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#Costituzione Italiana – volevano il Presidenzialismo, ma si sono rifugiati nella …

..nomina diretta del Presidente del Consiglio!

Dovo averci fiaccato i ”maroni” sproloquiando di #Presidenzialismo, hanno ridotto le ambizioni in una sorta di ”Premierato pasticciato”!

Dunque, come provare a far capire che il fatto di modificare la #Costituzione Italiana, inserendo l’elezione diretta del Presidente del Consiglio da parte di noi ‘’popolo’’ è una cosa sbagliata?
Vediamo se ci riesco.

La Costituzione Italiana la facciamo cambiare a costoro? Vi fidate? Non sarebbe meglio che cambiassero la legge sugli stabilimenti balneari?

La Costituzione Italiana la facciamo cambiare a costoro? Vi fidate? Non sarebbe meglio che cambiassero la legge sugli stabilimenti balneari?

A parte il fatto che nel programma costoro promettevano il Presidenzialismo, quindi l’elezione diretta del Presidente della Repubblica, poi, per qualche motivo loro personale, lo hanno cambiato in elezione diretta del Primo Ministro. Confidando in che cosa? Nel fatto che tanto per noialtri va bene tutto e non capiamo una cippa? Probabile.

Oggi il #Presidente della #Repubblica nomina il #Presidente del #Consiglio e, su proposta di questi, i ministri.

Il nome del Primo Ministro non è che cada dal cielo, ma viene identificato in seguito ad una fase di consultazioni tra il Presidente della Repubblica ed i membri della Camera e del Senato.
Se, dopo aver ascoltato tutti, viene fuori un nome che raccoglie un largo consenso, a costui il Presidente affida l’incarico.

Facciamo adesso finta che, come vuole la Giorgia, il Presidente del Consiglio lo si elegga con un referendum noi popolo.

Ci sottopongono dei nomi, che potrebbero essere ”chiunque” e noi sceglieremo tra quelli proposti.

Non dimentichiamo mai che noialtri tra Barabba e Gesù non abbiamo avuto dubbi!

Comunque, non facciamo sterili polemiche e facciamo l’ipotesi che l’eletto da noialtri piaccia solo a noi, ma non abbia, in Parlamento, i numeri per governare, che si fa?
Semplice! Per onorare, il voto di noi popolo, hanno deciso di dare un premio di maggioranza tale da permettergli di governare. La proposta del premio è il 55%! A questo punto costui avrebbe un potere enorme e potrebbe decidere alto e basso quel che gli pare.

Pensate sia una buona decisione? Ricordiamoci che costui potrebbe essere eletto con il solo 20% delle preferenze, e… quindi?

Governerebbe il Paese nonostante a sceglierlo sia stato solo il 20% dell’elettorato?
Facciamo finta di si, cosa succederebbe ora che è su quella poltrona? Visto che la maggioranza ce l’ha, grazie al premio che gli consente una maggioranza bulgara, metterebbe nei posti di comando tutti i suoi nominati, tutti i suoi fedelissimi yes man! Che ovviamente, grati dello scranno ricevuto, farebbero i fatti suoi e non i nostri.

In questa situazione a che cosa servirebbe il Presidente della Repubblica? A nulla! E il Parlamento? E le due Camere? Nemmeno visto che sono tutti nominati e fedelissimi dal Primo Ministro.

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Qui di seguito l’estratto del testo approvato dal Consiglio dei Ministri, leggetelo e fate le vostre considerazioni.

Il testo opera su cinque versanti: (tra parentesi le mie considerazioni)

1 – introduce un meccanismo di legittimazione democratica diretta del Presidente del Consiglio dei ministri, eletto a suffragio universale con apposita votazione popolare che si svolge contestualmente alle elezioni per le Camere, mediante una medesima scheda. Si prevede, inoltre, che il Presidente del Consiglio sia eletto nella Camera per la quale si è candidato e che, in ogni caso, sia necessariamente un parlamentare; (Ora facciamo un pensierino a quello che è il ‘’lavaggio delle meningi’’ che possono farci intorno al nome dell’eletto da ‘’loro’’ sponsorizzato)

2 – fissa in cinque anni la durata dell’incarico del Presidente del Consiglio, favorendo la stabilità del Governo e dell’indirizzo politico; (Quindi anche se dovesse cadere il Governo, l’Eletto resterebbe in carica oppure, al suo posto ci sarebbe un suo ‘’yesman’’!)

3 – garantisce il rispetto del voto popolare e la continuità del mandato elettorale conferito dagli elettori, prevedendo che il Presidente del Consiglio dei ministri in carica possa essere sostituito solo da un parlamentare della maggioranza e solo al fine di proseguire nell’attuazione del medesimo programma di Governo. (Come volevasi dimostrare al punto 2) L’eventuale cessazione del mandato del sostituto così individuato determina lo scioglimento delle Camere;

4 – affida alla legge la determinazione di un sistema elettorale delle Camere che, attraverso un premio assegnato su base nazionale, assicuri al partito o alla coalizione di partiti collegati al Presidente del Consiglio il 55 per cento dei seggi parlamentari, in modo da assicurare la governabilità; (Sarebbero in una botte di ferro e potrebbera fare tutto quel che vogliono!)

