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Il popolo vuole avere un futuro sereno e …

Il ‘’popolo’’ vuole vivere ‘’ante crisi’’. Noi vogliamo un futuro sereno e continuare a ‘’crescere’’. La ‘’decrescita felice’’ è a parole ma in realtà tutti vogliamo stare ‘’meglio’’ dei nostri genitori.
Quindi?
Quindi prepariamoci a periodi ‘’difficili’’ perché l’andazzo non è dei migliori.
Nel mondo la ricchezza continua a concentrarsi nelle mani di pochi ricchi sfondati che hanno ormai soldi per fare delle guerre.
Costoro sono diventati degli Imperatori ’’intoccabili’’ che nessuno affronta seriamente.
La politica dovrà, prima o poi, affrontarli e non continuare a mettersi in ginocchio davanti a ‘sti mostri! Pensate per un attimo se le masse di denaro che costoro fanno ‘’sparire’’ in buchi neri che rimpinguano solo le ‘’loro tasche’’ ma che scompaiono per la collettività, fossero invece messi in circolazione? Altro che reddito di cittadinanza …
Cari politici, attaccate costoro non i pensionati che hanno faticato una vita e si sono fatti un mazzo a paracqua per avere una pensione decente. Certo che è più facile prendere i soldi ai pensionati vero? Ovvio, ognuno può agire solo nel proprio giardinetto e ‘sti stra-miliardari invece vanno in giro per il mondo dove meglio aggrada loro.
Quindi la soluzione sarebbe quella di avere ”regole comuni”, a livello mondiale, contro questi affamatori del popolo. Invece? Invece noi, piuttosto di unirci ed agire compatti contro questi ‘’veri nemici’’ continuiamo a dire: ‘’Ognuno sovrano a casa propria’’! Quindi? Quindi stiamo facendo il l’’loro gioco’’! Ma d’altronde … siamo mica tanto svegli.
Meditiamo gente … meditiamo …
Alla prossima

Elena

Gialloverdi: la situazione economica si deteriora sempre più velocemente …

Andiamo sempre peggio …

Cosa sta succedendo?  Lo SPREAD, (°) con ‘sto governo Gialloverde, aumenta in maniera esponenziale. Come mai?
I rendimenti e lo spread dei nostri titoli di Stato sono parecchio saliti da maggio in poi in quanto chi normalmente investe nei nostri BoT (°°)  BTp (°°°) ha smesso di farlo.
Perché ? Vi chiederete voi , visto che i ‘’rendimenti’’ aumentano? Semplice! Costoro ormai ritengono che il prezzo di BOT e BTP, non sia più compatibile con il ‘’rischio’’ politico del Paese.
Cioè, l’investitore si domanda: ‘’’ E’ vero che investo in qualche cosa che mi dà un ritorno in interessi alto … ma investo anche in uno Stato ‘’poco sicuro’’ che potrebbe andare in default da un momento all’altro e rischio di perdere tutto … mi conviene? Naaaa … ‘’!
Quindi gli investitori esteri hanno ‘’disertato’’ in massa l’acquisto dei nostri Buoni del Tesoro e non hanno quindi rifinanziato il nostro debito.
Ma pure gli investitori italiani non è che si fidino tanto.
Eppure i ‘’gialloverdi’’ in chi confidano? Confidano nel piccolo risparmio di noi italiani. E cioè, per farla breve, nella liquidazione di vostro nonno o di vostro padre, messa in banca e investita per far fruttare un pò ‘sti soldi derivanti dal lavoro di una vita intera! Ma vostro nonno e vostro padre si fidano di comprare BOT e BTP italiani? Manco per le ‘’OO’’! Che genere di ‘’sicurezza’’ dà ‘sto Governo? Nessuna! E quindi? E quindi investono in altro … cose che magari rendono meno ma sono meno pericolose. Sareste felici se la vostra banca investisse i vostri risparmi in cose rischiosissime? NO vero? … ecco, appunto.
Per questo motivo i cittadini italiani non hanno voluto rispondere all’appello del ‘’duo Salvini/Di Maio’’ , che sperano invece in un maggior contributo da parte degli italiani e del loro ‘’risparmio privato’’, che sostengono essere ‘’senza eguali al mondo’’ per rifinanziare il debito pubblico che contano di aumentare!

Governo Giallo-verde: Salvini (fascista della lega), Conte una marionetta, Di Maio – da disoccupato, mantenuto dai genitori – a Ministro dello Sviluppo Economico. E poi ci chiediamo perchè non ispirino fiducia? … mah …

Avete capito i marpioni? Vogliono far debito per mantenere le promesse fatte in campagna elettorale! Ma non hanno i soldi e quindi o li chiedono all’Europa o li chiedono a noialtri! Anche perché per loro, ovvero gente che non ha mai lavorato i soldi ‘’piovono dal cielo’’ no? Prima glieli davano i genitori … mò glieli deve dare l’Europa oppure il ‘’POPOLO’’!
Tirando le somme ciò che si è visto finora è che gli investitori istituzionali e la BCE (Banca Centrale Europea) hanno aumentato si la loro esposizione in Buoni del Tesoro, compensando in parte la fuga dei fondi esteri e la freddezza dei risparmiatori italiani ma non abbastanza da impedire l’ aumento dello spread.
Avete capito adesso? Ci arrivate? Quando questo governo dice che noi non abbiamo problemi per ripagare il debito … parlano dei nostri risparmi!
Quindi chi ha quattro soldi, li dovrebbe, secondo loro, buttare nel debito che contano di fare per far ripartire il Paese ”a modo loro”, il che significa senza fare investimenti ma dando a ‘’pioggia’’ un pò di quattrini!

Meditate gente … meditate …

Alla prossima

Elena

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(°) SPREAD = uno degli indicatori più usati per valutare la crisi italiana è lo “spread con i bund tedeschi”, lo spread è la differenza o “allargamento” (spread in inglese) di rendimento tra i titoli di Stato (come i btp) italiani e quelli tedeschi (“bund”). E cioè: meno l’Italia è credibile, più alti sono gli interessi che deve pagare per avere prestiti e più aumenta lo spread con i titoli tedeschi, giudicati invece molto affidabili.
Pagare alti interessi può infine avere come conseguenza l’impossibilità di ridurre i debiti, il che farebbe di nuovo crollare l’affidabilità del paese, in una spirale sempre più inarrestabile.

(°°) BOT o (Buono Ordinario del Tesoro) è un titolo di credito emesso dallo Stato con lo scopo di finanziare il debito pubblico nel breve periodo. Essi hanno una durata inferiore ai 12 mesi (3, 6 oppure 12 mesi) e, alla scadenza, permettono all’investitore di ottenere una somma pari al valore nominale del titolo che si possiede).

(°°°) BTP o (Buoni del Tesoro Poliennali) è anch’esso un titolo di credito, con la differenza però che viene utilizzato dallo Stato per pagare il debito pubblico nel medio-lungo periodo. I BTP infatti hanno una durata che può andare dai 3 ai 30 anni (3, 5, 7 10, 15 e 30 anni).

Cronaca del viaggio in Canada …

Quando si è presentata l’occasione di questo viaggio alla Sasel, l’associazione di cui facciamo parte, abbiamo colto, come si suol dire, la palla al balzo e ci siamo iscritti. Ecco qui la, più o meno, cronaca del nostro viaggio.

1° Mercoledì’ 3 ottobre 2018 

Sveglia alle 4 di mattina …  tutto ok. Ritrovo nella piazza di St. Aygulf alle 5.00. Il bus è arrivato all’aeroporto puntuale e alle 8 abbiamo scoperto che un coppia del nostro gruppo non aveva il visto a posto.

Fortunatamente tramite Ipad hanno richiesto il visto che è arrivato alla velocità della luce! Tutto ok.

Ora siamo in sala di imbarco al gate b41 in attesa di salire su un volo Air Canada. 

Arrivati a Montreal dopo un viaggio piacevole abbiamo preso la corrispondenza per Toronto, arrivati a Toronto siano saliti  su di un bus e siamo partiti immediatamente per Le cascate del Niagara. 

Qui si vedono entrambe le cascate, quella a sinistra è il ”velo della sposa” negli USA, l’altra a ferro di cavallo in Canada.

Siamo stanchissimi … a Niagara Falls abbiamo fatto una passeggiata, o per meglio dire, ci siamo ”rabastati”  lungo la costa ed ammirato le cascate.  Cena in un ristorante con vista all’ultimo piano.  Cena triste … un pò per la zuppa di pomodoro che odio, un pò per il fatto che per noi sono le due di notte … e che siamo in piedi e svegli da circa 23 ore. Siamo come degli ”zombie” e,  davanti alla bellezza delle cascate illuminate,  abbiamo sorriso in modo ebete, senza grande entusiasmo.

Ah … tra l’altro, dimenticavo di dire che ad Andrea (che nonostante il nome è una donna) hanno perso la valigia! 

  Giovedì 4 ottobre

Il nostro orologio interno ci ha svegliati alla nostra ‘’solita ora’’ peccato che qui fossero le 3,30 di notte. Non riuscendo a connettere il cellulare con il WIFI dell’hotel sono andata a rompere le scatole al portiere di notte. Che è un indiano (dell’India)  simpaticissimo con parenti un pò dappertutto nel mondo, Italia compresa. Comunque … chiacchierata a parte, non è riuscito a capire come mai non  funzionasse la connessione, anche perché il mio computer è connesso perfettamente!  Mah … misteri della tecnica che non domino, io perché sono idiota e lui perché non sa l’italiano e quindi non ha idea di come regolarsi con il mio cellulare che ‘’parla’’ in italiano. L’idea di cambiare la lingua non ci è passato nemmeno per l’anticamera del cervello.

Tornata in camera sono tornata a dormire.

Colazione … poi in attesa che arrivasse tutto il nostro gruppo per salire sul bus, ho fatto da traduttrice tra l’impiegato del desk che parla solo inglese (qui in Ontario si direbbero tutti loyalisti)  ed un’ospite che parla solo francese  e poi via per la piccola crociera alla Cascate. 

