada/piazza assieme ai colleghi di Fratelli d’Italia. Noialtri dovremmo forse gioire per il fatto che, dato che costoro non conoscono nemmeno la storia più recente, votano così … tanto per votare? Ma come si fa a non conoscere Giorgio Almirante se si è di Roma? Mah … no comment.
Comunque … a peggiorare la situazione proprio in questi giorni a Roma non si parla altro che del caso, molto ingarbugliato, dello stadio di Tor Vergata. La sindaca, si dice estranea alle inchieste e conferma la volontà di andare avanti con il progetto, sempre che nessun atto amministrativo risulti viziato e che la magistratura non blocchi l’iter. Cosa normalissima nel nostro Paese … vigliacco infatti se riusciamo a fare delle gare d’appalto senza un sistema di corruttela. Un esempio eclatante è la Salerno Reggio Calabria. E’ anni che è ferma, perchè ogni singolo appalto è stato fatto dagli ”amici degli amici”. Questo non è che lo sappiamo solo noi italiani lo sanno anche all’estero. Quindi proviamo ad immaginare il motivo per cui da noi non vengono ad investire degli stranieri? Vabbè … torniamo alla sindaca del cambiamento.

la Raggi con il ”discusso” Lanzalone, l’uomo che era a cena con Davide Casaleggio prima di essere arrestato. Casaleggio junion ha detto di averlo incontrato per ”caso” al ristorante. Peccato che le bugie abbiano le gambe corte e che sia venuto poi fuori che, quella sera, tutto il risotrante fosse stato prenotato dalla Piattaforma Rousseau …

Il biennio Raggi, alla fin dei fini,  si chiude con le stesse emergenze di quando era cominciato: i rifiuti sono sempre lì … gli assessori che, per un motivo o per l’altro hanno dovuto dimissionare sono stati addirittura otto, interrompendo in questo modo qualsiasi tipo di continuità … l’Atac sull’orlo del fallimento era e sull’orlo del fallimento è rimasta … le buche per le strade, a due anni di distanza, sono sempre lì, se non peggiorate.
Alla luce di quanto sopra, se nei primi mesi del suo insediamento era legittimo e normale da parte della Raggi il lamentarsi della ‘’penosa situazione trovata’’ … alla lunga, passati due anni,  si è rivelata una mancanza di soluzioni, una mancanza di professionalità, una assenza di metodo, una carenza di pianificazione. Insomma per farla breve: ‘’una notevole incapacità a risolvere in modo organico qualsiasi cosa’’.
Non mancano segnali positivi  è vero … ma sono slegati da una visione ampia e coordinata. Quella del M5S è un’organizzazione ‘’stellare’’ … e, se si sposa bene con il loro nome, d’altra parte non le permette di agire in maniera coordinata e incisiva. Il bando di gara da 188 milioni di euro in 11 lotti per portare 1,2 milioni di tonnellate di rifiuti indifferenziati per due anni fuori da Roma, per esempio, altro non è se non una resa! Eviterà probabilmente imprevisti ma allontanerà sempre di più una soluzione stabile e strutturale che non arriverà neanche con i due impianti di compostaggio Ama da 35 milioni in corso di progettazione a Casal Selce e a Osteria Nuova.
In fondo basterebbe che copiassimo l’organizzazione e le soluzioni altrui. Non dovremmo nemmeno fare lo sforzo di inventarci qualche cosa di nuovo.
Le città europee si sono date piani di lungo periodo che attirano risorse pubbliche e private, puntando su obiettivi ambientali, produttivi, turistici per attrarre capitali nazionali ed esteri. Roma non può non accettare la sfida di una competizione mondiale anche perché oggi la competizione fra Paesi è anzitutto competizione fra città, fra grandi poli aggregati di sviluppo, capaci di attrarre intelligenze, ricerca, cultura.  Sviluppo significa popolazione residente, servizi adeguati. Uno dei freni più gravi allo sviluppo oggi è lo spopolamento. Le città nel mondo si distinguono fra quelle che crescono e quelle che invece si ‘’svuotano’’ …
Insomma anche per la gestione di Roma, dopo aver speso quantità industriali di ‘’belle parole’’ di slogan …e altrettante quantità industriali di insulti nei confronti di ‘’tutti gli altri’’ … il M5S si è rivelato per quello che è: ‘’tanto fumo e poco arrosto’’!
Facciamo gli auguri alla Raggi per il processo che inizierà dopo domani e di cui nessuno pare essere a conoscenza … tanto meno il suo elettorato, che notoriamente, legge solo la stampa ”amica”.

Alla prossima

Elena

Problemi giudiziari di Virginia Raggi:
https://cosamipassaperlatesta.myblog.it/2018/04/18/3723/