5 – supera la categoria dei senatori a vita di nomina del Presidente della Repubblica, precisando che i senatori a vita già nominati restano comunque in carica. (Gente troppo intelligente e libera, quindi incontrollabili dalla maggioranza.)

Il testo si ispira a un criterio “minimale” (alla faccia!) di modifica della Costituzione vigente, in modo da operare in continuità con la tradizione costituzionale e parlamentare italiana e da preservare al massimo grado le prerogative del Presidente della Repubblica, figura chiave dell’unità .
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Se non riusciamo a capire che, quanto sopra, sia una perdita di democrazia, ci meritiamo tutto quello che potrebbe succedere.
Noi possiamo votare in Referendum che ci toccano personalmente e che siamo in grado di capire; come ad esempio: divorzio, aborto, fine vita… ma non fateci votare su probabili Primi Ministri e/o su separazione delle carriere dei magistrati! Lì noialtri, su questi argomenti, ci si perde un pò.
Quando il potere dà la parola al ”popolo” è perché confida nella sua stupidità.

D’altronde… le democrazie evolute prevedono soprattutto un popolo ‘’evoluto’’!

Alla prossima

Elena

Gli Euro Bond, l’Europa Federale e la Zona di libero scambio …

Il finanziamento delle contromisure economiche alla pandemia, per la zona Europea dell’euro, deve essere bilanciato con quanto stanno facendo le altre macrozone economiche mondiali:  USA e Cina.
Visto che gli Stati Uniti investono duemila miliardi di dollari, l’Europa dell’euro dovrebbe investire più o meno la stessa cifra, che divisa per il numero degli abitanti significa che l’Italia, per rimanere competitiva, avrebbe bisogno di investire circa 150/200 miliardi di euro. Naturalmente il livello del debito attuale non lo permetterebbe e, soprattutto, i tassi di interesse da pagare sarebbero insostenibili.
Un’emissione di Bond o emessi dalla Bce, o meglio di bond speciali emessi dagli Stati a tasso simbolico e sottoscritti dalla BCE avrebbe un altro impatto.
Al di là delle modalità che sono da definire quello che blocca il solo parlare di questi tipi di intervento sembra essere il veto tedesco con l’affermazione che la Costituzione tedesca vieta al Parlamento di prendere impegni contrari ai principi della Costituzione stessa.
Dato che questo divieto esiste in tutte le Costituzioni di qualunque Paese ne deriva che, secondo la stretta “logica” tedesca, nessuna Europa si possa fare se non con la Costituzione tedesca, quindi è impossibile farla a meno che tutti gli altri Paesi non adottino la loro Costituzione!!!
Invece di mettere intorno ad un tavolo le migliori menti giuridiche d’Europa, e ce ne sono, e far preparare la Costituzione Europea, portandola poi davanti ad una vera Assemblea costituente per l’approvazione, il continuare a dire la nostra Costituzione non ce lo permette, se non si chiama “Imperialismo” non so come chiamarlo, a meno di non definirlo stupidità ed ipocrisia.
La Germania ha sottoscritto i Trattati Europei che prevedono, come direttive fondatrici, la libera circolazione delle Merci, dei Capitali e delle Persone.
Ad oggi per le merci si sono trovate regole comuni e si può affermare che, più o meno, circolano libere.
Per i Capitali la non uniformità dei sistemi fiscali rende la circolazione non ancora completa e comunque concorrenziata (esistono paradisi fiscali e leggi attira capitali da per tutto).
Per le persone si è realizzata una specie di libertà di circolazione “turistica”, quando si guarda agli aspetti dello Stato sociale e alla fiscalità ci si limita a trattati bilaterali tra Stati, non esistono diritti e doveri uniformi, non dico uguali. Come si possa circolare, lavorare, investire “liberamente”, in mezzo ad una selva di regole diverse qualcuno me lo dovrebbe spiegare.
Quando si sottoscrivono impegni cosi ampi che riguardano i cittadini il primo sforzo dovrebbe essere quello di uniformare le regole fondamentali dei diversi Paesi cioè le Costituzioni e perciò approvare la “Costituzione Europea”, se non lo facciamo vuol dire che abbiamo creato solo una “Zona di Libero Scambio Commerciale”.
Questo è il problema, noi parliamo di Europa Federale, ma la Germania, L’Olanda, la Finlandia ecc. vedono solo una Zona di Libero Scambio e non capiscono perché modificarla, a loro va bene così!
Antonio Carlucci

Stanno cambiando la Costituzione a nostra ”insaputa” …

Stanno modificando la Costituzione e nessun giornale ne parla … mah. Parliamo di cannabis, di ROM nelle case popolari che vengono aggrediti, di case editrici che incitano al partito fascista, ma vigliacco se ci dicono che cosa combinano.

Eppure la Camera ha già votato il taglio dei parlamentari. I deputati dovrebbero scendre da 630 a 400 e i senatori da 315 a 200. Mò deve passare al Senato. 