Eravamo i primi a salire sul battello che ci avrebbe portati sotto le cascate, sia quelle americane, il velo della sposa, sia quelle canadesi, a ferro di cavallo. Che dire? Una bellissima esperienza.  Un rumore impossibile e, nonostante l’impermeabile che ci hanno fornito quando siamo saliti, mi sono ridotta un ‘’cencio’’! Ovviamente sono stata nel punto in cui potevo bagnarmi di più, ho scattato foto e fatto riprese di questa montagna d’acqua che ti cade addosso! Adrenalina pura! 

Le sole foto troppo vicine non rendono, ma ho fatto dei video che metterò su YouTube.

Usciti dal battello siamo andati a fare una passeggiata lungo il Queen Victoria Park che costeggia tutta la zona e ho visto la statua di Tesla. Ho chiesto alla nostra guida come mai e la risposta è stata :’ ‘’Non ne ho la minima idea’’!

Eccolo qui il grande Tesla, il geniale inventore tristemente boicottato dai più all’epoca. Chissà, se avessero usato i ”suoi” di sistemi energetici, forse il mondo sarebbe più pulito …

Ok … ecco che cosa ho trovato in rete in proposito. 

‘’In Queen Victoria Park there resides a figure of one of the greatest scientific minds, watching over the waters which were so important to one of his greatest achievements. While electrical achievements are more often attributed to Ben Franklin and Thomas Edison, Tesla was the man behind alternating current, which allowed electricity to actually become a practical tool of humanity. One of his larger projects took place at Niagara, though more on the American side of the border. Said to be inspired by the power of Niagara Falls he saw in a photo, he yearned to harness the power the pounding water represented. Eventually this inspiration led to his invention and cooperation in construction of the first AC hydroelectric power plant. The monument shows Tesla standing with a cane atop on of his AC motors. The sculpture, sponsored by the St. George Serbian Orthodox Church of Niagara, is the winning design of Les Drysdale, from Hamilton, Ontario’’.

Non faccio nemmeno lo sforzo di tradurre, non ne ho voglia.

Pranzo in un self service dove abbiamo mangiato benissimo! I self service permettono di scegliere quel che preferisci a differenza delle cene prestabilite nei vari hotel che ricordano un pò troppo i pasti nelle case di riposo. 

Visitato la città di Niagara on the Lake, bella cittadina di impronta prettamente inglese, con case in stile vittoriano e georgiano perfettamente conservate. Le due strade principali sono ovviamente piene di negozi in cui comprare di tutto di più. Noi non abbiamo comprato niente, anche perché o è tutto made in Cina, oppure se sono prodotti ‘’locali’’ costano un occhio della testa. 

Prenzato a Burlington.

Risaliti sul bus, abbiamo sonnecchiato un pò.  Tornati a Toronto abbiamo fatto 12 chilometri a piedi ammirando grattacieli nella zona finanziaria, che, tutto sommato, sono più o meno uguali a quelli americani. La nostra guida si chiama Roland ed è un loialista che adora la Regina Elisabetta II e ama la monarchia. Strano, visto che aveva detto di essere nato in Quebec, ma qui siamo ancora in Ontario dove praticamente tutti parlano solo inglese.  Sul un bus a parte noi due, sono tutti francesi ed i francesi, si sa, non è che amino troppo le monarchie in genere, quindi i battibecchi tra lui ed i passeggeri sono ‘’costanti’’, anche perché la guida osanna i britannici a scapito dei francesi, a questo aggiungete il fatto che in Ontario si parla solo inglese, cosa che i francesi si rifiutano di imparare … 

Cena in Toronto nella parte vecchia della città  e poi finalmente alle nove siamo arrivati in un Best Western nella periferia e siamo letteralmente ‘’svenuti’’!

  Venerdì 5 ottobre

Oggi colazione alle sette e poi partenza per Gananoque,  la regione delle 1000 isole, costeggiando il fiume San Lorenzo. I prati verdi perfettamente tagliati ricordano l’Irlanda. Non ci sono confini tra una casa e l’altra, ognuno taglia la propria erba. La terra è ricchissima e ci sono fiori a profusione ovunque.  Oche selvatiche in quantità industriali, anche perché in questo periodo si radunano per la migrazione invernale.

Pranzo e poi imbarco per una piccola crociera sul San Lorenzo. Migliaia di isole di differenti dimensioni ospitano ognuna una casa. Piccola o grande che sia case simili sono il festival della pace. Ci sono quelle piccolissime per i pescatori oppure delle vere e proprie ville per chi si trasferisce con tutta la famiglia per l’estate. Il fiume fa da confine tra USA e Canada e la popolazione è tutta perfettamente bilingue. 

Su ciascuna delle isole c’è una casa, grande o piccola che sia, ognuna di queste case è, per ovvi motivi, il festival della pace. Secondo me sarebbe il posto ideale per uno scrittore.

Partiti in direzione di Ottawa la capitale, siamo arrivati verso sera, andati in hotel e poi a cena in un ristorante vicino.

Ora nanna …

  Sabato 6 ottobre

Svegliati alle sei! Stiamo migliorando … ci stiamo abituando al jet-leg anche se verso le cinque il nostro sonno diventa più leggero. Oggi giornata ‘’comoda’’ in quanto la colazione è alle otto e la partenza, prevista per il tour di Ottawa, è alle nove! Ci viene il dubbio che questi viaggi organizzati per persone ‘’anziane’’ con orari rigidi e passeggiate chilometriche …  servano ad ‘’eliminare’’ la categoria.  La nostro guida, che ha un senso dell’umorismo un pò strano, ha ribadito più volte che non accetta ritardi. Per corroborare il concetto ci ha raccontato che, in un suo precedente gruppo un signore non si era presentato alla partenza del bus in orario.  Dopo avergli telefonato e bussato sono entrati con un passe-partout direttamente in camera sua, dove … hanno scoperto che era morto! Ecco quella è l’unica scusa che accetta in caso di ritardi. Ci siamo guardati tra noi un pò intimoriti … 

Ore 9,30 entriamo nel Museo di Storia di Ottawa. Già il museo come edificio è interessante di per se.  Hanno lasciato ampia libertà all’architetto che ha creato un museo tutto curve che asseconda le rive ondeggianti del fiume Outaouais (da cui deriva il nome della città).

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L’altro motivo per cui non ci sono angoli ma solo curve è dovuto al fatto che, nella cultura autoctona, negli angoli si nascondono gli spiriti cattivi,  quindi … niente angoli! Avete mai visto un Tipi con gli angoli?

 

Comunque il museo si articola su quattro livelli e illustra la storia del Canada dai primi insediamenti primitivi fino ai giorni nostri.

Una sala immensa ospita la più grande collezione di Totem del mondo. Milioni di manufatti appartenenti alle popolazioni che nelle varie epoche hanno occupato il territorio.  Dagli attrezzi per la caccia e la pesca all’abbigliamento, dai tessuti al vasellame, dalle abitazioni alle cure mediche praticate dagli sciamani. Di che restare incantati. 

Un autoctono ”Inuit” … praticamente estinti. Noi ci disperiamo per l’estinzione, ad esempio,  del lupo artico … della nostra ”estinzione” invece non ce ne importa un fico secco. Avete mai incontrato, per esempio, un Watusso africano? Macché! Non ne esistono più, sono stati tutti uccisi!

Visita al mercato Byward che risale al 1840. Per loro è antico, d’altronde ognuno ha il proprio metro di paragone.

All’epoca i cacciatori di pelli, quello era il lavoro principale, stavano mesi e mesi in mezzo ai boschi,  da soli e la loro vita era scandita dal,  cacciare, uccidere,  scuoiare, essiccare le pelli. Quando il numero di pelli era sufficiente raggiungevano Byward e vendevano e/o scambiavano il loro bottino.  Ovviamente profittavano della ‘’civiltà’’ del paese per potersi fare un bagno caldo, mangiare qualche cosa i decente in una locanda e… passare un’oretta in ‘’dolce compagnia’’ ecco quindi che,  dove c’era inizialmente solo un posto di commercio per le ‘’pelli’’ sono sorte locande, negozi di vario genere,  banche e … bordelli.  Oggi il mercato consiste in negozi in cui vengono venduti prodotti tipici locali, scialli, cappelli, guanti, ponchos, sciroppo d’acero, etc …

Partenza poi per Montreal passando attraverso una splendida campagna verdissima e boscosa. Dato che la temperatura si è abbassata moltissimo i colori iniziano ad essere quelli autunnali di cui tutto il Nord America è famoso. Le foglie degli aceri sono rosso fuoco. 

Arrivati in Hotel … riposino e alle sette di riparte per il centro città dove abbiamo cenato al ‘’Prince e la Dame’’ e mangiato la ‘’smoked meat’’ tipica del luogo. 

  Domenica 7 ottobre

Visitato il mercato Jean Talon, un enorme mercato alimentare e di fiori con bancarelle arrangiate alla ‘’francese’’ un tripudio di colori e di cura. 

Un giro nella città di Montreal dove abbiamo ammirato il Parlamento con la camera dei deputati e del senato che sono in realtà tre edifici impressionanti neo gotici in una collinetta dentro la città. 

Una parte del Parlamento … sono tre edifici su un piazzale verde immenso. Il corpo centrale è il  parlamento vero e proprio, a destra c’è il Senato e a sinistra la Camera dei Deputati. Gli edifici sono di stile francese e inglese. Il corpo centrale è un miscuglio dei due. Sono molto attenti ai ”simboli esterni”, credo che sia un pò derivante dal contatto con la popolazione locale e un pò derivi dai retaggi mentali tramandati tramite le leggende dalle vecchie generazioni.

Montreal sorge su un’isola naturale in mezzo al fiume Sal Lorenzo. Abbiamo poi visto l’isola San’Elena che abbonda di ‘’marmotte’’. Eh si ‘’marmotte’’ che si sono riprodotte un pò troppo.  Per tenere a bada la popolazione di marmotte hanno pensato bene di immettere una coppia di volpi, che, non avendo nemici naturali, si sono riprodotte a loro volta in maniera esagerata. Per di più le volpi trovano più facile catturare e mangiare i salmoni piuttosto che le marmotte;  quindi ora l’isola oltre ad avere un sacco di marmotte ha anche un sacco di volpi! Quando si dice che l’uomo fa solo ‘’disastri’’ ci sarà pure un motivo no?

Siamo poi andati al parco olimpico dove abbiamo visitato le splendide costruzioni erette in occasione delle olimpiadi. Fatto un giro  nel quartiere latino ed in quello cinese.

Stadio olimpionico di Montreal

Pranzo nella vecchia Montreal. Dopo di che partenza per Trois Riviere, dove siamo arrivati sul tardi, un piccolo giro di orientamento sul porto, dove andando alle toelette metà di noi si sono persi. Alcuni sono usciti dalla porta sulla banchina, altri, me compresa, sono usciti dalla porta al piano superiore da dove d’altronde eravamo entrati. Niente di grave … ci siamo ritrovati. 

Siamo poi ripartiti in direzione di Shawingan per andare alla ‘’Capanna dello zucchero’’, dove abbiamo mangiato le specialità locali, ascoltata la musica e scoperto i diversi sistemi di come raccolgono lo sciroppo d’acero e di come lo preparano per la vendita.  Sono rimasta allibita nell’apprendere che una pianta di 100 anni può dare fino a 30 litri di materia prima al giorno.

Incredibile! Ho scoperto anche un nuovo strumento musicale,  una sorta di ‘’tamburello’’ con cui battono il tempo, consistente in una sorta di pinza in legno terminante con due cucchiai.  Insomma una cosa simpaticissima, anche noi battevamo il ‘’tempo’’ assieme ai musicisti.  

Poi … in hotel per la ‘’nanna’’! 

6° Lunedì 8 ottobre 

Partiti da Shawingan la mattina alle 8,00 in direzione dello Zoo St. Felicien che, ovviamente,  ai francesi ricorda molto il formaggio.

I francesi sono abituati a mangiare formaggio ad ogni pasto e qui non ne trovano durante i pasti e la cosa li destabilizza notevolmente.  Non perché non si produca in Canada, ma semplicemente perché non hanno l’abitudine di mangiarlo come i francesi ad ogni pasto. E comunque mangiamo già fin troppo. Quando torneremo bisognerà mettersi a ‘’dieta ferrea’’. 

Abbiamo raggiunto San Felicien che si trova nella Regione Lac Saint Jean. La regione è un enorme pianura fiancheggiata da colline boscose i cui colori sono ormai quelli dell’autunno pieno e sembra di essere immersi nella tavolozza di un pittore. Uno spettacolo per gli occhi. Peccato che il tempo sia grigio e quindi le fotografie non rendono bene. Pazienza gli occhi si ricorderanno …

Durante il percorso ci siamo fermati ad un lago dove alcuni di noi hanno fatto un giro in idrovolante sorvolando la zona circostante. Uno spettacolo vederli decollare ed atterrare. Nel nostro gruppo ci sono due ex piloti dell’Air France e, seduti comodamente sulle tipiche sedie di legno, con davanti lo spettacolo del lago,  ci hanno spiegato in che cosa consiste il volo dell’idrovolante.

Siamo poi ripartiti in direzione dello zoo.

E’ fatto benissimo, gli animali vegetariani ed onnivori sono liberi in spazi immensi. Gli unici chiusi in recinti, che però sono immensi, sono i puma, le linci e gli orsi polari. 

Inutile dire che per me che adoro gli animali è stata un’esperienza fantastica. Avrei voluto stare ore ad ammirare un orso polare bianco che sembrava mi guardasse negli occhi. Quando vedo un animale di quella bellezza, imponenza, forza … chiuso in un recinto … quando penso che grazie all’inquinamento gli stiamo togliendo la possibilità di vivere in maniera decente, o per lo meno nel modo che lui e madre natura avevano concordato … mi viene un nodo in gola e mi sento un mostro. Comunque mi hanno rassicurato che l’orso in questione non è solo, ha una femmina e durante la nostra visita lei era dal ginecologo, visto che pare aspetti un orsetto! 

Ma parliamo d’altro altrimenti mi intristisco troppo. Gli altri animali sembravano perfettamente a loro agio in un habitat che è loro perfettamente congeniale. Gli alci percorrono il territorio insieme ai bisonti e alle capre di montagna e … udite udite agli orsi bruni!

Ebbene si gli orsi bruni sono onnivori e quindi se trovano da mangiare a sufficienza non attaccano erbivori di grossa taglia, e qui per loro il cibo non manca . Ah … dimenticavo c’è anche una famiglia di lupi e anche loro sono in un territorio recintato per precauzione. Sono enormi … li avrei detti più piccoli. 

Finito il giro sono ormai le sei di sera, raggiungiamo l’hotel e, sorpresa, mangiamo anche in Hotel questa sera. Quindi finalmente abbiamo persino il tempo di fare una doccia prima di cenare. 

Nanna … e a domani! 

  Martedì 10 ottobre

Stamattina dopo colazione siamo partiti alla volta di Ste. Rose du Nord fiancheggiando con il bus il fiordo di Saguenay, l’unico fiordo navigabile nell’America del Nord. Un paesaggio splendido. Ci siamo fermati a Saint Rose du Nord dove abbiamo fatto qualche foto al villaggio e al fiordo. Ripartiti poi per Tadoussac un piccolo porto nel fiordo. Pranzato a Tadoussac e poi nel pomeriggio siamo partiti per la crociera nel fiordo per vedere le balene nel parco marino di Saguenay_Saint Laurent. 

Quella ”cosa enorme” in cui sfocia il Saguenay non è mare è solo il fiume San Lorenzo!  E pensare che noi che ce la ”tiriamo” perché abbiamo il Po. Mah …

Onestamente mi ero convinta che, visto che ci avevano detto che la stagione delle balene è a maggio, non le avremmo viste. Invece … 

La barca che ci ha portati era attrezzata da ponti coperti e protetti con grandi vetrate , ma io non me la sono sentita di stare dentro e ho preferito gelare fuori scrutando il mare, o meglio scrutando le acque del Saguenay che sfociano nel fiume San Lorenzo che a sua volta finisce in oceano. Certo che dopo aver visto un fiume come il San Lorenzo chiamare fiume il Po mi fa un pò ridere! Qui i fiumi come il Po li chiamano ruscelli. 

Una volta al largo ho iniziato a vedere delle increspature ed erano … foche grigie! Già il fatto di vedere le foche mi rendeva felice come una Pasqua. Ho continuato a scrutare il mare e ad un certo punto ecco apparire le colonne di vapore tipiche della respirazione delle balene. 

Una meraviglia, ci saranno state almeno una decina di balene nel fiordo. Abbiamo visto delle balenottere azzurre,  grandi e piccole, ed una megattera! Cosa volere di più toccavo il cielo con un dito! Non sono riuscita a fare un gran che di foto, perché erano lontane ed il mio telefono più di tanto non è che fa dei capolavori. Comunque il mio telefono fa sempre meglio di quel che potrei fare io con una macchina professionale.  

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qui si intravede il vapore della respirazione …

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un pezzetto di coda mentre si immerge …

Ritornati a terra a saliti sul bus, ho realizzato che avevo le mani intirizzite e faticavo a muoverle. Ci sono 6 gradi, e in barca il vento ha peggiorato la situazione. 

Adesso siamo in hotel a Saint Simeon, al calduccio per un pò.  Stasera andremo a mangiare in un ristorante poco lontano, il che significa a piedi. Non vale nemmeno la pena di cambiarsi, meglio gli scarponcini caldi di oggi e la giacca a vento. 

8° Mercoledì 11 ottobre

La giornata di oggi prevede:

  • Saint Simeon – Riviere du Loup su traghetto
  • Riviere du Loup – Levis
  • Levis – Quebec di nuovo sul traghetto.

Stamattina in bus abbiamo percorso la regione del Saint Simeon un panorama mozzafiato, con dei colori magnifici. Purtroppo il tempo è uggioso e la pioggerella e la nebbia non aiutano a fare delle foto. Pazienza, è tutto talmente grande, colorato ed immenso che è un piacere accarezzare questo panorama man mano che il viaggio procede.

Andati nel Porto di Persil, ammirata la Baia des Rochers dove non sono rare le foche grigie, che però non abbiamo visto.

Siamo andati nel luogo dove hanno svolto l’ultimo G8. 

Tornati a Saint Simeon abbiamo pranzato e poi preso il traghetto per la costa opposta del San Lorenzo, la costa dei lupi. 

Qui il ‘’ferry-boat’’ lo chiamano ‘’traversier’’ … non usano mai parole inglesi nel Quebec. Sono persino esagerati,  ma ci tengono ad essere una enclave indipendente dall’Inghilterra anche se non so se poi amino veramente i francesi o se l’attaccamento che dimostrano alla Francia sia solo un modo per mantenere la lingua e non usare l’inglese.  Tra l’alto dimenticavo di dire che la nostra guida, non appena siamo entrati in Quebec ha cambiato immediatamente opinione politica rigettando in toto la monarchia e la regina, che da sovrana incontrastata è diventata un palla al piede economica, lei e tutta la sua famiglia! Ma ancora … chi sono io per giudicare? 

Siamo poi andati a Saint Roch des Aulnaies dove abbiamo visitato una casa ‘’Signorile’’ borghese del 1700. La nostra guida, era una giovane ragazza in costume dell’epoca che, interpretando il ruolo della donna di servizio della casa, ci ha illustrato come si svolgeva la vita nella casa. Lo ha fatto con un misto di velata ironia e di grande rispetto. Se ho capito bene lei stessa è una discendente della famiglia fondatrice della città. 

Nella tenuta c’era anche un mulino ad acqua. Il mulino è tuttora in funzione anche se ormai utilizza sistemi più moderni.

Il vecchio mulino è stato restaurato e  i turisti possono ammirare questa immensa ruota di legno che generava la forza necessaria per muovere le pesanti macine. Estremamente interessante. Non avevo idea di come fosse organizzato un mulino ad acqua. 

Siamo poi risaliti sul bus che ci ha portati su un piccolo traghetto che ha attraccato alla città di Quebec, trasferta in Hotel, cena e … nanna.