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Ovviamente noi italici brindiamo felici al ‘’taglio dei parlamentari’’ ! Tanto … ormai noialtri trattiamo  la politica ‘’un tanto al chilo’’.  Siamo convinti, e forse ne abbiamo anche ben donde,  che costoro non servano più ad una cippa e facciamo confronti con gli altri Paesi dicendo che ne hanno di meno. 

Negli USA è vero che ci sono solo 400 deputati e 100 senatori per 300milioni di cittadini però … ogni Stato ha un suo Senato ed una sua camera, quindi? La stessa cosa capita in Germania.

Ci lamentiamo tanto delle cosiddette ’’ottimizzazioni’’ industriali, che altro non sono se non la riduzione del personale e poi applichiamo la stessa cosa alle spese connesse alla politica.  Visto che ridurre la burocrazia è troppo complicato e non ne siamo capaci, preferiamo ridurre il numero dei deputati. Ma poi, quanto fa ‘’effetto’’ alla pancia di noi ‘’massa’’ sentirsi dire: ‘’Noi riduciamo quel manipolo di inutili mangia-pane a tradimento che ci sono in parlamento’’. Quelli che rimangono saranno i ‘’migliori’’? Quelli più utili per il Paese? Mah … ne siamo proprio sicuri?

Ma a ‘’CHI’’ fa comodo ridurre il numero dei parlamentari? E’ un problema prettamente ‘’economico’’ oppure c’è un altro motivo?  Grazie alle leggi elettorali vigenti noialtri NON votiamo i nostri rappresentanti, ma se li nominano i partiti, quindi meno sono, più sono scemi ed incapaci,  più sono facili da controllare.

Ma continuiamo pure a parlare dei negozi che vendono cannabis … va … 

Ah … per la cronaca, pare che nello sblocca-cantieri la lega abbia inserito un punto interessante: ‘’Per le opere fino ai 150 milioni non serviranno ‘’gare di appalto’’ … la malavita organizzata ringrazia. 

Alla prossima

Elena 

Italia … teatro dell’assurdo

Governo Giallo-verde e il teatro dell’assurdo …

In questa foto manca il ”cane da guardia” Rocco Casalino, quello che non molla di un passo Conte. Questo qui tanto per intenderci: https://www.youtube.com/watch?v=crDavhMbYP0

Qui siamo proprio agli sgoccioli, il Paese è nelle mani di gente che se ne frega dell’idea altrui alla grande. Il concetto di ”democrazia” a costoro fa un ”baffo”! Vero è che la democrazia ha delle pecche! Se ad esempio Gertrude, Anastasia e Cenerentola dovessero votare, quasi sicuramente Cenerentola sarebbe in minoranza … ma non è detto che le altre due siano dalla parte ”giusta”.  Comunque, grazie alla democrazia, anche Cenerentola ha diritto ad esprimere il propio parere, purtroppo i giallo-verdi invece proprio non li ascoltano gli altri! Loro ”tirano diritto”! Ne abbiamo avuto uno che ”tirava diritto” tanti anni fa … vi ricordate come è andata vero?

Tornando a noi … i regolamenti parlamentari dedicano ai bilanci dello Stato una discussione che dura minimo tre mesi. Perché? Ma perché i Bilanci dello Stato sono cose serie che gestiscono l’andazzo del Paese intero e, per tale motivo, non possono esser presi ”sottogamba” come fanno i giallo-verdi.

La Camera dei deputati aveva si discusso la manovra … ma quella ‘’finta’’ e cioè quella stesa ‘’prima’’ degli accordi con l’Europa.
Tra l’altro ci aveva pure messo la fiducia per farla passare alla Camera … poi la discussione sempre quella ”finta’’ è passata al Senato.
Quando poi però è arrivata la stesura definitiva e cioè solo il 22 dicembre alle 14,00, stesura frutto degli accordi tra Conte e Juncker, la Commissione Bilanci ha avuto solo poche ore per discuterla.
Dato però che gli ‘’emendamenti’’ fatti, rispetto alla stesura di ‘’prima’’, erano 1.100, ovvio che il tempo non era certo sufficiente, quindi che cosa hanno deciso i nostri ”eroi”? Hanno chiesto alla Commissione di approvarla a ‘’scatola chiusa’’.
Insomma dell’art. 72 della Costituzione , quello che dice che i provvedimenti PRIMA di passare all’assemblea dovrebbero essere esaminati dalla Commissione, è diventato, nelle mani di costoro ‘’carta straccia’’!
Quelli al Governo, specie i grillini, si sono venduti come i ’’paladini della Costituzione’’ … ma ovviamente solo quando faceva comodo a loro e soprattutto solo per ottenere consenso, ma della Costituzione, in realtà, non gliene importa una beata cippa!
Già gente che vorrebbe, per la gestione del Paese, dei referendum propositivi senza quorum, referendum magari fatti in ‘’rete’’ … con lo ”zampino” della Casaleggio &Associati … la dice lunga sull’idea che hanno della nostra Costituzione no? Sarebbe ”carta straccia” per il camino!
Vorrei sapere come mai i loro elettori non ci ‘’arrivano’’ a capire una cosa simile. Mah … se gelielo fai notare ti tirano fuori la Svizzera che non ha niente a che vedere con noialtri.
Comunque dentro ‘sta manovra ci sono errori madornali che noi ‘’popollo’’ pagheremo a caro prezzo … ma d’altronde … a noialtri piace il ‘’brivido’’ no?
Abbiamo al Governo gente che unisce l’inesperienza con l’incompetenza ed il tutto è farcito dall’arroganza.
Che volere di più?