Tanto per cambiare siamo ‘’cotti’’ … 

9° Giovedì 12 ottobre

Colazione in hotel partiti poi alla volta della città di Quebec, fondata da Samuel de Champlain, che si affaccia sul lago San Lorenzo. 

Tempo orribile, piove a dirotto ed è tutto grigio, purtroppo non vediamo un gran che e le foto non rendono nulla, ma poteva andare peggio e nevicare, quindi non lamentiamoci.

Una guida ci accompagna, sotto un diluvio senza senso e raffiche di vento che rovesciano gli ombrelli,  nella parte vecchia della città. Ci ha parlato della sua fondazione e delle varie battaglie avvenute tra inglesi e francesi per il possesso della stessa.   Come sapete gli inglesi hanno vinto, e il Canada è una monarchia parlamentare con a capo la Regina Elisabetta … ma qui, in Quebec,  tutti parlano francese! 

La città è bellissima, il castello, solo di nome, perché in realtà è sempre stato un Hotel, troneggia sulle alture che costeggiano il Fiume San Lorenzo, ma onestamente, noi bagnati fino al midollo dopo un pò iniziamo a dare segni di sconforto e la guida accorcia il giro previsto. E’ proprio impossibile stare fuori. Ci infiliamo un pò nei negozi, più per stare al caldo che per fare acquisti. 

Partiamo poi per le cascate di Montmorency. Battezzate così dal fondatore Champlain in onore del Vice-re della Nouvelle France, il duca di Montmorency appunto. 

Pranzo al Manoir Montomercy un ristorante che si affaccia sulle cascate omonime. Ma tanto con la foschia e la pioggia fosse anche stato lontano sarebbe stata la stessa cosa, non vediamo niente.

Dopo pranzo abbiamo proseguito sulla passerella in legno che si collega al ponte sospeso sul salto delle cascate.  Ha smesso di piovere ma il vento continua ad essere forte. Facciamo un pò di foto sulla cascata a poi torniamo veloci al caldo al Manoir Montmercy. Avremmo voluto scendere utilizzando una scalinata a zig zag che affianca le cascate ma il brutto tempo lo ha impedito. Siamo quindi scesi utilizzando la teleferica. 

Abbiamo proseguito per l’isola di Orleans che ha ancora abitazioni del XVIII e del  XIX secolo perfettamente conservate.  (Noi ne abbiamo di più ovviamente ma ognuno ha il suo metro di paragone) Abbiamo  visitato uno stabilimento che produce vari tipi di Sidro e prodotti locali tipici, compreso il burro di mela. Non male … 

Tornati a Quebec essendo in anticipo per la cena siamo andati a vedere i due ponti che, nel punto più stretto del fiume uniscono le due rive. La guida ci ha raccontato che durante la costruzione del primo ponte in ferro la parte centrale è crollata. Molti degli amerindi o autoctoni che ci lavoravano sono morti nel crollo. Gli amerindi venivano e vengono tuttora utilizzati nelle costruzioni di ponti o grattacieli, perché non soffrono di vertigini.  

Siamo poi tornati nella parte vecchia della città dove abbiamo cenato nel più vecchio ristorante del porto, anche lui fondato da Champlain … finalmente abbiamo mangiato del salmone! Poi tornati in hotel e … nanna! 

10° Venerdì 13 ottobre

Oggi il tempo è migliore, siamo partiti dall’hotel alle 8,30 ci siamo diretti verso i cosiddetti ‘’grandi spazi’’, come se fino ad ora non ne avessimo visti. Siamo andati alla Pourvoierie una rinomata regione di villeggiatura tra laghi e boschi.  

Arrivati al lago bianco siamo scesi dal bus e ci siamo incamminati verso il lago dove siamo saliti in quattro ‘’rabaska’’ e remando noi stessi siamo andati a vedere le dighe ed i nidi dei castori! Che meraviglia!

I Rabaska sono le imbarcazioni tipiche utilizzate dagli autoctoni e dai cacciatori di pellicce della zona. Sono canoe da 10/12 posti che scivolano sull’acqua senza troppa fatica. I posti sono tutti doppi tranne il primo a prua che dà il tempo e direzione e l’ultimo a poppa che timona. 

Naturalmente mi sono organizzata per essere la prima a prua.  Mi sembrava di essere un pellerossa e non avrei voluto più tornare indietro. Scivolare su uno specchio d’acqua liscio come l’olio,  in silenzio con tutto attorno una vegetazione dalla fiammeggiante livrea autunnale. 

Arrivati alla diga stando comodamente seduti dentro le nostre ‘’rabaska’’ abbiamo apprezzato il lavoro senza tregua dei castori che effettivamente modificano l’habitat circostante. 

Tornati di malavoglia all’accampamento abbiamo mangiato sotto una tenda nel bosco, circondati da scoiattoli curiosi. 

Il pranzo consisteva in insalata condita con sciroppo di lamponi e di uno spezzatino di cacciagione composto da vari tipi di carne: castoro, daino, lepre … buono, ma un tantino ‘’impegnativo’’. 

Dopo aver assistito ad una spiegazione sul funzionamento delle trappole odierne, che pare non torturino più gli animali co n trappole crudeli, ma le trappole oggi un uso uccidono le prede immediatamente.  

Ci hanno resi edotti di che cosa significa la vita del cacciatore di pelli oggi. Un lavoro infame, duro e difficile per guadagnare, alla fine, dopo una fatica immane,  6 dollari a capo. Il calo dell’uso delle pellicce come indumento ha ridimensionato notevolmente il mondo dei cacciatori di pelle. Chi fa questo mestiere oggi lo fa solo per hobby e  non certo per raggranellare del denaro che gli permetta poi di fare una vita ‘’borghese’’. All’interno della capanna qualcuno aveva chiesto del wifi … la guida impassibile ci ha mostrato un paio di scacciaspiriti indiani appesi al soffitto ed ha risposto che l’unico wifi disponibile era quello! 

Dopo aver chiacchierato ancora un pò attorno al grande fuoco acceso fuori dalla capanna abbiamo poi proseguito a piedi fino ai nostri ‘’Lodge’’ in mezzo al bosco.

Durante il percorso la nostra guida ci ha fatto vedere come accendere un fuoco con la corteccia delle betulle e la pietra focaia. Lo guardavo con interesse, curiosità e poca fiducia, eppure al primo colpo di coltello sulla pietra focaia la corteccia ha subito preso fuoco. Incredibile!  Ci ha poi mostrato come raccogliere la linfa degli alberi per produrre lo sciroppo.  Mentre parlava ho visto con la coda dell’occhio una pernice di un albero poco lontano. Non credevo ai miei occhi. Naturalmente non mi ricordavo il nome in francese per cui ho cercato di attirare l’attenzione della guida. Per paura di far volare l’animale mi sono spostata nel gruppo in velocità pestando il piede di un Signore vicino a me. Povero! Mi spiace. Ma alla fine la pernice l’hanno vista tutti e ho anche scoperto che il nome in francese è ‘’perdrix’’.  

Ora siamo nei nostri Lodge che sono dei piccoli chalet in pietra e legno con una grande sala comune equipaggiata con un grande camino al pian terreno e quattro camere da letto al primo piano, tutte le camere affacciano sul lago!  Una meraviglia …

Alle 18,00 ci troviamo tutti e 38 al Lodge nr. 109 per l’aperitivo … adesso passo e chiudo. 

11° Sabato 14 ottobre

Lasciato il lago bianco la mattina. Ho ancora visto le ‘’rabaska’’ e ci sarei tornata proprio volentieri.  Arrivati a Montreal, giro in bus sulla montagna, che in effetti è poi solo una collinetta, ma che quando nevica, e qui di neve ne scende in quantità industriali, la usano per fare dello slittino. Nel parco migliaia di scoiattoli vengono a cercare cibo avvicinandosi senza paura. 

Pranzato a Montreal e poi aeroporto, arrivati la mattina a Nizza. Siamo tutti raffreddati e stanchissimi per il fuso orario ma contenti della bella esperienza. A St. Aygulf Barthè e Janine, i nostri due cari amici e angeli custodi,  ci stavano aspettando e ci hanno accompagnati a casa.

Ecco finita la cronaca del nostro viaggio. 

Non dimenticherò mai la simpatia della nostra guida, Roland, un sergente di polizia in pensione che arrotonda la propria pensione accompagnando gruppi turistici, anche se sostiene di farlo solo per persone di lingua francese, nonostante sia perfettamente bilingue. Ma si sa il Quebec adora i francesi … o forse li ha idealizzati … chissà!

Non dimenticherò mai la gentilezza di Rodrigue, il nostro autista, che quando arrivavamo scendeva veloce per aiutare chi aveva qualche difficoltà a scendere dagli alti scalini. 

Il Canada è un bellissimo Paese, una natura mozzafiato, spazi immensi, acqua in quantità industriale, la loro energia è quasi tutta ormai legata all’idroelettrico. La centrale nucleare è stata chiusa e cercano di affrancarsi dai combustibili fossili, compreso il pericolosissimo fracking. 

Sono, in genere, molto attenti alla natura, anche se poi si lamentano di Brigitte Bardot, che, secondo loro, ha fatto un battage mediatico affinché la caccia ai cuccioli delle foche venisse abolita, causando danni irreparabili all’ecosistema ittico.

Abolendo questo tipo di caccia,  sempre secondo loro,  le foche si sono moltiplicate a dismisura e mangiano tutto il pesce disponibile. Sarà. Ma non ne sono affatto convinta. La caccia alla foca, come d’altronde la caccia a tutti gli altri animali da pelliccia è finita per il semplice fatto he non c’è più ‘’domanda’’! Chi metterebbe oggi una pelliccia senza sentirsi un mostro? Dare la colpa a Brigitte Bardot per una cosa simile mi pare un pò azzardato … ma comunque … ognuno ha le proprie idee.

Il Canada è un paese multietnico e, passetto per passetto, la popolazione si fonde, si mescola, amerindi compresi.