Alla prossima

Elena

Perchè ci sono le regioni a Statuto Speciale?

Dunque vediamo un po’ di ricapitolare come sono andate le cose …
Prima di tutto bisogna ricordare che le Regioni Italiane, così come le conosciamo noi,  sono nate solo nel 1948.  Fino alla fine della seconda guerra mondiale l’Italia era una monarchia. Il nostro ”ultimo” re è stato Umberto II di Savoia, figlio di Vittorio Emanuele III, che, visti gli esiti della guerra, aveva abdicato in suo favore e, con la consorte, era emigrato in zone più calde e tranquille, per l’esattezza in Egitto!
Nel giugno del 1946 il popolo italiano fu chiamato al voto, donne comprese,  per un referendum il cui quesito era quello di scegliere tra: Monarchia e Repubblica.  Noi popolo, abbiamo scelto la Repubblica!
Nel 1948,  i Padri Costituenti misero ”mano” alla regolamentazione della nuova Repubblica , e diedero luce alla nostra bella Costituzione Italiana. In quell’occasione  divisero l’Italia in 20 regioni, che dipendevano per l’organizzazione, dallo Stato Centrale.
Non è che le abbiano inventate di ”sana pianta ‘ste regioni, durante la Monarchia infatti questi territori erano già suddivisi e venivano chiamati “circoscrizioni di decentramento statistico-amministrativo”.

L’intenzione dei padri costituenti era che questi territori avrebbero dovuto avere ”voce in capitolo” sulla gestione dei loro territorio.  Ecco quindi la decisione di far eleggere agli abitanti della regione un organismo chiamato ”Consiglio Regionale”. Non si poteva far tutto subito e quindi si decise di organizzare le elezioni dei consigli regionali l’anno dopo la nascita della Costituzione, e cioè nel 1949.
Invece, chissà come mai, ci hanno messo ”solo” 22 anni per prendere ‘sta decisione! La questione del decentramento del potere fu sollevata in modo ”pesante” dal Governo Moro.
Quindi nel 1970 i cittadini,  per la prima volta, andarono alle urne per eleggere i consigli regionali.  Con il senno di poi … magari sarebbe stato meglio non farlo … ma questo è un’altro discorso.
Non tutte le 20 regioni italiane sono uguali, non tutte hanno uno ”Statuto Ordinario”, alcune, cinque per l’esattezza,  hanno invece uno ”Statuto speciale”!
Perché? Ci sarà pure un motivo no?  Vediamo di capirci qualche cosa …
Dunque,  le regioni a Statuto Speciale sono: Sicilia, Sardegna, Trentino Alto Adige, Valle D’Aosta, Friuli Venezia Giulia.

Autonomous_Regions_of_Italy.svgItalia

La prima in assoluto ad avere uno ”statuto speciale” fu la Sicilia. Il consiglio della Sicilia istituito nel 1947 non si chiama nemmeno Consiglio Regionale ma si chiama Assemblea Regionale Siciliana o meglio ancora: ”Parlamento Siciliano”, i suoi componenti hanno lo stesso rango dei deputati, e stipendi anche più alti.  La Sicilia aveva già ottenuto dallo stesso Re Umberto II un’autonomia speciale nel 1946. Come mai? Semplice! I Siciliani non amavano assolutamente il ”giogo” dei Savoia. Un ”movimento separatista” piuttosto aggressivo,  cercava di ottenere, anche con le armi,  l’indipendenza dell’isola.

Il problema siciliano divenne  una questione d’ordine pubblico talmente grande che fu ”risolta drasticamente” con l’invio dei carabinieri!  Il ricordo del quel brutto periodo nel Sud dell’Italia è ancora molto ”vivo”!  Calmate le acque con il ”pugno di ferro,  e considerata  la ”turbolenza” innata dei siciliani  a Roma fu presa la decisione di dar loro maggiore l’autonomia. Quindi  pur di tener la Sicilia sul territorio italiano si allentano le ”maglie del controllo statale” e si dette loro lo Statuto Speciale. Si trattò di un ricatto: ”O vi facciamo la guerra creando problemi all’infinito … oppure ci lasciate autonomi”.

Per quanto riguarda la Regione denominata ”Trentino Alto Adige”, gli abitanti parlavano in prevalenza il tedesco, una gran parte il ladino e una minoranza l’italiano. l’Austria rivendicava con insistenza la provincia di Bolzano. La popolazione era veramente più tedesca che italiana,  quindi, l’unico modo per tenerli  in Italia fu quella di dar loro maggiore autonomia nel 1948.

Nel 1949 sia la Sardegna che la Valle d’Aosta ottennero lo statuto speciale. In Val d’Aosta la popolazione parlava francese ed in francesi cercavano di metterle le mani sopra.  La popolazione, nonostante la lingua,  preferiva stare con l’Italia, inoltre gli americani non vedevano di buon occhio le mire espansionistiche francesi.  Quindi ecco che, per tenerli buoni e tranquilli pure ai valdostani fu data maggior autonomia.