Gli ‘’autoctoni’’ o ‘’amerindi’’ o ‘’pellerossa’’ come li chiamavamo noi (sono chiamati pellerossa in quanto la prima tribù che è entrata in contatto con gli esploratori europei usava dipingersi il corpo di ocra rossa)  sono ormai pochissimi e confinati nelle riserve. 

Ora le ‘’versioni’’ in mio possesso sono completamente agli antipodi, ma non posso certo giudicare con così poche informazioni. 

Ho incontrato, seduta sulla panchina di in un centro commerciale, una signora con caratteristiche somatiche ‘’Inuit’’. Abbiamo chiacchierato un pò. Mi ha raccontato che, per vedere un pò di gente,  lei prende il bus, fa tanti chilometri, e viene a sedersi sulle panchine del centro commerciale, in questo modo, vede passare tanti turisti e le sembra di allargare la propria visione del mondo. Mi ha anche fatto capire che farli vivere nelle ‘’riserve’’ è un pò come se li si volesse tenere nascosti. D’altronde … il loro ‘’modo di vivere’’ è talmente diverso dal nostro che … è meglio tenerli nascosti! 

Nelle riserve hanno una sorta di ‘’reddito’’ che permette loro di mangiare, vivono in casette con servizi e riscaldamento ma, devono stare tra loro. Nel momento in cui escono dalla riserva ed entrano in contatto stabile con la vita degli altri cittadini e quindi si cercano un lavoro fuori dalla riserva, queste agevolazioni finiscono. 

La nostra guida invece sostiene che gli amerindi sono ben felici di vivere mantenuti dalla collettività e che non vogliono mescolarsi con i caucasici.

Due campane differenti … ma chi sono io per giudicare? 

Un’altra cosa che ho trovato interessante è stato il racconto che la nostra guida ci ha fatto sulle trattative tra bianchi e amerindi per lo scambio delle merci.

Dunque agli indiani servivano oggetti in ferro e fucili che ovviamente costavano parecchio. Le collane con le perline e gli specchi non sono durati poi tanto tempo,  ingenui va bene, ma stupidi no!  E comunque … si sa che è la domanda che fa il prezzo, quindi le trattative andavano per le lunghe.

I bianchi per ‘’annebbiare’’ un pò le idee degli amerindi accompagnavano queste trattative con grandi bevute di alcool. Gli amerindi non erano abituati a questa bevanda e si ubriacavano immediatamente.

D’altro canto gli ‘’amerindi’’ accompagnavano le stesse trattative fumando il ‘’calumet della pace’’ che altro non era se non mariuana. 

Immaginatevi in che condizioni venivano fatte quelle trattative! 

Per avere un fucile era necessarie una pila di pelli della stessa altezza del fucile, quindi proprio tante, troppe …  ecco che gli indiani avevano trovato il modo di aumentarne l’altezza aggiungendo tra uno strato e l’altro dei rami di pino.  D’altronde … i bianchi spesso davano loro dei ‘’calderoni’’  per cucinare bucati … oppure dei fucili che non funzionavano un gran che.

L’ultima cosa che vorrei menzionare è la profonda antipatia che gli abitanti del Quebec hanno nei confronti degli inglesi. Li detestano, ma proprio tanto. Sulle targhe delle auto circolanti nel Quebec c’è scritto: ‘’Je me souviens’’ …  ci tengono a precisare che ‘’loro’’ non sono di origine ‘’inglese’’ bensì ‘’francese’’. Tra l’altro, ogni volta che si entrava in un ristorante o un negozio di souvenir, sapendo che eravamo una comitiva di turisti francesi, venivamo accolti con: ‘’bienvenue cousine/cousen’’! Non avevo il coraggio di dir loro che ero italiana, sembrava brutto…  

Alla prossima

Elena 

 

p.s.:  questo testo è un ”work in progress” quando avrò tempo, metterò delle foto.

 

La Flat tax come hanno promesso è davvero possibile? Mah …

Certo che piacerebbe a molti questo tipo di tassazione ma … se per evitare l’aumento dell’Iva, 12,4 miliardi nel 2019, si potrebbe “forzare” sul deficit per lo 0,6-0,7% del Pil (Il Def l’ha fissato allo 0,8%), per le coperture della “flat tax”  non si può ricorrere al deficit ma bisogna trovare risorse “vere”. Bene!  Le domande sono: come e dove si trovano ‘ste risorse? Perchè da qualche parte ‘sti soldi dovranno pur saltare fuori no?

Naturalmente dipenderà da come il nuovo governo intenderà strutturare ‘sta  ‘’flat tax’’ , quindi vedere quali saranno effettivamente le aliquote, gli  scaglioni le detrazioni,  in fondo hanno parlato di ‘’flat-tax progressiva’’ no?  E lo hanno fatto  per mettere le ‘’mani avanti’’. Mica per niente sono dei geni della comunicazione costoro.  Usano infatti una ”terminologia mirata”, una terminologia da ”strategie digitali di vendita in rete”, una terminologia che dice tutto ed il contrario di tutto. Una terminologia che stimola l’immaginario di chi ascolta/compra … senza dimenticare di lasciarsi però aperta una via di fuga.

Se fossero confermati i costi della riforma promessa e targata Lega-Cinque Stelle, (15 e 20%) che sono stimati in circa 50 miliardi a regime, è  evidente che stiamo parlando di cifre incompatibili con l’attuale situazione dei nostri conti pubblici. Ammesso e non concesso che la riforma a due aliquote fosse spalmata in cinque anni, occorrerebbero comunque 10 miliardi l’anno per attuarla.

Dove si trovano i soldi per fare quello che hanno promesso in campagna elettorale? Dato che stiamo parlando di una perdita permanente di gettito, la strada obbligata è  che bisogna mettere in campo misure strutturali di riduzioni della spesa corrente.  Ricorrere alla “pace fiscale” di cui si fa menzione nel “Contratto di programma” non può essere considerato perchè gli ‘’Incassi una tantum’’ non possono andare a coprire ‘’perdite permanenti’’ di gettito. Chi ha stilato il programma immagina forse che la flat tax possa “autofinanziarsi”? Pensano forse che i consumi ripartiranno alla grande visto che la gente paga meno tasse?  Sarebbe un pò troppo ingenuo no? Quindi non resterebbe altro che i soliti tagli alla spesa.  Che non è che siano proprio ‘’rose e fiori’’ per chi li subisce, cioè noialtri.

Molto probabilmente l’ambizioso progetto della flat tax dovrà essere ridimensionato, riscritto e rivisto alla luce delle risorse effettivamente disponibili. Finanziare in deficit una riforma di tale portata esporrebbe il paese a una  bocciatura da parte dei mercati stessi, prima ancora che di Bruxelles. Il nostro debito pubblico va ridotto e non aumentato. Bisogna mantenere uno stretto controllo della finanza pubblica e puntare ad una crescita più sostenuta. 

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Insomma più Pil meno debito. Ce la faranno? Auguriamocelo! Se non altro capiranno che le ‘’bacchette magiche non esistono’’, e che non proprio tutti hanno la fortuna di salire sul carro del vincitore al momento giusto e di ritrovarsi, come per magia,  da un giorno all’altro da disoccupato a Ministro del Lavoro!

Alla prossima

Elena

 

Fonte: Sole 24ore

M5S … i nodi vengono al pettine.

Il M5S si è  venduto,  per anni,  come un partito/movimento né di destra né di sinistra ma ‘’oltre’’. Bella frase ad effetto che è tanto piaciuta a tutti. Ci abbiamo letto, in questa parola e in buona fede,  un futuro politico che voleva affrancarsi da quella politica ”ambigua ed equivoca” che ci aveva tanto disgustati.

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Se costoro avessero la maggioranza inizierebbe la democratura.

D’altronde alla Casaleggio&Associati mica sono dei sempliciotti. Sanno benissimo come usare i termini per  ”vendere i loro prodotti in rete”.

E quindi ecco i salvatori della Patria, ecco questa giovane generazione che si presenta come il futuro politico del Paese che, facendo leva su tutti gli istinti populistici che da sempre ci incantano, ha preso sempre più potere.
Il fatto di essere ambigui e non dichiararsi apertamente né da una parte né dall’altra, ha garantito loro, tra l’altro,  un bacino d’utenza elettorale a 360°, che li ha portati  al Governo in una posizione di rilevo. Si sa gli scontenti sono dappertutto.

Il problema è che, in un elettorato così ampio, sia normale che ci siano persone le cui simpatie vadano alla sinistra ed altre alla destra. E qui, casca l’asino, in questo preciso momento.
Se il M5S fa ‘’aperture’’ per un governo con LEGA,  accontenta certamente quelli di destra scontentando nel contempo però l’elettorato di sinistra.  Viceversa,  se ‘’apre’’ alla sinistra,  l’elettorato di destra li fulmina!

Si sono infilati in bel casino. Vero che i voti ricevuti li hanno portati in una posizione di ‘’rilievo’’ ma coloro che li hanno votati sono divisi a metà, e quindi? Bel pasticcio! Per forza di cose faranno scontenti qualcuno, anche se daranno la colpa o alla Lega o al PD. D’altronde … loro sono ”oltre”!

Nè di destra … né di sinistra … ma ‘oltre’’! E mò sono cavoli vostri!

Alla prossima

Elena

Dialogo tra Luigi Di Maio ed un cittadino qualunque …

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Luigi Di Maio a lui verrà dato il compito di Governare l’Italia?

Di Maio, candidato Premier del M5S, promette:

– reddito di cittadinanza
– pensione di cittadinanza
– taglio Irpef di 1.800 euro medi annui
– dimezzamento dell’Irap per le imprese e ‘’semplificazioni’’ varie …

Cittadino qualunque: ‘’Già qui capire dove prenderete il denaro, non è proprio chiarissimo …’’

Di Maio: ‘’Spostiamo 40 miliardi di tax expenditures, molte delle quali davvero dannose. E abbiamo le mani libere per farlo’’!

Cittadino qualunque: ’’Chissà perchè gli ‘’altri’’ non ci hanno mai pensato … visto che secondo Lei è una cosina elementare … mah …’’

Di Maio prosegue dicendo:
‘’Bisogna rovesciare la prospettiva, la prima vittima della crisi è stata la spesa per investimenti produttivi che vanno indirizzati verso i settori che possono trasformare il Paese in una ‘’Smart Nation’’!
Solo con stimoli forti all’economia si riduce il debito: il nostro obiettivo è tagliarlo di 40 punti in due legislature”!

Cittadino qualunque: ‘’Ok parole stupende … ma … quali sarebbero ‘sti ‘’stimoli forti’’?

Di Maio: ‘’Ma sono investimenti in settori ad ‘alto moltiplicatore’ e il taglio delle tasse, così da liberare le energie degli imprenditori’’!

Cittadino qualunque: ‘’Un esempio per favore’’?

Di Maio non risponde ma continua dicendo: ‘’In ambito europeo senza un principio di condivisione dei rischi non si può costruire un destino comune. Purtroppo, basta vedere il dibattito sulle banche e i crediti deteriorati per capire che non si va in questa direzione’’.

Cittadino qualunque: ‘’Bè … se da noi i soldi in banca scompaiono … non è che i tedeschi siano poi così felici di ripianare le nostre perdite non crede’’? Ma mi dica come faremo a risanare le nostre banche’’?

Di Maio non risponde ma prosegue dicendo: ‘’Con il reddito di cittadinanza e la riforma dei centri per l’impiego, garantiremo un sistema in cui la ‘’precarietà’’ diventerà ‘’flexsecurity’’ e l’impresa avrà sempre a disposizione addetti formati e competitivi’’.

Cittadino qualunque: ”Quindi i disoccupati e i precari diventeranno dei ‘’flexsecurity’’ ma sempre disoccupati e precari saranno.  Se per essere reinseriti nei nuovi posti di lavoro dovranno seguire programmi di formazione specifici … chi paga i corsi di formazione per ‘sti ‘’flexsecurity’’?

Di Maio non specifica ma continua dicendo:

‘’Su Ilva va garantito il diritto alla salute!

Cittadino qualunque: ‘’belle parole, ma allora perchè hanno bloccato la costruzione dei capannoni che avrebbero evitato alle polveri sottili di raggiungere Taranto’’?

Di Maio continua: ‘’Servono bonifiche immediate, alle quali lavoreranno gli operai adeguatamente formati”.

Cittadino qualunque: ‘’Ma … i capannoni non andavano bene? E poi, chi paga la formazione a ‘sti operai per poter esser capaci di fare le ‘’bonifiche’’?

Di Maio non risponde ma continua dicendo: ‘’Un miliardo investito nelle bonifiche genera fino a 13 mila posti di lavoro’’!

Cittadino Qualunque: ‘’Ok va bene e dopo che l’hanno bonificata l’Ilva cosa ne facciamo? Perchè ci sarebbe gente che vorrebbe comprarla, sono indiani d’accordo a noi piacciono poco … ma continueremmo a tenere un’industria siderurgica nel nostro paese …”.

Di Maio: Dopo averla ‘’bonificata’’ la chiudiamo e in quel sito facciamo nascere un centro di ricerche e sperimentazione di tecnologie green … perchè Taranto deve puntare su turismo e innovazione”!

Cittadino qualunque: ‘’Ma … e gli operai dell’Ilva … dove li mettiamo’’?

E i dialogo tra”sordi” continua. Il ”compitino” imparato a memoria e scritto da collaboratori volenterosi arriva, assieme ai roboanti vocaboli,  all’elettore che, non capendo bene di che cosa si stia parlando … spera che stavolta, con costoro, sia la ”volta buona”!

Alla prossima

 

Elena

Vaccini si … vaccini no …

Come siamo strani in questo paese. Vigliacco se a qualcuno interessano i ‘’collegi uninominali’’ nella legge elettorale … in compenso siamo diventati tutti esperti in vaccini e c’è una diatriba senza senso in proposito.

Sono andata a documentarmi su ‘’Santa Rete’’ … ho trovato un sacco di informazioni e sono arrivata ad una conclusione personale.
Se a qualcuno interessa …  legga, se non interessa, ‘’amici come prima’’. 🙂

Cosa sono i vaccini?

I vaccini costituiscono l’arma più potente, e in alcuni casi l’unica, contro diverse malattie. Il loro scopo è quello di spingere l’organismo a produrre anticorpi (soldatini che ci difendono) specifici contro diversi microrganismi. La stessa cosa che fa il nostro corpo quando è contagiato, ma senza i rischi che si corrono quando ci si ammala davvero. Fin qui ci siamo no?

9 months old baby receiving vaccination.

ha 9 mesi e lo stanno vaccinando … salvandolo da malattie come la poliomielite!

Quali sono i vaccini disponibili in Italia?

In Italia esistono una ventina di vaccinazioni e sono offerte gratuitamente dalle Asl. Principalmente contro:
difterite, tetano, pertosse, poliomielite, morbillo, parotite, rosolia, varicella, influenza per le categorie a rischio, epatite B, Haemophilus influentiae di tipo b, pneumococco e meningococco.

Per esser più precisi:

Le vaccinazioni formalmente obbligatorie in Italia erano quattro:

– antidifterica (Legge del 6 giugno 1939 n. 891 – Legge del 27 aprile 1981 n. 166);
– antitetanica (Legge del 20 marzo 1968 n. 419);
– antipoliomielitica (Legge del 4 febbraio 1966 n. 51);
– antiepatitevirale B (Legge del 27 maggio 1991 n. 165).

Tutte le altre vaccinazioni disponibili per l’età pediatrica erano volontarie. Nei fatti, però, la distinzione formale tra vaccini obbligatori e facoltative veniva a cadere, sia perché non venivano praticamente mai applicate le sanzioni previste in caso di non adempimento all’obbligo, sia perché il Sistema sanitario ne ha sempre incentivato l’uso e garantito la gratuità per molte altre vaccinazioni disponibili come:

– morbillo,
– parotite,
– rosolia,
– pneumococco,
– meningococco

Fino agli anni 2005-2007 tutti facevano vaccinare i propri figli … poi però la copertura vaccinale è andata man mano diminuendo.
Secondo il Centro nazionale di epidemiologia, sorveglianza e promozione della salute dell’Istituto superiore di sanità (Iss), ogni anno sono circa 5.000 i bambini che non vengono più protetti contro malattie come poliomielite, difterite e tetano!

Cosa succede se diminuisce la soglia di sicurezza per le vaccinazioni?

Se questa soglia diminuisce si può verificare una recrudescenza della malattia dovuta appunto alla carenza vaccinale del ”cosiddetto gregge” e ne aumenta la capacità infettiva.

Che cosa è la protezione del gregge?

I soggetti regolarmente vaccinati riducono la circolazione dei virus e dei batteri responsabili delle malattie e diminuiscono la possibilità che anche i non vaccinati possano ammalarsi. Questa “immunità di gruppo” – o di gregge o di branco – si realizza quando il 95% della popolazione è vaccinata contro una determinata malattia.
Quando questa percentuale scende anche i bambini regolarmente vaccinati potrebbero esser contagiati dall’agente infetto, che circolando in maniera maggiore potrebbe anche ‘’mutare’’ ed esser molto più pericoloso del ceppo esistente … ovvio che in questo caso il rischio anche per i bambini vaccinati sarebbe molto più elevato!

Le nuove vaccinazioni obbligatorie

Onde evitare questa situazione, considerata la progressiva diminuzione dei vaccini, recentemente la legge su questi ultimi è cambiata. Il DL appena approvato ha l’obiettivo di innalzare i livelli di copertura vaccinale, ormai troppo bassi per molte vaccinazioni, ha innalzato a 12 i vaccini obbligatori per:

– anti-poliomelitica;
– anti-difterica;
– anti-tetanica;
– anti-epatite B;
– anti-pertosse;
– anti Haemophilusinfluenzae tipo B;
– anti-meningococcica B;
– anti-meningococcica C;
– anti-morbillo;
– anti-rosolia;
– anti-parotite;
– anti-varicella.
Rimangono fuori dall’obbligo, ma eseguibili volontariamente, altre vaccinazioni comunque molto importanti per l’età pediatrica, e cioè:

– anti-pneumococcica;
– anti-rotavirus;
– anti-HPV.

Sintetizzando … la decisione di alcuni singoli di non far vaccinare i propri figli, non tanto per un motivo scientifico ma per una decisione presa troppo a ‘’pancia’’, mette a rischio la salute anche di quelli che sono stati vaccinati.

Se qualcuno, per combattere le ‘’cattive’’ multinazionali farmaceutiche, utilizza il sistema di non vaccinare i propri figli, che sarebbe poi come dire: ‘’per fare dispetto a mia moglie mi taglio il pisello’’,  e così facendo mette  in crisi la salute di tutti, a questo punto preferisco una legge dello Stato che obblighi ‘’tutti’’ a vaccinarsi piuttosto di accettare passivamente la decisione di pochi individui strampalati!

Se è vero che la libertà di un individuo finisce dove inizia quella di un altro … direi che in questo caso lo Stato mi stia tutelando. O no?
Alla prossima

Elena

Per quale motivo la nostra classe politica non funziona?

Ho l’impressione che i motivi siano sotto gli occhi di tutti, ma che si cerchi sempre, vigliaccamente,  di minimizzare.

Vediamo un po’ che cosa succede nel nostro Paese:

Medici che timbrano il cartellino in ospedale e poi vanno a giocare a tennis.
Impiegati statali che timbrano per colleghi che sono a casa a dormire od impegnati magari ad accompagnare i figli a scuola e poi a prendere un ”sacrosanto” cappuccino.
Gente che butta nell’indifferenziata la carta, la plastica, il vetro e il metallo, perché fare il ”triage” si fa troppa fatica. Se poi ci si abbassa a buttare i cartoni negli appositi contenitori, invece di farli a pezzi, li si incastra interi, in maniera tale da riempire il cassonetto in un attimo!
Gente che getta mozziconi accesi dai finestrini delle auto in corsa, mozziconi che innescano spesso degli incendi devastanti.
Medici che fanno certificati falsi per fregare le assicurazioni.
Garagisti che fregano le assicurazioni con le quali hanno contratti di collaborazione.
Gente che millanta il ”colpo di frusta” quando in realtà non ha un ”fico secco”!
Invalidi che stanno benissimo, ma che percepiscono denaro dal sistema previdenziale, grazie a malattie inesistenti certificate da medici compiacenti.
E questa è solo la punta dell’iceberg  tra il popolo ”minuto”, poi ci sono, man mano che si sale nella scala del potere, abusi in proporzione.