In Sardegna il discorso dell’autonomia era stato più volte ripreso dai politici sardi verso la fine della Seconda Guerra Mondiale, quindi, per evitare una ”guerra” come quella con la Sicilia venne data loro maggiore autonomia.

Il Friuli Venezia Giulia, territorio al confine con l’allora Jugoslavia, era considerato un boccone interessante da parte del maresciallo Tito.  Per evitare di far entrare la Regione nel ”blocco comunista’  venne data loro l’autonomia nel 1963.

Oggi la situazione politica è molto cambiata, e molti recriminano che le Regioni a Statuto speciale abbiano vantaggi sproporzionati, rispetto alle altre.
Dobbiamo però ammettere che non tutte le Regioni usano nello stesso modo questo ”vantaggio”.
Guardiamo ad esempio il trentino Alto Adige. Negli anni ’60 erano poverissimi, i contadini andavano nelle caserme a chiedere gli avanzi delle mense per sfamare le loro famiglie, oggi sono una delle regioni più ricche d’Italia. Come mai?

Con le risorse che lo Statuto di Autonomia mette a disposizione del Trentino – e cioè circa i  9/10 del gettito fiscale prodotto dal territorio – la Provincia autonoma di Trento gestisce praticamente tutte le competenze e tutti i servizi che altrove vengono gestiti dallo Stato italiano. Guardate che cosa riescono a gestire da soli e in piena efficienza:

COMPETENZE ISTITUZIONALI
▪ affari finanziari, affari istituzionali;
▪ organizzazione, personale, sistemi informativi e di telecomunicazione;
▪ funzioni delegate dallo Stato in materia di sistemi di comunicazione;
▪ informazione e comunicazione;
▪ affari generali;
▪ espropriazioni per pubblica utilità per tutte le materie di competenza provinciale;
▪ riforma istituzionale;
▪ finanza locale;
▪ vigilanza e tutela sulle amministrazioni comunali, sui consorzi e sugli enti e istituti locali, ad eccezione delle istituzioni pubbliche di assistenza e beneficenza, delle aziende di promozione turistica;
▪ comprensori, compresa la vigilanza e la tutela;
▪ usi civici;
CULTURA
▪ tutela e promozione delle minoranze linguistiche;
▪ tutela e conservazione del patrimonio storico, artistico e popolare;
▪ usi e costumi locali e istituzioni culturali, accademie, istituti e musei aventi carattere provinciale, biblioteche, ivi comprese le biblioteche scolastiche;
▪ manifestazioni ed attività artistiche, culturali ed educative locali;
▪ toponomastica;
ISTRUZIONE, UNIVERSITA’, RICERCA
▪ Università ricerca scientifica, edilizia universitaria e assistenza universitaria nonchè le funzioni di cui alla legge 14 agosto 1982, n. 590;
▪ addestramento e formazione professionale, ad esclusione di quanto riservato all’Assessore all’istruzione e sport;
▪ asili nido;
▪ scuola materna;
▪ edilizia scolastica, ad esclusione di quanto attribuito all’Assessore ai lavori pubblici, ambiente e trasporti;
▪ istruzione elementare e secondaria (media, classica; scientifica, magistrale, tecnica, professionale e artistica);
▪ assistenza scolastica;
▪ formazione professionale di base;
SOCIETA’
▪ polizia locale e sicurezza urbana;
▪ emigrazione;
▪ coordinamento delle politiche a favore dei giovani;
▪ attività sportive e ricreative con relativi impianti e attrezzature;
▪ tutela degli animali di affezione e prevenzione del randagismo.
▪ vigilanza e sorveglianza sugli uffici del giudice di pace;
▪ iniziative per la promozione della pace;
▪ interventi per la realizzazione delle pari opportunità tra uomo e donna.
ECONOMIA, LAVORO, PRODUZIONE
▪ patrimonio e demanio;
▪ società controllate e partecipate;
▪ funzioni delegate in materia di Camera di Commercio, Industria, Agricoltura e Artigianato;
▪ politiche del lavoro;
▪ apprendistato, libretti di lavoro, categorie e qualifiche dei lavoratori;
▪ costituzione e funzionamento di commissioni comunali e provinciali per l’assistenza e l’orientamento dei lavoratori nel collocamento;
▪ costituzione e funzionamento di commissioni comunali e provinciali di controllo sul collocamento;
▪ competenza in materia di collocamento e avviamento al lavoro di cui al primo comma dell’art. 10 dello Statuto speciale, nonchè le funzioni delegate dallo Stato;
▪ competenze in materia di energia, anche relativamente agli articoli 12 e 13 dello Statuto speciale e al d.P.R. 26 marzo 1977, n. 235, come modificato e integrato dal decreto legislativo 11 novembre 1999, n. 463 (comprese tutte le attività relative alla produzione, trasporto, distribuzione, importazione, esportazione, trasformazione, acquisto e vendita dell’energia elettrica da qualsiasi fonte prodotta, quindi anche mediante l’utilizzo delle acque pubbliche a mezzo di concessioni sia di grandi che di piccole derivazioni);
▪ coordinamento interventi Interporto e Autostrada del Brennero;
▪ programmazione;
▪ indirizzi di politica economica e coordinamento delle relative azioni, compresi i rapporti con Trentino sviluppo;
▪ coordinamento degli interventi e dei progetti attuativi delle politiche comunitarie e interventi per lo sviluppo locale;
▪ incremento della produzione industriale, ivi comprese le aree per il potenziamento industriale;
▪ miniere, cave e torbiere;
▪ artigianato;
▪ commercio (esclusi gli interventi per la promozione e la commercializzazione dei prodotti trentini a favore delle imprese singole e associate).
▪ agricoltura, patrimonio zootecnico ed ittico, istituti fitopatologici, consorzi agrari e stazioni agrarie sperimentali, servizi antigrandine, bonifica;
▪ ordinamento delle minime proprietà colturali;
▪ alpicoltura;
▪ agriturismo;
▪ fiere e mercati;
▪ turismo e industria alberghiera, comprese le guide, i portatori alpini, i maestri di sci e le scuole di sci;
▪ acque minerali e termali;
▪ linee funiviarie e impianti a fune;
▪ vigilanza sulle aziende di promozione turistica;
▪ interventi per la promozione e la commercializzazione dei prodotti trentini a favore delle imprese singole e associate.
▪ edilizia comunque sovvenzionata, totalmente o parzialmente da finanziamenti a carattere pubblico, comprese le agevolazioni per la costruzione di case popolari in località colpite da calamità e le attività che enti a carattere extraprovinciale esercitano nella provincia con finanziamenti pubblici.
▪ interventi provinciali per lo sviluppo dell’economia cooperativa e funzioni delegate in materia di cooperazione e vigilanza sulle cooperative.
AMBIENTE, TERRITORIO, TRASPORTI, OPERE PUBBLICHE
▪ corpo forestale;
▪ caccia e pesca;
▪ funzioni delegate in materia di servizi antincendi;
▪ prevenzione rischi e protezione civile;
▪ interventi provinciali per il ripristino e valorizzazione ambientale;
▪ edilizia pubblica di competenza della Provincia;
▪ viabilità e relativo demanio;
▪ funzioni delegate dallo Stato in materia di viabilità;
▪ opere igienico-sanitarie e politiche per la gestione dei rifiuti;
▪ demanio idrico e polizia idraulica relativamente ai corsi d’acqua di tutte le categorie;
▪ opere idrauliche di tutte le categorie;
▪ opere di prevenzione e di pronto intervento per calamità pubbliche, relative ai bacini montani;
▪ utilizzazione delle acque pubbliche, ad esclusione dell’utilizzazione delle acque pubbliche a scopo idroelettrico;
▪ porti lacuali;
▪ tutela dell’ambiente;
▪ parchi per la protezione della flora e della fauna;
▪ gestione dei parchi naturali, compreso il Parco dello Stelvio
▪ urbanistica e piani regolatori;
▪ tutela del paesaggio;
▪ centri storici;
▪ libro fondiario e catasto;
▪ coordinamento progetto “Dolomiti patrimonio UNESCO”.
▪ foreste, ivi comprese le foreste demaniali;
▪ opere di prevenzione e di pronto intervento per calamità pubbliche di competenza dei servizi forestali;
TRASPORTI, VIABILITA’, GRANDI OPERE
▪ interventi di cui alla legge regionale 5 novembre 1968, n. 40
▪ trasporti di interesse provinciale, escluse le linee funiviarie e gli impianti a fune e compreso il piano della mobilità;
▪ funzioni delegate dallo Stato in materia di trasporti
SANITA’, ASSISTENZA
▪ igiene e sanità, ivi compresa l’assistenza sanitaria e ospedaliera;
▪ case di riposo, ivi comprese le residenze sanitarie assistenziali (RSA);
▪ assistenza e beneficenza pubblica;
▪ vigilanza e tutela sulle istituzioni pubbliche di assistenza e beneficenza;
▪ funzioni delegate in materia di previdenza e assistenza integrativa;
▪ valorizzazione e riconoscimento del volontariato sociale;
▪ disciplina degli interventi volti a prevenire e rimuovere gli stati di emarginazione;
RAPPORTI EUROPEI, SOLIDARIETA’ INTERNAZIONALE
▪ rapporti con l’Unione europea, cooperazione transfrontaliera e cooperazione interregionale;
▪ rapporti internazionali;
▪ attuazione della legislazione provinciale in materia di cooperazione allo sviluppo;
▪ interventi nel settore dell’immigrazione straniera extracomunitaria;

Mica briscole!

Ricapitolando,  le cinque Regioni a statuto speciale hanno da sempre goduto di notevole autonomia finanziaria. Tale autonomia deriva dal fatto che le Regioni e Province hanno la possibilità di istituire con leggi proprie dei tributi propri,  cosa che le Regioni ordinarie hanno ottenuto solo nel 2001, dopo la riforma del Titolo V.
Tutti sappiamo, che questa ”riforma”, fatta per rendere meno grande la differenza tra regioni ”Autonome” e quelle ”ordinarie”, e spinte dal ”federalismo leghista” ,  invece di ”risolvere” ha creato contenziosi infiniti tra Stato e Regioni.
Vedremo che cosa combineranno con la riforma attuale del Titolo V …

Quello che però ”salta all’occhio” è che le leggi, anche se uguali, come nel caso delle Regioni Autonome, abbiano risultati diversi a seconda di ”chi” le applica.
Non possiamo certo dire che il Trentino Alto Adige abbia oggi la stessa situazione economico-finanziaria della Sicilia no?

Alla prossima

Elena

http://www.regioni.it/dalleregioni/2014/11/05/approvati-dalla-giunta-regionale-finanziaria-e-bilancio-di-previsione-2015-373453/

De Luca e De Magistris situazioni ”simili” … ma …

De Magistris, condannato in primo grado per abuso d’ufficio (assieme a Gioacchino Genchi nel caso ”Why Not”) viene eletto sindaco di Napoli.  Ma la legge Severino impone la ”sospensione della carica”  in caso di condanne, quindi il prefetto di Napoli – Francesco Antonio Musolino – sospende De Magistris il 1° ottobre 2014.  De Magistris fa ricorso al TAR che lo reintegra nelle sue funzioni il 30 ottobre 2014. Anche in tribunale la prima sezione civile conferma la sentenza del Tar e decide che De Magistri rimarrà in carica sino alla decisione della Corte Costituzionale sulla ”legittimità della legge Severino”, calendarizzata per il 23 ottobre 2015.                                                                                                                                         De Luca, eletto presidente della Regione Campania,  come De Magistris fa ricorso per sospendere la Severino, in attesa che la Corte Costituzionale faccia giurisprudenza!

E’ inevitabile chiedersi come mai ci sia stata per De Magistris un’opinione pubblica e una rete a ”favore” … mentre per De Luca avviene esattamente il contrario? Forse che De Magistris è visto come il ”nuovo” e De Luca il ”vecchio”? Basta questo per interpretare la giustizia a livello di ”pancia”? Mah … PicMonkey-Collage1

Per chi volesse ”trastullarsi” ecco la situazione giudiziaria di De Luca:

Nel dicembre 2008 Vincenzo De Luca, con altri 46 imputati, viene rinviato a giudizio per truffa ai danni dello stato e falso in relazione alla vicenda relativa alla delocalizzazione delle  Manifatture Cotoniere Meridionali. Nell’aprile 2009 il rinvio a giudizio viene confermato per De Luca ad altri 13 imputati (tra cui il già sindaco di Salerno, Mario De Biase, ed il presidente dell’Unione Industriali di Napoli, Gianni Lettieri). A marzo 2013 è stata dichiarata la prescrizione, RIFIUTATA da De Luca e dagli imputati, in attesa di una pronuncia nel merito prevista per il successivo 19 giugno. Il 19 giugno il pm  Montemurro chiede l’assoluzione per tutti gli imputati. L’11 dicembre 2013 De Luca viene assolto dalla magistratura perché “il fatto non sussiste”.  Per la maxi inchiesta Sea Park per i reati di  corruzione, truffa aggravata e falso nei confronti De Biase, Grieco e Fortunato, proprietari dei suoli, e Santopietro e Benetti, imprenditori locali. Per il sindaco De Luca e gli altri dirigenti e funzionari comunali implicati nell’inchiesta, la prescrizione sarà richiesta dall’accusa lasciando, dunque, in piedi le sole due accuse di associazione a delinquere e concussione. De Luca, però, insieme all’ex-sindaco De Biase, al dirigente comunale Di Lorenzo e il segretario generale Marotta, RINUNCIANO alla prescrizione chiedendo di farsi giudicare nel merito per ottenere un’assoluzione piena.

Nel luglio 2010  De Luca viene condannato in PRIMO GRADO dalla Corte dei conti (sezione giurisdizionale di Napoli), insieme all’ex-sindaco De Biase ad alcuni dirigenti comunali, per questioni inerenti agli stipendi dei dirigenti del Comune di Salerno. De Luca viene condannato a pagare 23.000 euro di multa, mentre De Biase 46.000 euro.

Il 6 luglio 2010 la Corte d’Appello di Salerno dichiara la prescrizione nei confronti di De Luca e degli altri imputati del processo per lo sversamento di rifiuti, nel 2001, nel sito di Ostaglio, non ancora completato. L’inchiesta sullo sversamento illecito di rifiuti nella discarica scatta nell’agosto 2001, all’indomani di un incendio che sollevò delle forti proteste dei residenti della zona, stanchi di convivere con odori nauseabondi. Il sindaco di Salerno afferma di non essere stato lui a richiedere la prescrizione ma di essere stata una scelta del tribunale giudicante, dopo dieci anni di processo, tuttavia il codice di procedura penale consente in ogni caso all’imputato di rinunciare alla prescrizione. Il 17 novembre 2010, De Luca, con gli altri indagati tra cui l’ex-sindaco Mario De Biase e l’ex-presidente dell’ ASLFelice Marotta, è stato PROSCIOLTO dalle accuse di associazione a delinquere e truffa relative alla costruzione di una centrale elettrica da 800 megawatt, a cui il sindaco si era OPPOSTO, sui suoli dell’ex-Ideal Standard. Il filone dell’inchiesta riguardante il possibile danno erariale è stato invece trasmesso dalla  Procura Generale alla Corte dei Conti ed al Ministero delle Attività Produttive.