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Questo ”Signore” che timbra il cartellino in mutande è un italiano che vota …

Poi ci stupiamo se i politici si comportano male!
Ma ‘sti politici non arrivano mica da Marte! Sono semplicemente la nostra estensione.
Da qui il vecchio detto: ”Ogni popolo ha il Governo che si merita”!

Alla prossima
Elena

Perchè ci sono le regioni a Statuto Speciale?

Dunque vediamo un po’ di ricapitolare come sono andate le cose …
Prima di tutto bisogna ricordare che le Regioni Italiane, così come le conosciamo noi,  sono nate solo nel 1948.  Fino alla fine della seconda guerra mondiale l’Italia era una monarchia. Il nostro ”ultimo” re è stato Umberto II di Savoia, figlio di Vittorio Emanuele III, che, visti gli esiti della guerra, aveva abdicato in suo favore e, con la consorte, era emigrato in zone più calde e tranquille, per l’esattezza in Egitto!
Nel giugno del 1946 il popolo italiano fu chiamato al voto, donne comprese,  per un referendum il cui quesito era quello di scegliere tra: Monarchia e Repubblica.  Noi popolo, abbiamo scelto la Repubblica!
Nel 1948,  i Padri Costituenti misero ”mano” alla regolamentazione della nuova Repubblica , e diedero luce alla nostra bella Costituzione Italiana. In quell’occasione  divisero l’Italia in 20 regioni, che dipendevano per l’organizzazione, dallo Stato Centrale.
Non è che le abbiano inventate di ”sana pianta ‘ste regioni, durante la Monarchia infatti questi territori erano già suddivisi e venivano chiamati “circoscrizioni di decentramento statistico-amministrativo”.

L’intenzione dei padri costituenti era che questi territori avrebbero dovuto avere ”voce in capitolo” sulla gestione dei loro territorio.  Ecco quindi la decisione di far eleggere agli abitanti della regione un organismo chiamato ”Consiglio Regionale”. Non si poteva far tutto subito e quindi si decise di organizzare le elezioni dei consigli regionali l’anno dopo la nascita della Costituzione, e cioè nel 1949.
Invece, chissà come mai, ci hanno messo ”solo” 22 anni per prendere ‘sta decisione! La questione del decentramento del potere fu sollevata in modo ”pesante” dal Governo Moro.
Quindi nel 1970 i cittadini,  per la prima volta, andarono alle urne per eleggere i consigli regionali.  Con il senno di poi … magari sarebbe stato meglio non farlo … ma questo è un’altro discorso.
Non tutte le 20 regioni italiane sono uguali, non tutte hanno uno ”Statuto Ordinario”, alcune, cinque per l’esattezza,  hanno invece uno ”Statuto speciale”!
Perché? Ci sarà pure un motivo no?  Vediamo di capirci qualche cosa …
Dunque,  le regioni a Statuto Speciale sono: Sicilia, Sardegna, Trentino Alto Adige, Valle D’Aosta, Friuli Venezia Giulia.

Autonomous_Regions_of_Italy.svgItalia

La prima in assoluto ad avere uno ”statuto speciale” fu la Sicilia. Il consiglio della Sicilia istituito nel 1947 non si chiama nemmeno Consiglio Regionale ma si chiama Assemblea Regionale Siciliana o meglio ancora: ”Parlamento Siciliano”, i suoi componenti hanno lo stesso rango dei deputati, e stipendi anche più alti.  La Sicilia aveva già ottenuto dallo stesso Re Umberto II un’autonomia speciale nel 1946. Come mai? Semplice! I Siciliani non amavano assolutamente il ”giogo” dei Savoia. Un ”movimento separatista” piuttosto aggressivo,  cercava di ottenere, anche con le armi,  l’indipendenza dell’isola.

Il problema siciliano divenne  una questione d’ordine pubblico talmente grande che fu ”risolta drasticamente” con l’invio dei carabinieri!  Il ricordo del quel brutto periodo nel Sud dell’Italia è ancora molto ”vivo”!  Calmate le acque con il ”pugno di ferro,  e considerata  la ”turbolenza” innata dei siciliani  a Roma fu presa la decisione di dar loro maggiore l’autonomia. Quindi  pur di tener la Sicilia sul territorio italiano si allentano le ”maglie del controllo statale” e si dette loro lo Statuto Speciale. Si trattò di un ricatto: ”O vi facciamo la guerra creando problemi all’infinito … oppure ci lasciate autonomi”.

Per quanto riguarda la Regione denominata ”Trentino Alto Adige”, gli abitanti parlavano in prevalenza il tedesco, una gran parte il ladino e una minoranza l’italiano. l’Austria rivendicava con insistenza la provincia di Bolzano. La popolazione era veramente più tedesca che italiana,  quindi, l’unico modo per tenerli  in Italia fu quella di dar loro maggiore autonomia nel 1948.

Nel 1949 sia la Sardegna che la Valle d’Aosta ottennero lo statuto speciale. In Val d’Aosta la popolazione parlava francese ed in francesi cercavano di metterle le mani sopra.  La popolazione, nonostante la lingua,  preferiva stare con l’Italia, inoltre gli americani non vedevano di buon occhio le mire espansionistiche francesi.  Quindi ecco che, per tenerli buoni e tranquilli pure ai valdostani fu data maggior autonomia.

In Sardegna il discorso dell’autonomia era stato più volte ripreso dai politici sardi verso la fine della Seconda Guerra Mondiale, quindi, per evitare una ”guerra” come quella con la Sicilia venne data loro maggiore autonomia.

Il Friuli Venezia Giulia, territorio al confine con l’allora Jugoslavia, era considerato un boccone interessante da parte del maresciallo Tito.  Per evitare di far entrare la Regione nel ”blocco comunista’  venne data loro l’autonomia nel 1963.

Oggi la situazione politica è molto cambiata, e molti recriminano che le Regioni a Statuto speciale abbiano vantaggi sproporzionati, rispetto alle altre.
Dobbiamo però ammettere che non tutte le Regioni usano nello stesso modo questo ”vantaggio”.
Guardiamo ad esempio il trentino Alto Adige. Negli anni ’60 erano poverissimi, i contadini andavano nelle caserme a chiedere gli avanzi delle mense per sfamare le loro famiglie, oggi sono una delle regioni più ricche d’Italia. Come mai?

Con le risorse che lo Statuto di Autonomia mette a disposizione del Trentino – e cioè circa i  9/10 del gettito fiscale prodotto dal territorio – la Provincia autonoma di Trento gestisce praticamente tutte le competenze e tutti i servizi che altrove vengono gestiti dallo Stato italiano. Guardate che cosa riescono a gestire da soli e in piena efficienza:

COMPETENZE ISTITUZIONALI
▪ affari finanziari, affari istituzionali;
▪ organizzazione, personale, sistemi informativi e di telecomunicazione;
▪ funzioni delegate dallo Stato in materia di sistemi di comunicazione;
▪ informazione e comunicazione;
▪ affari generali;
▪ espropriazioni per pubblica utilità per tutte le materie di competenza provinciale;
▪ riforma istituzionale;
▪ finanza locale;
▪ vigilanza e tutela sulle amministrazioni comunali, sui consorzi e sugli enti e istituti locali, ad eccezione delle istituzioni pubbliche di assistenza e beneficenza, delle aziende di promozione turistica;
▪ comprensori, compresa la vigilanza e la tutela;
▪ usi civici;
CULTURA
▪ tutela e promozione delle minoranze linguistiche;
▪ tutela e conservazione del patrimonio storico, artistico e popolare;
▪ usi e costumi locali e istituzioni culturali, accademie, istituti e musei aventi carattere provinciale, biblioteche, ivi comprese le biblioteche scolastiche;
▪ manifestazioni ed attività artistiche, culturali ed educative locali;
▪ toponomastica;
ISTRUZIONE, UNIVERSITA’, RICERCA
▪ Università ricerca scientifica, edilizia universitaria e assistenza universitaria nonchè le funzioni di cui alla legge 14 agosto 1982, n. 590;
▪ addestramento e formazione professionale, ad esclusione di quanto riservato all’Assessore all’istruzione e sport;
▪ asili nido;
▪ scuola materna;
▪ edilizia scolastica, ad esclusione di quanto attribuito all’Assessore ai lavori pubblici, ambiente e trasporti;
▪ istruzione elementare e secondaria (media, classica; scientifica, magistrale, tecnica, professionale e artistica);
▪ assistenza scolastica;
▪ formazione professionale di base;
SOCIETA’
▪ polizia locale e sicurezza urbana;
▪ emigrazione;
▪ coordinamento delle politiche a favore dei giovani;
▪ attività sportive e ricreative con relativi impianti e attrezzature;
▪ tutela degli animali di affezione e prevenzione del randagismo.
▪ vigilanza e sorveglianza sugli uffici del giudice di pace;
▪ iniziative per la promozione della pace;
▪ interventi per la realizzazione delle pari opportunità tra uomo e donna.
ECONOMIA, LAVORO, PRODUZIONE
▪ patrimonio e demanio;
▪ società controllate e partecipate;
▪ funzioni delegate in materia di Camera di Commercio, Industria, Agricoltura e Artigianato;
▪ politiche del lavoro;
▪ apprendistato, libretti di lavoro, categorie e qualifiche dei lavoratori;
▪ costituzione e funzionamento di commissioni comunali e provinciali per l’assistenza e l’orientamento dei lavoratori nel collocamento;
▪ costituzione e funzionamento di commissioni comunali e provinciali di controllo sul collocamento;
▪ competenza in materia di collocamento e avviamento al lavoro di cui al primo comma dell’art. 10 dello Statuto speciale, nonchè le funzioni delegate dallo Stato;
▪ competenze in materia di energia, anche relativamente agli articoli 12 e 13 dello Statuto speciale e al d.P.R. 26 marzo 1977, n. 235, come modificato e integrato dal decreto legislativo 11 novembre 1999, n. 463 (comprese tutte le attività relative alla produzione, trasporto, distribuzione, importazione, esportazione, trasformazione, acquisto e vendita dell’energia elettrica da qualsiasi fonte prodotta, quindi anche mediante l’utilizzo delle acque pubbliche a mezzo di concessioni sia di grandi che di piccole derivazioni);
▪ coordinamento interventi Interporto e Autostrada del Brennero;
▪ programmazione;
▪ indirizzi di politica economica e coordinamento delle relative azioni, compresi i rapporti con Trentino sviluppo;
▪ coordinamento degli interventi e dei progetti attuativi delle politiche comunitarie e interventi per lo sviluppo locale;
▪ incremento della produzione industriale, ivi comprese le aree per il potenziamento industriale;
▪ miniere, cave e torbiere;
▪ artigianato;
▪ commercio (esclusi gli interventi per la promozione e la commercializzazione dei prodotti trentini a favore delle imprese singole e associate).
▪ agricoltura, patrimonio zootecnico ed ittico, istituti fitopatologici, consorzi agrari e stazioni agrarie sperimentali, servizi antigrandine, bonifica;
▪ ordinamento delle minime proprietà colturali;
▪ alpicoltura;
▪ agriturismo;
▪ fiere e mercati;
▪ turismo e industria alberghiera, comprese le guide, i portatori alpini, i maestri di sci e le scuole di sci;
▪ acque minerali e termali;
▪ linee funiviarie e impianti a fune;
▪ vigilanza sulle aziende di promozione turistica;
▪ interventi per la promozione e la commercializzazione dei prodotti trentini a favore delle imprese singole e associate.
▪ edilizia comunque sovvenzionata, totalmente o parzialmente da finanziamenti a carattere pubblico, comprese le agevolazioni per la costruzione di case popolari in località colpite da calamità e le attività che enti a carattere extraprovinciale esercitano nella provincia con finanziamenti pubblici.
▪ interventi provinciali per lo sviluppo dell’economia cooperativa e funzioni delegate in materia di cooperazione e vigilanza sulle cooperative.
AMBIENTE, TERRITORIO, TRASPORTI, OPERE PUBBLICHE
▪ corpo forestale;
▪ caccia e pesca;
▪ funzioni delegate in materia di servizi antincendi;
▪ prevenzione rischi e protezione civile;
▪ interventi provinciali per il ripristino e valorizzazione ambientale;
▪ edilizia pubblica di competenza della Provincia;
▪ viabilità e relativo demanio;
▪ funzioni delegate dallo Stato in materia di viabilità;
▪ opere igienico-sanitarie e politiche per la gestione dei rifiuti;
▪ demanio idrico e polizia idraulica relativamente ai corsi d’acqua di tutte le categorie;
▪ opere idrauliche di tutte le categorie;
▪ opere di prevenzione e di pronto intervento per calamità pubbliche, relative ai bacini montani;
▪ utilizzazione delle acque pubbliche, ad esclusione dell’utilizzazione delle acque pubbliche a scopo idroelettrico;
▪ porti lacuali;
▪ tutela dell’ambiente;
▪ parchi per la protezione della flora e della fauna;
▪ gestione dei parchi naturali, compreso il Parco dello Stelvio
▪ urbanistica e piani regolatori;
▪ tutela del paesaggio;
▪ centri storici;
▪ libro fondiario e catasto;
▪ coordinamento progetto “Dolomiti patrimonio UNESCO”.
▪ foreste, ivi comprese le foreste demaniali;
▪ opere di prevenzione e di pronto intervento per calamità pubbliche di competenza dei servizi forestali;
TRASPORTI, VIABILITA’, GRANDI OPERE
▪ interventi di cui alla legge regionale 5 novembre 1968, n. 40
▪ trasporti di interesse provinciale, escluse le linee funiviarie e gli impianti a fune e compreso il piano della mobilità;
▪ funzioni delegate dallo Stato in materia di trasporti
SANITA’, ASSISTENZA
▪ igiene e sanità, ivi compresa l’assistenza sanitaria e ospedaliera;
▪ case di riposo, ivi comprese le residenze sanitarie assistenziali (RSA);
▪ assistenza e beneficenza pubblica;
▪ vigilanza e tutela sulle istituzioni pubbliche di assistenza e beneficenza;
▪ funzioni delegate in materia di previdenza e assistenza integrativa;
▪ valorizzazione e riconoscimento del volontariato sociale;
▪ disciplina degli interventi volti a prevenire e rimuovere gli stati di emarginazione;
RAPPORTI EUROPEI, SOLIDARIETA’ INTERNAZIONALE
▪ rapporti con l’Unione europea, cooperazione transfrontaliera e cooperazione interregionale;
▪ rapporti internazionali;
▪ attuazione della legislazione provinciale in materia di cooperazione allo sviluppo;
▪ interventi nel settore dell’immigrazione straniera extracomunitaria;

Mica briscole!

Ricapitolando,  le cinque Regioni a statuto speciale hanno da sempre goduto di notevole autonomia finanziaria. Tale autonomia deriva dal fatto che le Regioni e Province hanno la possibilità di istituire con leggi proprie dei tributi propri,  cosa che le Regioni ordinarie hanno ottenuto solo nel 2001, dopo la riforma del Titolo V.
Tutti sappiamo, che questa ”riforma”, fatta per rendere meno grande la differenza tra regioni ”Autonome” e quelle ”ordinarie”, e spinte dal ”federalismo leghista” ,  invece di ”risolvere” ha creato contenziosi infiniti tra Stato e Regioni.
Vedremo che cosa combineranno con la riforma attuale del Titolo V …

Quello che però ”salta all’occhio” è che le leggi, anche se uguali, come nel caso delle Regioni Autonome, abbiano risultati diversi a seconda di ”chi” le applica.
Non possiamo certo dire che il Trentino Alto Adige abbia oggi la stessa situazione economico-finanziaria della Sicilia no?

Alla prossima

Elena

http://www.regioni.it/dalleregioni/2014/11/05/approvati-dalla-giunta-regionale-finanziaria-e-bilancio-di-previsione-2015-373453/

Donald Trump rinuncia allo stipendio di Presidente …

Un’eroe che si sacrifica per la Patria?  
Si tratta di circa 33.000 dollari al mese, l’equivalente più o meno del salario di un giocatore di Football americano in serie A.
Nell’animo semplice dell’americano medio che lo ha votato,  il messaggio viene percepito come: ”Sono un presidente disinteressato, sono qui per lottare contro la corruzione delle ”elite” e non per arricchirmi sulle vostre spalle”!
Che brav’uomo vero? Ma … siamo proprio sicuri?

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Prima cosa, questo denaro ”risparmiato” cambia veramente poco per gli americani, è un po’ come una ”goccia nel mare”.  Il debito pubblico nel 2016 ha superato i 19.000 miliardi di dollari, il che significa che, per estinguerlo grazie al mancato stipendio del Presidente ci vorranno circa 47 milioni di anni!  Di sicuro Trump, nonostante tutta la sua ”prosopopea , non potrà vivere così a lungo.

La seconda cosa è che il rinunciarvi, è anche un modo per dire che 400.000 dollari l’anno non significano assolutamente nulla per lui. Secondo il settimanale ”Forbes”  la sua fortuna personale è di circa  4 miliardi di dollari.

Ma il terzo punto, più grave,  è che se un salario ricevuto significa evidentemente il riconoscimento di una competenza, un posto nell’organizzazione, un ruolo di responsabilità;  il non riceverlo, automaticamente alleggerisce sia le necessità di competenze che le responsabilità .

Non dimentichiamo che un salario al politico, dal punto di vista ”democratico” ,  significa permettere al maggior numero possibile di candidati di concorrere per tale carica, siano essi ricchi o poveri.
Molti leggono lo stipendio ai politici come se costoro fossero dei ”mangiapane a tradimento”, ed in effetti se pensiamo a gente come Razzi, infastidisce  tutti il dovergli pagare lo stipendio no? Ma questo è un’altro discorso  … e riguarda la ”selezione” della classe politica che sarebbe tutta da rivedere.

Ma torniamo all’argomento e diciamo che una indennità economica, per chi si occupa del paese,  fa anche si che la politica non sia appannaggio esclusivo dei ricchi, ma sia raggiungibile a tutti.

Nell’800  la politica era riservata solo ed esclusivamente alla classe dirigente composta da ”nobili possidenti”, persone che vivevano delle rendite provenienti delle loro ricchezze e che, in un mondo di ignoranti ed analfabeti, possedevano gli ”strumenti” per gestire la ”cosa pubblica”.  Essendo ricchi potevano permettersi di lavorare ”gratis” . Negli anni divenne presto chiaro che costoro facessero maggiormente i propri interessi, a scapito della classe meno abbiente.  Ecco quindi la necessità di dare uno stipendio, per poter allargare il bacino di utenza da cui pescare gli individui ”migliori” a cui affidare la ”cosa pubblica”.

Ecco il punto a cui volevo arrivare: oggi Trump, come i ricchi possidenti dell’800, rinuncia allo stipendio, non gli serve in quanto è ricco sfondato!

Considerato l’ego dell’individuo,  questo è un modo come tanti per mettersi su di un piedistallo.  Ma soprattutto, visto che appartiene ad una categoria di privilegiati a cui 400.000 mila dollari all’anno non fanno né caldo né freddo, considerando che per il suo staff sceglie personaggi legati al suo ”ambiente”, quindi ricchi, considerato che è dentro, personalmente, o tramite suoi collaboratori stipendiati, nei consigli di amministrazione delle tanto odiate multinazionali … la domanda è: ”siamo proprio sicuri che farà gli interessi del ”popolo”?

Mah … di sicuro, noi popolo,  stiamo tornando indietro scegliendo simili personaggi. Sembriamo i contadini ignoranti ed analfabeti dell’800 …

Meditiamo gente … meditiamo …

Alla prossima

 

Elena