Il 21 aprile 2011 è firmata dal procuratore capo di Salerno Franco Roberti la richiesta di rinvio a giudizio per peculato per il sindaco De Luca, Alberto Di Lorenzo e Domenico Barletta. Resa pubblica la notizia, in quanto momentaneamente secretata dallo stesso Roberti per non influenzare l’imminente votazione, solo a seguito delle elezioni comunali, l’udienza preliminare è fissata all’ 8 novembre. La vicenda risale al tempo in cui il sindaco era stato nominato commissario straordinario per la costruzione del termovalorizzatore di Salernon relazione alla grave emergenza rifiuti di Napoli del 2008.  Il pm Roberto Penna contesta, dunque, la nomina a project manager dell’ingegnere del comune Alberto Di Lorenzo, carica non prevista dall’ordinamento legislativo italiano. Nel novembre 2011 il gup  Franco Orio, su richiesta dei legali dei tre imputati, dispone il giudizio immediato.  Il sindaco De Luca si difende da tale accusa affermando che la figura di project manager, a cui sono dedicati numerosi congressi internazionali, è ampiamente utilizzata sia a livello locale che nazionale. Il 21 gennaio 2015 nella requisitoria finale il pm conferma la richiesta di condanna tre anni per peculato, ma il collegio giudicante assolve gli imputati dall’accusa, condannandoli contestualmente in primo grado ad un anno di reclusione per abuso d’ufficio e alla pena accessoria di un anno di interdizione dai pubblici uffici.

 Il 15 maggio  2013 è stato condannato in primo grado, dal  Tribunale di Napoli per diffamazione aggravata nei confronti di Marco TRAVAGLIO, a seguito di alcune dichiarazioni fatte il 4 marzo 2010 nel corso di una pubblica manifestazione organizzata dal Partito Democratico per le imminenti elezioni regionali. In quell’occasione, De Luca affermò: “Quel grandissimo sfessato di Travaglio, che aspetto di incontrare per strada al buio qualche volta a  Roma … questo pipì… è scorretto… parla in televisione dieci volte di cose che non capisce e su cui io non c’entro niente… Imbecille!… Aspetto di incontrarlo al buio”!

Il 19 novembre del 2013 Vincenzo De Luca, risulta iscritto nel registro degli indagati insieme a sette consiglieri comunali per la variante al Piano Urbanistico Attuativo (Pua), del 16 marzo 2009, che consentiva l’acquisizione di aree demaniali sulle quali è sorto il cantiere (attualmente sottoposto a sequestro giudiziario) del “Crescent”, edificio in costruzione a ridosso del lungomare di Salerno, al centro di molte polemiche. La procura di Salerno ha emesso i provvedimenti a carico di trenta persone, accusate a vario titolo di abuso di ufficio, falso in atto pubblico e altre ipotesi di reato. Il 7 novembre 2014 il gup Sergio De Luca rinvia a giudizio il sindaco di Salerno e gli altri 22 imputati; l’inchiesta è iniziata nel 2008 in seguito agli esposti di Italia Nostra e del comitato “No Crescent” (costituitesi parti civili) contrarie al progetto Crescent secondo il loro parere “ecomostro di Salerno”.

Dopo aver letto quanto sopra, De Luca, considerata la zona in cui opera e cioè ”terra di Camorra”, ne esce, alla fin dei fini, ancora bene. Quello che invece è ”triste” è che il PD non avesse altri ”nomi da giocarsi’.

Come ”comune mortale”,  se io dovessi avere tutte le ”rogne”  che ha De Luca,  mi sarei già buttata dal balcone, ma pare che ”certa gente” viva tranquillamente tra le aule dei tribunali.  Detto questo, quel che è certo è che farsi un nemico come Travaglio sia assolutamente ”controproducente”! Tra FQ,  blog di Grillo e M5S,  è partito un  ”lavaggio del cervello” a 360° per buttar fango sia su De Luca che sul ”nemico naturale” del M5S …  il PD!

Quel che si evince è che, mentre per De Magistris l’informazione della ”rete” ha scatenato la ‘contraerea’ mirando a far pendere la bilancia a favore dell’ex PM,  per De Luca la battaglia ”contro” è ”implacabile”.

Sorgono spontanee domande come: ”Ma … che l’informazione in ‘rete’ sia ‘manipolata’ esattamente come quella vecchia e ”di parte”? Oppure: ”i fatti vengono esposti in modo tale fa farci ragionare con la ”nostra di testa” o con la ”loro”? Le nostre reazioni … sono ”spontanee” e fonte di ragionamento personale o … sono ”indotte”?

Mah …  L’unico consiglio spassionato è quello di leggere ”fonti diverse” e poi cercare la verità nel ”mezzo”.

Alla prossima

 

Elena